Georgia
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Georgia
Georgia - Bandiera
Georgia - Stemma
(dettagli)
Motto: ძალა ერთობაშია
Dzala ertobašia
L'unità fa la forza
Europe location GEO2.png
Generalità
Nome completo: Georgia
Nome ufficiale: საქართველოს რესპუბლიკა
Lingue ufficiali: georgiano
Capitale: Tbilisi (1.300.000 ab. / 2004)
Politica
Forma di governo: Repubblica presidenziale
Presidente: Mikheil Saakašvili
Primo Ministro: Nika Gilauri
Indipendenza: Dall'URSS,
9 aprile 1991 (dichiarata),
25 dicembre 1991 (riconosciuta)
Ingresso nell'ONU: Dal 31 luglio 1992
Superficie
Totale: 69.510 km² (118º)
% delle acque: trascurabile
Popolazione
Totale (2004): 4.989.000 ab. (114º)
Densità: 72 ab./km²
Geografia
Continente: Asia
Fuso orario: UTC +4
Economia
Valuta: Lari georgiano
PIL (PPA) (2005): 15.498 milioni di $ (122º)
PIL procapite (PPA) (2005): 3.586 $ (120º)
ISU (2005): 0,754 (medio) (96º)
Energia:
Varie
TLD: .ge
Prefisso tel.: +995
Sigla autom.: GE
Inno nazionale: Tavisupleba
Festa nazionale: 26 maggio
Gg-map.png
La Georgia (georgiano საქართველოს რესპუბლიკა, Sakartvelo Respublika), è uno stato dell'Asia transcaucasica, ad est del Mar Nero. Già repubblica dell'Unione Sovietica, confina a nord con la Russia, a sud con Turchia, Armenia e a est con Azerbaigian. Ha una popolazione di 4.989.000 abitanti e ha per capitale Tbilisi.
Indice
* 1 Origine del nome
* 2 Geografia
o 2.1 Morfologia e idrografia
o 2.2 Clima
* 3 Popolazione
o 3.1 Demografia
o 3.2 Demografia democratica
o 3.3 Etnie
o 3.4 Lingue
o 3.5 Religioni
* 4 Storia
o 4.1 Agosto 2008 - Conflitto in Ossezia del Sud
* 5 Organizzazione dello stato
o 5.1 Suddivisione amministrativa
o 5.2 Città principali
o 5.3 Istituzioni
+ 5.3.1 Sistema scolastico
+ 5.3.2 Servizio sanitario
+ 5.3.3 Forze armate georgiane
o 5.4 L'inno
* 6 Politica
o 6.1 I presidenti della Repubblica di Georgia
o 6.2 Partiti politici
* 7 Economia
o 7.1 Risorse minerarie
* 8 Voci correlate
* 9 Note
* 10 Altri progetti
* 11 Collegamenti esterni
I georgiani chiamano loro stessi Kartvelebi (ქართველები), la loro terra Sakartvelo (საქართველო), e la loro lingua Kartuli (ქართული). Questi nomi derivano da un capo pagano chiamato Kartlos, considerato il padre di tutti i Georgiani. Il nome Georgia dato dagli stranieri, usato nel mondo intero, proviene dal persiano Gurji (گرجی) derivato dall'arabo Jurj. Poiché l'ortografia è stata influenzata dal greco è stato derivato georg - (γεωργ), che indica l' agricoltura. Il termine è stato erroneamente ricondotto al nome di San Giorgio (il santo patrono del paese), o da γεωργία (georgía, coltivata). Il mondo antico ha conosciuto gli abitanti della Georgia orientale come Iberiani, dal regno caucasico di Iberia - confondendo così i geografi dell'antichità, che hanno pensato questo nome applicato soltanto agli abitanti della penisola iberica.
Il nome del paese in persiano è Gurjestan e Gurj è la parola per "Georgiano"; da questi termini derivano anche le parole Gürcistan (Georgia) e Gürcü (georgiano) (pronunciato "Gürgiü") in turco, e Gruzija (Грузия) (Georgia) e Gruzin (Грузин) (georgiano) in russo, e Gruzja (Georgia) e Gruziński (georgiano) in polacco. Il nome persiano probabilmente è legato con le parole armene per indicare i georgiani e la Georgia, rispettivamente Vir e Virq (ci sono altri casi in cui una parola persiana che inizia con gu- è derivata da un wi- o da un wa iniziale) così, sia le parole persiane che quelle armene sembrano essere collegate con il nome Iberia, con perdita della iniziale i e la sostituzione della w o della v per la b di iberia. C'è inoltre, in tutta probabilità, un collegamento etimologico fra il nome Iberia e la provincia storica di Imereti denominata Georgia.
Geografia
Dal punto di vista storico-culturale la Georgia è considerato un paese europeo, più controverso è se lo sia anche da un punto di vista geografico. Considerando la depressione del Kuma-Manych come confine tra Europa ed Asia, tutto il territorio della Georgia ricadrebbe infatti nel continente asiatico, mentre nel caso si ponga tale confine lungo lo spartiacque caucasico oppure sulla linea dei fiumi Kura e Rioni, allora parte del territorio georgiano ricadrebbe anche in Europa.
Morfologia e idrografia
Situata nel Caucaso meridionale, bagnata ad ovest dal Mar Nero lungo una costa di 310 km, ha un territorio prevalentemente montuoso, dominato dalla catena del Caucaso.
A Nord si staglia il Gran Caucaso dove si trova la maggiore cima costituita dal Gora Kazbeg (5.048 metri), che funge da confine con la Federazione russa per 723 km; a Sud c'è il Caucaso minore le cui vette non superano i 3500 m e che fa da confine con la Turchia per 252 km e l'Armenia per 164 km.
Tra le due catene montuose si aprono due valli fluviali: quella del Kura, verso est, e del Rioni, che arriva fino alla costa del Mar Nero, dove la valle diventa la pianura costiera della Colchide (Kolkhet'is Dablobi), solcata da numerosi corsi d'acqua.
Il fiume principale è il Kura che nasce in Turchia, percorre 1.520 km e sfocia nel Mar Caspio, in Azerbaigian. Il monte più alto è il Shkhara, alto 5.204 metri.
Clima
Il clima è di tipo continentale nell'entroterra ma subtropicale lungo la costa, dove la piovosità (molto elevata) raggiunge i 1.800 mm/anno, arrivando a toccare punte di 4.000 mm/anno specialmente nel sud, al confine con la Turchia, con una distribuzione uniforme durante l'anno.
Popolazione
Popolazione 4.989.892 (stima luglio 2004)
La popolazione in Georgia è disomogenea; all'interno dei propri confini convivono diverse etnie, culture e religioni.
Demografia
* Saldi demografici
o Percentuale nati: 10.1 nati/1,000 persone (2004)
o Percentuale morti: 8.98 morti/1,000 persone (2004)
o Crescita della popolazione: -0.36% (2004)
o indice netto della migrazione: -4.7 migranti(s)/1,000 persone (2004)
o Fertilità totale della popolazione: 1.4 bambini per donna (2004)
* Divisione della popolazione per età:
o 0–14 anni: 18.7% (uomini 461,967; donne 416,898)
o 15–64 anni: 65.8% uomini 1,480,217; donne 1,607,509)
o 65 anni e oltre: 15.5% (uomini 290,534; donne 436,767) (2004 est.)
* Età media:
o Totale 37 anni
o Uomini: 34.5 anni
o Donne: 39.2 anni (2004)
* Mortalità infantile:
o Totale 19.34 morti/1,000 nuovi nati
o Donne: 16.84 morti/1,000 nuovi nati (2004)
o Uomini: 21.5 morti/1,000 nuovi nati
* Aspettative di vita alla nascita:
o Speranza media di vita: 75.62 anni
o Uomini: 72.35 anni
o Donne: 79.44 anni (2004)
* Proporzione del sesso per fasce d'età:
o Alla nascita: 1.16 uomini/donne
o Sotto 15 anni: 1.11 uomini/donne
o 15-64 anni: 0.92 uomini/donne
o 65 anni e oltre: 0.67 uomini/donne
o Totale popolazione: 0.91 uomini/donne (2004)
* Tasso di alfabetizzazione,
o Totale popolazione: 99%
o Uomini: 100%
o Donne: 98% (1999)
Demografia democratica
* Saldi demografici
o Percentuale nati: 10.1 nati/1,000 persone (2004)
o Percentuale morti: 8.98 morti/1,000 persone (2004)
o Crescita della popolazione: -0.36% (2004)
o indice netto della migrazione: -4.7 migranti(s)/1,000 persone (2004)
o Fertilità totale della popolazione: 1.4 bambini per donna (2004)
* Divisione della popolazione per età:
o 0–14 anni: 18.7% (uomini 461,967; donne 416,898)
o 15–64 anni: 65.8% uomini 1,480,217; donne 1,607,509)
o 65 anni e oltre: 15.5% (uomini 290,534; donne 436,767) (2004 est.)
* Età media:
o Totale 37 anni
o Uomini: 34.5 anni
o Donne: 39.2 anni (2004)
* Mortalità infantile:
o Totale 19.34 morti/1,000 nuovi nati
o Donne: 16.84 morti/1,000 nuovi nati (2004)
o Uomini: 21.5 morti/1,000 nuovi nati
* Aspettative di vita alla nascita:
o Speranza media di vita: 75.62 anni
o Uomini: 72.35 anni
o Donne: 79.44 anni (2004)
* Proporzione del sesso per fasce d'età:
o Alla nascita: 1.16 uomini/donne
o Sotto 15 anni: 1.11 uomini/donne
o 15-64 anni: 0.92 uomini/donne
o 65 anni e oltre: 0.67 uomini/donne
o Totale popolazione: 0.91 uomini/donne (2004)
* Tasso di alfabetizzazione,
o Totale popolazione: 99%
o Uomini: 100%
o Donne: 98% (1996)
Etnie
Georgiani 83.8%, armeni 5.7%, russi 1.5%, azeri 6.5%, osseti 0.9%, altri 1.6%
Lingue
Georgiano 90% (ufficiale), Russo, Armeno, Azero e altri 10%. L'Abkhazo è la lingua ufficiale dell'Abkhazia.
Religioni
Ortodossi georgiani 76% (la chiesa Georgiana Ortodossa ca. 70-72%, il resto sono i gruppi staccati da quella: la Chiesa Vera Ortodossa e la Chiesa del Vecchio Calendario), musulmani 9.9%, ortodossi russi 3%, Armeni apostolici 4.9%, cattolici 2%, altre 3.2%
Storia
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Per approfondire, vedi la voce Storia della Georgia.
Vardzia
Il territorio dell'odierna Georgia è stato abitato con continuità fin dalla prima Età della Pietra. Durante il I millennio a.C. il territorio dell'attuale Georgia era occupato ad occidente, sul Mar Nero, dalla Colchide, la mitica terra del vello d'oro, e ad oriente dall'Iberia. La prima menzione scritta delle tribù proto-georgiane risale al XII secolo a.C., mentre il primo regno unificato risale al IV secolo a.C.
Il cristianesimo fu dichiarato religione di stato nel 337 d.C. e la chiesa georgiana si proclamò autocefala, rendendosi autonoma dal patriarcato di Antiochia, già nel V secolo. L'età aurea dal punto di vista culturale, artistico, religioso e politico fu quella sotto la dinastia Bagration dal XI secolo al XIII secolo, che fu interrotta dall'invasione dei Mongoli del 1223. Nei secoli successivi la Georgia, disintegratasi in vari staterelli, fu ripetutamente sottoposta alle invasioni rivali della Persia e della Turchia ottomana.
Nel 1783 il trattato di Georgievsk fu il primo tra uno stato georgiano e l'impero russo; il 12 settembre 1801 quest'ultimo annesse la Georgia orientale e nel 1810 gli ultimi territori georgiani indipendenti, con la conseguente abolizione del patriarcato e dell'autocefalia della chiesa nel 1811. Nel 1878 tutti gli attuali territori georgiani facevano parte dell'Impero russo. Nel 1879 nasce a Gori, Josif Stalin, il quale segnerà la storia del suo paese, della Russia e del mondo intero. In seguito alla prima guerra mondiale e alla rivoluzione russa, il 22 aprile 1918 l'élite nazionalista attiva dal 1890 e i menscevichi dichiararono l'indipendenza da Mosca formando con Armenia e Azerbaigian la Repubblica Federale Democratica Transcaucasica, con capitale Tbilisi, e il 26 maggio 1918 restaurarono lo stato georgiano con il nome di Repubblica Democratica di Georgia; le elezioni furono vinte dai menscevichi guidati da Noe Zhordania.
Il 25 febbraio 1921 truppe sovietiche guidate dal georgiano Stalin diedero fine alla Repubblica, incorporando la Georgia all'Unione Sovietica nel 1922, nonostante una resistenza durata fino all'agosto 1924. Inizialmente parte della Repubblica socialista sovietica federativa transcaucasica, sempre con capitale Tbilisi, dal 1936 divenne autonoma come Repubblica socialista sovietica georgiana.
In seguito alla perestrojka, il 28 ottobre 1990 le prime elezioni libere del Soviet nazionale sono vinte dallo schieramento nazionalista. Rinata come stato indipendente dal dissolvimento dall'Unione Sovietica il 9 aprile 1991, in seguito al referendum del 31 marzo, che vide il 98,9% dei georgiani favorevole all'indipendenza, la Georgia ha adottato il nome di Repubblica di Georgia.
Con l'indipendenza georgiana si svilupparono conflitti separatisti nelle regioni dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud, autoproclamatesi indipendenti.
Nel 2004 la Rivoluzione delle Rose ha portato al potere il presidente Mikheil Saakašvili, provocando al contempo un ulteriore allontanamento politico da Mosca. Nello stesso anno la Georgia ha cambiato il proprio nome ufficiale in Repubblica della Georgia.
Agosto 2008 - Conflitto in Ossezia del Sud
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Per approfondire, vedi la voce Guerra in Ossezia del Sud (2008).
Nell'agosto 2008 nuovi scontri in Ossezia del Sud sono sfociati nell'avanzata delle forze georgiane nella regione e nella reazione russa - i militari russi erano presenti nella regione sin dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica con funzioni di peace-keeping - con il bombardamento del porto di Poti, un importante centro strategico per la distribuzione di carburante nel Mar Nero e la cacciata degli attaccanti. La Georgia ha proclamato la mobilitazione generale, dichiarando lo stato di guerra. Nel prosieguo delle operazioni militari che interessano l'area l'esercito russo ha inviato truppe in Ossezia e Abcasia, schierandosi a fianco dei secessionisti. Nei giorni seguenti le operazioni russe non si sono limitate all'area contesa, ma hanno coinvolto anche il territorio della Georgia quando le truppe dell'Armata Russa hanno occupato la città di Gori a 90 km da Tbilisi, la città di Poti ed altre località minori, costringendo i georgiani a ripiegare per difendere la capitale[1]. Un accordo preliminare sul cessate il fuoco è stato firmato da Georgia e Russia il 15 agosto 2008. Lo Stato Maggiore dell'esercito russo ha dichiarato di aver completato il ritiro dalle zone occupate in Georgia entro 10 giorni, mentre la parte georgiana osserva che esistono ancora posti di blocco russi nel suo territorio e che il ritiro dal porto di Poti non è stato completato[2]. Il Parlamento georgiano, riunito in seduta straordinaria, ha prorogato lo stato di guerra fino all'8 settembre 2008[3].
Organizzazione dello stato
Secondo la costituzione del 1991 la Georgia è una repubblica presidenziale.
Suddivisione amministrativa
La Georgia è suddivisa in 2 repubbliche autonome (avtonomiuri respublika), costituite già in epoca sovietica, 1 città capitale (k'alak'i) e 9 altre regioni (mkhare), stabilite provvisoriamente fra il 1994 e il 1996, 69 province (raioni).
Codice Regione Capoluogo
Regioni della Georgia
1 Abcasia Sukhumi
2 Samegrelo-Zemo Svaneti
Zugdidi
3 Guria
Ozuvgeti
4 Agiaria Batumi
5 Racha-Lechkhumi e Kvemo Svaneti
Ambrolauri
6 Imereti
Kutaisi
7 Samtskhe-Javakheti
Akhaltsikhe
8 Shida Kartli
Gori
9 Mtskheta-Mtianeti
Mtskheta
10 Kvemo Kartli
Rustavi
11 Kakheti
Telavi
12 Tbilisi
Tbilisi
* Le repubbliche autonome (tra parentesi le rispettive capitali) sono:
o Abcasia (Sukhumi)
o Agiaria (Batumi)
Il distretto amministrativo autonomo della Ossezia del Sud (Tskhinvali), già nota come Samachablo o regione di Tskhinvali e facente parte della regione Shida Kartli, non è una delle repubbliche autonome ed è stato il teatro di un persistente conflitto militare a partire dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica per ottenere l'indipendenza dalla Georgia. L'8 agosto 2008 la Georgia ha lanciato un'offensiva per riguadagnare l'Ossezia del Sud al suo controllo[4]. In risposta all'intervento georgiano, la Russia è intervenuta militarmente occupando l'Ossezia meridionale ed una zona cuscinetto ai suoi confini all'interno della Georgia[5].
* Le regioni (tra parentesi i rispettivi capoluoghi) sono:
o Abcasia (Sukhumi), repubblica autonoma
o Agiaria (Batumi), repubblica autonoma
o Guria (Ozurgeti)
o Imereti (Kutaisi)
o Kakheti (Telavi)
o Kvemo Kartli (Rustavi)
o Mtskheta-Mtianeti (Mtskheta)
o Racha-Lechkhumi e Kvemo Svaneti (Ambrolauri)
o Samegrelo-Zemo Svaneti (Zugdidi)
o Samtskhe-Javakheti (Akhaltsikhe)
o Shida Kartli (Gori), comprendente l'Ossezia del Sud
o T'bilisi (Tbilisi), capitale nazionale dal 479 d.C.
* I distretti: Abasha, Adigeni, Akhalgora, Akhaltsikhe, Akhmeta, Ambrolauri, Aspindza, Baghdati, Bolnisi, Borjomi, Chkhorotsq'u, Chokhatauri, Dedoplistsq'aro, Dmanisi, Dusheti, Gardabani, Gurjaani, Java, Kareli, Kaspi, Kharagauli, Khashuri, Khobi, Khoni, Lagodekhi, Lanchkhuti, Lentekhi, Marneuli, Martvili, Mestia, Mtskheta, Ninotsminda, Oni, Ozurgeti, Q'azbegi, Q'vareli, Sachkhere, Sagarejo, Samtredia, Senaki, Sighnagi, Telavi, Terjola, Tetritsq'aro, Tianeti, Tsageri, Tsalenjikha, Tsalka, Vani, Zestaponi, Zugdidi.
Città principali [modifica]
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Per approfondire, vedi la voce Città della Georgia.
Batumi, Chiatura, Gagra, Gori, Kutaisi, Poti, Rustavi, Sukhumi, Tbilisi, Telavi, Tq'ibuli, Tskhinvali, Tsq'altubo.
Istituzioni
Sistema scolastico
Servizio sanitario
Forze armate georgiane
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Per approfondire, vedi la voce Aeronautica militare georgiana.
Le forze armate georgiane si compongono di 17 500 uomini, compresi 10 400 militari di leva. I militari comprendono le forze al suolo (protezione civile nazionale compresa), le forze della difesa aerea, la forza marittima della difesa e le forze interne.
Il 23 marzo 1994, la Georgia fu una delle prime Repubbliche ex-sovietiche che si unì alla Partnership for Peace. La Georgia è il primo paese che ha presentato la documentazione speciale (maggio 2004) ed il 29 ottobre 2004 la NATO ha approvato il primo IPAP per la Georgia. In caso di successo dell'IPAP, la Georgia avrà una buona occasione per accedere al piano d'azione di insieme dei membri (MAP). La Georgia, sponsorizzata dagli Stati Uniti d'America, si dota del programma (GTEP) che è stato lanciato nel mese di aprile del 2002. Anche se il programma si è concluso formalmente nel 2004, la Georgia continua a godere della cruciale assistenza militare dalla NATO, soprattutto da parte di Stati Uniti e Turchia, e da Israele. Il governo georgiano ha annunciato una riforma delle forze armate georgiane per aderire ai protocolli della NATO. Il governo ha progettato di ridurre il numero delle forze armate ed aumentare il numero dei militari di carriera a due terzi della forza totale. Il referendum popolare per l'adesione alla NATO, svoltosi il 5 gennaio 2008 contestualmente alle elezioni presidenziali, ha ottenuto il 61 per cento di favorevoli all'adesione.
La Georgia ha una relativa forza peacekeeping in Kosovo e partecipa alle operazioni militari in Iraq e in Afghanistan. Spesa militare annua: 23 milioni di dollari USA.
L'inno
Dal 14 novembre 1990 al 23 aprile 2004 l'inno nazionale georgiano è stato Dideba zetsit kurtheuls (in georgiano დიდება ზეცით კურთხეულს), vecchio inno recuperato che era già stato in uso dal 1918 al 1920, attualmente è in uso invece Tavisupleba (in georgiano თავისუფლება).
Politica
I presidenti della Repubblica di Georgia
* Zviad Gamsakhurdia (1991-1992)
* Eduard Amvrosis dze Shevardnadze (26 novembre 1995 - 23 novembre 2003)
* Ninò Anzoris asuli Burdzhanadze (22 novembre 2003 - 25 gennaio 2004 (all'opposizione dal 23 novembre 2003)
* Mikheil Nikolozis dze Saakashvili (25 gennaio 2004 - 25 novembre 2007)
* Ninò Anzoris asuli Burdzhanadze (25 novembre 2007 - 5 gennaio 2008)
* Mikheil Nikolozis dze Saakashvili (5 gennaio 2008 - attuale)
Partiti politici
* La Nuova Destra-Imprenditori; (destra). (ახალი მემარჯვენეები-მრეწველები)
* Unione Movimento Nazionale; (destra). (ერთიანი ნაციონალური მოძრაობა)
* Democrazia-Nazionale; (sinistra). (ეროვნულ-დემოკრატიული პარტია)
* Partito Laburista; (sinistra). (ლეიბორისტული პარტია)
* Movimento Politico Libertà; (sinistra). (პოლიტიკური მოძრაობა თავისუფლება)
* Partito della Repubblica; (centro-sinistra). (რესპუბლიკური პარტია)
* Conservatori della Georgia; (centro-sinistra). (საქართველოს კონსერვატორები)
Economia
Le ricerche archeologiche dimostrano che la Georgia già dai tempi antichi commerciava con diverse regioni, grazie alla sua posizione nel Mar Nero e successivamente al passaggio nella sua area dello storico itinerario commerciale noto come Via della Seta. Oro, argento, rame e ferro erano già nell'antichità estratti nella regione del Caucaso. La vinificazione è anch'essa una tradizione molto antica.
Nel corso della storia moderna georgiana l'agricoltura e il turismo sono stati i principali settori economici, favorito dal clima e dalla topografia.
Per la maggior parte del 20º secolo, l'economia della Georgia è stata subordinata all'economia pianificata sovietica essendo il paese federato all'URSS.
Dopo la caduta dell'Unione Sovietica nel 1991, la Georgia ha avviato una grande riforma strutturale progettata per la transizione verso un'economia di libero mercato. Tuttavia, come tanti altri stati post-sovietici, la Georgia si trova ad affrontare un grave collasso economico. La guerra civile e militare dei conflitti in Abkhazia e Ossezia del Sud ha aggravato la crisi. La produzione agricola e quella industriale sono diminuite. Nel 1994 il prodotto interno lordo era ridotto a un quarto di quello del 1989.
Il primo aiuto finanziario dall'occidente è venuto nel 1995, quando la Banca mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno concesso alla Georgia un credito di 206 milioni di dollari americani e la Germania un credito di 50 milioni di marchi tedeschi.
Nel 2001 il 54% della popolazione viveva al di sotto della soglia nazionale di povertà, ma entro il 2006 la povertà è diminuita al 34%. Nel 2005 il reddito medio mensile di una famiglia è stata di 347 lari (circa 200 dollari americani).
Dall'inizio del 2000 sviluppi positivi sono stati osservati per l'economia della Georgia. Nel 2007 il tasso di crescita reale del PIL ha raggiunto il 12%, facendo della Georgia una delle economie a più rapida crescita in Europa orientale. La Banca Mondiale ha definito la Georgia "il primo paese al mondo in termini di riforme economiche" perché in un anno è passata dal 112° al 18° posto nella classifica dei paesi dove è più agevole sviluppare attività economiche.[senza fonte] Tuttavia, il paese ha un elevato tasso di disoccupazione (12,6%) ed è ha un reddito piuttosto basso rispetto alla media europea.
Le stime del FMI del 2007 indicano un PIL nominale di 10,3 miliardi di dollari americani. L'economia è sempre più orientata ai servizi (che rappresentano ora il 65% del PIL) e al settore agricolo (10,9%).
2006 Il divieto di importazioni di vino georgiano in Russia, uno dei più grandi partner commerciali della Georgia, e la rottura di legami finanziari con essa, è stato descritto dalla missione FMI missione come uno "shock esterno". Inoltre, la Russia ha aumentato il prezzo del gas per la Georgia. A ciò è seguito il picco inflattivo del Lari georgiano. La Banca nazionale della Georgia ha dichiarato che l'inflazione è stata provocata principalmente da ragioni esterne, compresa l'embargo economico operato dalla Russia nei suoi confronti.
Risorse minerarie
La Georgia è un paese povero di minerali, tranne qualche giacimento di medie o piccole dimensioni di manganese, carbon fossile, petrolio. Il resto delle materie prime è importato, soprattutto dalla vicina Russia.
2009-12-05
Géorgie - FRAnce
Géorgie
La Géorgie (en géorgien საქართველო, translitéré en Sakartvelo) est un pays du Caucase, situé sur la ligne de division entre l'Europe et l'Asie. La capitale de la Géorgie est Tbilissi et la devise le lari.
L'histoire de la Géorgie remonte aux royaumes de Colchide et d'Ibérie. La Géorgie est l'une des premières nations à adopter la religion chrétienne (devenue l'orthodoxie à partir du schisme de 1054) comme religion officielle, au début du IVe siècle. Au début du XIXe siècle, la Géorgie est annexée par la Russie impériale, mais récupère son indépendance en 1918. Elle est ensuite incorporée en tant que république de l'Union soviétique.
L'indépendance de la Géorgie est restaurée en 1991. Le pays accumule pendant la décennie 1990 les difficultés économiques et des guerres d'indépendance (Abkhazie, Adjarie, Ossétie du Sud), perdant une importante partie de son ancien territoire. Un nouveau président arrive au pouvoir après le coup d'État de la Révolution des Roses.
En août 2008, la Géorgie s'engage dans un conflit armé avec la Russie et les armées d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud. La Géorgie perd cette guerre-éclair, et la Russie reconnaît les États abkhaze et sud-ossète comme indépendants de la Géorgie. Le 28 août 2008, le parlement géorgien déclare l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud comme des « territoires sous occupation russe ». Cette position diplomatique de la Russie est presque isolée: son exemple ne fut suivi que par le Nicaragua et le Venezuela.
La Géorgie est une république présidentielle et séculière. Toutefois, l'idée d'une restauration d'une monarchie constitutionnelle est très populaire dans certains cercles, notamment l'Église orthodoxe géorgienne. Aujourd'hui, le pays est membre de l'Organisation des Nations unies, du Conseil de l'Europe, de l'Organisation mondiale du commerce, de la Coopération économique de la mer Noire et de l'Alliance GUAM. La Géorgie tente, avec l'Ukraine, de devenir un membre de l'OTAN et, à plus long terme, de l'Union européenne.
La Géorgie a des frontières avec la Fédération de Russie au nord, l'Azerbaïdjan à l'est, l'Arménie au sud et la Turquie au sud-ouest. Le pays couvre un territoire de 69 000 km² ; sa population, sans compter l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud est de 4,4 millions d'habitants, avec environ 84 % de Géorgiens ethniques.
Sommaire
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* 1 Étymologie
* 2 Histoire
o 2.1 Avant le christianisme
o 2.2 Entrée de la Géorgie au Moyen Âge
o 2.3 Le Royaume de Géorgie
o 2.4 La Division
o 2.5 Entre Annexion et Indépendance
o 2.6 La Géorgie : terre de Staline
o 2.7 Le chaos de l'autonomie suprême
* 3 Géographie
o 3.1 Géographie physique
o 3.2 Environnement, faune et flore
o 3.3 Géographie administrative et division territoriale
* 4 Population, démographie et culture
o 4.1 Démographie dans l'histoire
+ 4.1.1 Généralités
+ 4.1.2 Diaspora et Immigration
+ 4.1.3 La Géorgie, entre nationalisme et séparatisme
o 4.2 Religion
+ 4.2.1 Anciennes croyances et mythologie
+ 4.2.2 Religions actuelles
# 4.2.2.1 Christianisme
# 4.2.2.2 Islam
# 4.2.2.3 Judaïsme
o 4.3 Société
+ 4.3.1 Fêtes et jours fériés
+ 4.3.2 L'Éducation en Géorgie
+ 4.3.3 Problèmes d'hier et aujourd'hui
* 5 État
* 6 Économie
* 7 Culture
o 7.1 Musique
o 7.2 Écrivains
o 7.3 Cinéastes
* 8 Divers
* 9 Notes et références
* 10 Voir aussi
o 10.1 Bibliographie
o 10.2 Articles connexes
o 10.3 Liens externes
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Étymologie
Les Géorgiens se nomment eux-mêmes Kartvelebi (ქართველები) et appellent leur langue kartuli (ქართული). Ces termes viennent de l'ancêtre mythique des Géorgiens, Karthlos, qui est considéré comme le père de la Géorgie. Mais une autre théorie dit que ces noms sont dérivés du mot ქართ – (kart – «endroit fortifié»). Aujourd’hui, ce mot est utilisé sous la forme ქართი et veut dire « enclos »).
La dénomination européenne du pays, Géorgie, utilisée par une très grande partie des langues mondiales, vient du persan Gurji (گرجی), influencé par l'arabe Jurj. La prononciation du nom du pays à l'occidentale venant du préfixe grec geōrg- (γεωργ), on pensait jadis que le nom de Géorgie venait de saint Georges de Lydda (qui est d'ailleurs le saint protecteur du pays). Mais on sait aujourd'hui qu'il vient en réalité du Grec γεωργία (geōrgia), qui veut dire agriculture.
Dans l'Antiquité, on appelait les habitants de l'actuelle Géorgie les Ibères, du nom du royaume dans lequel ils vivaient, l'Ibérie, ce qui troublait les géographes de l'Antiquité qui pensaient que ce nom n'était utilisé que pour les habitants de la Péninsule ibérique. D'ailleurs c'est cette confusion qui induit certains Géorgiens à faire des Ibériens du Caucase les ancêtres des Ibériens de la Péninsule. Mais en réalité, le nom caucasien d'Ibérie viendrait de celui de la ville géorgienne Sper, aujourd'hui İspir en Turquie.
Gorj, la dénomination persane des Géorgiens, est également la racine des mot turc Gürcü et russe Грузин (« Gruzin »). La Géorgie est nommée Gourdjistân (en persan : گرجستان, gurjistān), Gürcistan en turc, Грузия (Grouziïa) en russe et également גרוזיה (Grouzia) en hébreu. Le nom persan vient probablement de gorg (loup), qui est aussi l'origine du surnom du roi d'Ibérie Vakhtang Ier Gorgassali (Tête de loup), car les Anciens considéraient le Gourdjistan comme la Terre des loups.
Les dénominations arméniennes pour Géorgien et Géorgie, respectivement Vir et Virq, viennent d'Ibérie avec la perte du -i- initiale et la substitution par le w ou le v du b d'Ibérie.
Histoire
Article détaillé : Histoire de la Géorgie.
Avant le christianisme
D'après les recherches paléonthologiques effectuées entre 1999 et 2001, les premiers hominidés, représentés par l'espèce Homo georgicus, apparurent aux frontières du nord transcaucasien il y a environ 1,8 million d'années. Bientôt, l'espèce se développa et de nombreuses cultures se disséminèrent à travers le Caucase, de Trialétie au Koura-Araxe. À la période historique, la Géorgie comme tout le reste du Caucase se trouva dans une position de carrefour entre les puissances qui l'entouraient. Les Scythes ravagèrent la région dès le VIe siècle av. J.-C., invasion suivie d'une annexion achéménide. Durant la seconde moitié du IVe siècle avant notre ère, le conquérant Alexandre le Grand atteignit à son tour les frontières de la Géorgie actuelle. Son règne fut une étape marquante vers une société géorgienne unifiée, fait qui ne se produira que plusieurs siècles plus tard.
Au IIIe siècle av. J.-C., la Géorgie était divisée en deux : une partie occidentale, de culture grecque (la Colchide) et une partie orientale et indépendante, l'Ibérie. Alors que la Colchide devait bientôt tomber aux mains de ses puissants voisins (du royaume du Pont à l'empire romain), l'Ibérie, quant à elle, se développait peu à peu jusqu'au point de rivaliser avec l'Arménie pour le contrôle du Caucase. Mais la République romaine disposa bientôt de la faible puissance du petit royaume qui fut vassalisée par Rome jusqu'à l'arrivée des Arsacides aux frontières géorgiennes. Ceux-ci envahirent à leur tour le pays dès le IIe siècle de notre ère. L'Ibérie constitua dès lors une source de conflit, au même titre que l'Arménie, entre l'Empire romain et l'Empire parthe.
Entrée de la Géorgie au Moyen Âge
L'Ibérie à son apogée, au début du VIe siècle
Avec l'arrivée du IVe siècle, la Géorgie orientale changea considérablement. Non seulement l'Ibérie passa directement d'une suzeraineté sassanide (dynastie persane qui avait succédé aux Parthes) à une orientation romaine, mais dès les années 330, la Géorgie se convertit au christianisme apporté par Sainte Nino de Cappadoce, une nonne de Jérusalem de la famille de Georges de Lydda. Après cet événement, la culture géorgienne se développa à travers la chrétienté et en quelques décennies, elle atteint son apogée en même temps que le royaume ibère, sous le règne de Vakhtang Ier Gorgassali, un monarque qui réussit à vaincre à la fois les Perses et les Byzantins, tout comme les lointains Indiens et ses proches vassaux. À la fin du Ve siècle, en effet, l'Ibérie réussit à soumettre l'ancienne Colchide et fut ainsi remplacé par un substitut de Géorgie unifiée.
Mais cet avènement de la puissance ibère fut toutefois anéanti quelques dizaines d'années après la mort du roi Vakhtang Ier, plus précisément dans les années 580, quand la Perse annexa la Géorgie orientale pour en faire une province de son empire. Ce fut le début d'une période trouble de l'histoire de la nation, divisée à maintes reprises entre les Perses, les Byzantins, les Arabes et quelques princes locaux assez puissants pour reprendre provisoirement le titre de roi. À la fin du IXe siècle, après la longue décadence qui suivit les invasions arabes du VIIe siècle, le prince de la Tao Adarnassé IV unifia la Géorgie orientale et prit le titre de « roi des Géorgiens », probablement aidé par son voisin arménien [1].
Le Royaume de Géorgie
Article détaillé : Royaume de Géorgie.
Au début du XIe siècle, le prince bagration (descendant du premier roi des Géorgiens, Adarnassé IV d'Ibérie) Bagrat III d'Abkhazie unifia pour la première fois de son histoire la nation géorgienne, du royaume d'Abkhazie à celui de Kakhétie, rassemblant dans un unique État tous les pays partageant la même religion et la même culture que l'Ibérie. En quelques années, ce Bagrat III réussit par ailleurs à soumettre bon nombre de ses voisins, dont l'émirat de Gandja, à l'aide de son précieux allié, l'Arménie. Toutefois, dans des buts politiques, il se sépara de la tradition pro-byzantine de ses ancêtres et, bien au contraire, s'allia avec le Califat fatimide, musulman et contre Constantinople. C'est pour cette raison que la première moitié du XIe siècle sera principalement illustré par les nombreux conflits militaires entre le royaume de Géorgie et l'empire byzantin.
La reine Tamar de Géorgie
Toutefois, dès la fin des années 1040, ce conflit qui dura deux générations s'arrêta et laissa place à l'ancienne inimitié des Géorgiens et des musulmans, cette fois représenté par l'empire seldjoukide. Une guerre contre ce même empire éclata en 1048, quand les forces alliés de la Géorgie et de Byzance triomphèrent de cette tribu turque à la bataille de Kapetrou. Cet affrontement s'échalona jusqu'à bientôt se transformer en croisade géorgienne, en raison du caractère religieux de ces guerres. Mais les courtes victoires caucasiennes furent bientôt remplacé par de terribles dévastations de la part des Seldjoukides dans la Géorgie. Dévastations qui ne s'achèveront qu'à la fin du XIe siècle, quand le jeune David II monta sur le trône. Celui-ci acheva non seulement le retrait des troupes des envahisseurs en-dehors de la Géorgie mais conquit d'importantes régions jusqu'à former un empire géorgien. Il unifia les terres situés entre la Mer Noire et la Mer Caspienne et réalisa la conquête de l'Arménie, de l'Alanie et d'une grande partie des terres circaucasiennes. Sa politique fut par la suite continuée par ses successeurs qui achevèrent la prise du sud transcaucasien au début du XIIIe siècle, sous le règne de la puissante reine Tamar de Géorgie.
Mais bientôt, les monarques ne purent contenir de si grandes parcelles de terres dans un seul et unique pays. Non seulement, plusieurs révoltes nobiliaires éclatèrent, mais en plus, en 1223, les Mongols apparurent aux frontières du pays et vainquirent la monarchie géorgienne en quelques décennies. Il faut attendre la fin du XIIIe siècle pour que le royaume reprenne légèrement de sa gloire passée, mais cela n'empêcha pas l'instauration d'un royaume indépendant en Géorgie occidentale dans les années 1270. Petit-à-petit, la Géorgie sombra dans le déclin et les Mongols furent remplacés d'abord par les Timourides, puis par les Turcomans. Devenue unique région chrétienne du Moyen-Orient à la chute de Trébizonde en 1461, la Géorgie dut finalement se diviser en trois entités distinctes.
La Division
Article détaillé : Division du royaume de Géorgie.
En 1478, Constantin II accèda au trône géorgien dans une période de guerre civile et de chaos intérieur. Une dizaine d'années plus tard, en 1490, un grand conseil national proclama la division officielle du royaume de Géorgie, qui laissa place à trois entités : l'Iméréthie (ouest), dirigée par Alexandre II, le Kartli (centre) qui resta aux mains de Constantin II, et la Kakhétie (est), qui revint au prince Alexandre Ier. À partir de cette période, les trois royaumes ne furent guère plus que des vassaux des puissances musulmanes qui les entouraient : l'empire ottoman et la Perse séfévide.
Vakhtang VI de Karthli, dernier roi de la dynastie de Moukhra
A cette époque, la division de la Géorgie fit profiter aux États vassaux de la Ciscaucasie de se proclamer indépendants. Toutefois, ils furent bientôt remis sur place lorsque les Ottomans annexèrent (de jure) ces régions, entourant désormais la totalité de la Géorgie occidentale. Bientôt, l'Iméréthie sombra à son tour dans le chaos quand la noblesse réussit (notamment grâce à la conversion de ces nobles à l'Islam) à gagner de la puissance. En à peine un demi-siècle, l'Abkhazie, la Svanétie, la Mingrélie et la Gourie devinrent indépendantes (de facto) vis-à-vis de Koutaïssi, dont les rois furent par la suite des instruments et des pantins des puissants princes Dadiani de Mingrélie, qui n'hésitaient pas à se proclamer monarques à leur tour quand le moment se présentait.
Les deux autres royaumes géorgiens, le Kartli et la Kakhétie, étaient, quant à eux, sous une administration plus stable, quoi qu'imparfaitement répartie. Dans ces deux régions transcaucasiennes, les guerres civiles étaient très courantes et souvent, des tentatives d'unification par la force étaient organisées. Le Shah de Perse, qui n'était officiellement que le suzerain, nommait également le roi de ces provinces et avait le pouvoir de le chasser du trône quand il était jugé coupable d'insoumission. C'est ainsi que plusieurs monarques périrent dans le martyr, notamment en raison de leur foi chrétienne orthodoxe. Au XVIIe siècle, la dynastie de Moukhran accèda au trône de Kartli et une nouvelle période commença dans l'histoire de la Géorgie orientale. La plupart du temps, les monarques de cette dynastie tentèrent de recréer un royaume unifié de Géorgie, tentative qui fut dans les faits réalisée quand le roi Vakhtang V réussit à placer sur les trônes de Kakhétie et d'Iméréthie ses propres enfants, qui furent toutefois chassés du trône en quelques années suite à une pression des Turcs.
Le XVIIIe siècle fut une période de renaissance pour la Géorgie. À l'ouest, les monarques d'Iméréthie avaient petit-à-petit réussi à regagner leur pouvoir héréditaire, tandis que la culture géorgienne se développa énormément à l'est du pays, culture qui était en fait un mélange de traditions locales et de culture persane. L'imprimerie fut importée au début du siècle et les premières relations avec le nouvel empire russe (également chrétien orthodoxe) se développèrent à cette période. Ces relations s'agrandirent de plus en plus, énervant la Perse séfévide, qui n'hésita pas à détrôner la dynastie de Moukhran pour placer des princes de Kakhétie sur le trône de Kartli. Cela contribua notamment à la formation d'un nouveau royaume géorgien unifié dans les années 1760 dans l'est du pays.
Entre Annexion et Indépendance
En 1762, la Géorgie orientale fut en effet unifiée sous un seul sceptre, celui du roi Héraclius II, qui fonda ainsi le Royaume de Kartl-Kakhétie, probablement dans un espoir de reconquête de l'indépendance perdue vis-à-vis des Perses. C'est pourquoi, en 1783, le roi signa à Guiorguievsk un traité de protection et de coopération militaire bilatérale avec l'empire russe de Catherine II, qui se posait désormais en suzeraine de la Géorgie. Toutefois, ce traité n'empêcha pas les Perses d'Agha Mohammad Shah de ravager le pays et de prendre la capitale, Tbilissi, qui fut complètement brûlée en 1795. Trois années plus tard, le roi Georges XII succèda à son père sur le trône géorgien et son court règne fit reconfirmer le traité de Guirguievsk. Mais quand la mort de ce monarque arriva à son tour en 1800, la Russie n'hésita pas à annexer le royaume de Kartl-Kakhétie, qui devint une simple province de l'empire d'Alexandre Ier.
Ilia Tchavtchavadzé, écrivain géorgien du XIXe siècle
Ce dernier profita alors de sa nouvelle situation pour continuer son chemin dans le Caucase. En 1813, l'Émirat de Gandja fut annexé à l'empire et le Khanat d'Erevan dut se soumettre en 1828, après un siège d'une année. Puis bientôt, l'Iméréthie devint la dernière cible du gouvernement russe. Après une courte guerre, le roi Salomon II fut emprisonné et transporté à Tbilissi, avant de rejoindre l'Empire ottoman. Bientôt, toutes les principautés géorgiennes indépendantes (Abkhazie, Svanétie, Moukhran...) furent également annexées par l'empire russe. Dès lors, Saint-Pétersbourg créa la Vice-royauté du Caucase avec pour centre administratif Tbilissi, vice-royauté qui sera divisée en gouvernorat, dont celui de Sakartvélo-Iméréthie, l'actuelle Géorgie.
Mais la période d'annexion russe fut également une époque de développement de la société et de la culture géorgienne. À cette période, en effet, maintes églises furent restaurées, des écoles furent créées et la littérature géorgienne accéda à son apogée, notamment grâce aux écrivains Ilia Tchavtchavadzé et Akaki Tsereteli, dont les œuvres sont encore aujourd'hui des références en la matière. Toutefois, alors que la culture transcaucasienne se réorientait vers le christianisme orthodoxe (se séparant de la tradition persane qui dominait le pays durant près de cinq siècles), le nationalisme fit également son apparition. Plusieurs révoltes se produisirent durant le XIXe siècle et le socialisme fut introduit en Géorgie dès l'émancipation des serfs de Géorgie en 1865. La mort controversée du prince Dimitri Kipiani en 1887 fit également éclater des manifestations antirusses dans toute la Géorgie et bientôt, les Géorgiens profitèrent de la mauvaise situation en Russie pour se proclamer indépendants.
La Géorgie : terre de Staline
Articles détaillés : République démocratique de Géorgie et République socialiste soviétique de Géorgie.
Dès 1917, les trois pays transcaucasiens profitèrent de la Révolution russe pour proclamer leur indépendance au sein d'une union, la République démocratique fédérative de Transcaucasie, qui était gouvernée principalement par des Géorgiens et dont la capitale était Tbilissi. Mais la cohabitation des trois peuples sud-caucasiens vira aux nationalismes et à peine un an plus tard, la République démocratique de Géorgie fut proclamée (26 mai 1918). Deux jours plus tard, l'Arménie et l'Azerbaïdjan se séparèrent à leur tour et la RDFT disparut définitivement.
Joseph Staline, leader soviétique d'origine géorgienne
La situation géopolitique de la Géorgie de l'époque la mit sous la protection automatique des forces de la Triplice et les troupes allemandes débarquèrent bientôt à Batoumi, une des villes qui sera plus tard donnée à l'empire ottoman. Mais la fin de la Première Guerre mondiale changea la situation locale et le gouvernement menchevik de Tbilissi fut finalement reconnu par les alliés de la Triple-Entente, quand l'armée britannique établit une première base militaire dans la capitale du pays. Toutefois, cela n'empêcha pas les pays voisins de s'en prendre au jeune État indépendant et entre 1918 et 1921, maintes guerres opposèrent la RDG à la Turquie, l'Arménie, l'Azerbaïdjan et la Russie. Cette dernière, sous le contrôle d'un gouvernement révolutionnaire de la Ciscaucasie, fut par la suite remplacée par un gouvernement bolchévik qui signa un traité d'alliance avec Tbilissi en 1920. Or, malgré une coopération déclarée et une reconnaissance mutuelle, la Géorgie fut finalement envahie par les forces soviétiques en février 1921, mettant fin à l'éphémère indépendance du pays.
Après l'invasion soviétique, la République socialiste soviétique de Géorgie fut proclamée et vint bientôt un bras de fer entre les différentes fractions de Moscou, soit celles dirigées par Lénine et Staline, durant l'Affaire géorgienne des années 1920, qui mènera également à la perte de près d'un tiers des territoires géorgiens au profit de ses différents voisins. En décembre 1922, l'URSS est proclamée et la RSG devint une des trois républiques de la République socialiste fédérative soviétique de Transcaucasie, dissoute à son tour en 1936.
En 1927, Staline arriva à la tête de l'Union soviétique après avoir procédé à des éliminations politiques. À partir de cette époque, la destinée de la Géorgie changea. En effet, le dictateur soviétique était né sous le nom de Joseph Djoughachvili à Gori, en Géorgie et pour (entre autres) cette raison, le statut de la région changea considérablement. Dans les années 1930, une fois après avoir supprimé toute opposition anti-communiste, le gouvernement de Moscou fit de la Géorgie un endroit de détente pour les hommes riches de Russie. Puis petit-à-petit, la contrée se développa et après la Deuxième Guerre mondiale, plusieurs leaders du monde (dont Georges Pompidou, Fidel Castro...) visitèrent le pays. À la mort de Staline en 1953, son successeur Nikita Khrouchtchev entama une politique qui consistait à supprimer le culte de la personne de l'ancien chef d'État. Pour cette raison, plusieurs manifestations et révoltes éclatèrent à Tbilissi, et chacune d'entre elles fut brutalement arrêtée. Bientôt, une opposition se développa et à partir des années 1970, un sentiment nationaliste fort se développa en Géorgie. En 1990, finalement, la RSS de Géorgie fut dissoute et remplacée par le Conseil Suprême.
Le chaos de l'autonomie suprême
La Géorgie proclama son indépendance le 9 avril 1991 et nomma comme chef d'État Zviad Gamsakhourdia. Or celui-ci se montra bientôt comme un dictateur nationaliste aux yeux de ses opposants qui se développèrent seulement quelques mois après son arrivée au pouvoir. Pendant ce temps, le gouvernement avait profité de cette situation pour supprimer l'autonomie de l'oblast d'Ossétie du Sud qui fut intégrée dans la région de Mtskheta-Mtianétie. Cette action poussa les autochtones ossètes à se rebeller contre le gouvernement et des clashs militaires firent des dizaines de morts jusqu'à la fin de l'année. Finalement, les troupes nationales perdirent le contrôle du conflit le 28 novembre, quand les séparatistes proclamèrent leur indépendance, probablement soutenue par la Russie.
Edouard Chevardnadzé, chef d'État de la Géorgie de 1992 à 2003.
Plus tard dans l'année, les membres de l'opposition s'armèrent quand le commandant limogé de la Garde Nationale Tenguiz Kitovani rejoint le camp anti-Gamsakhourdia. À la fin du mois de décembre 1991, ils avaient commencé le siège du Parlement qui sera pris le 6 janvier 1992, date du coup d'État qui fit exiler le Président Gamsakhourdia chez ses voisins caucasiens. À ce moment, un Conseil d'État fut formé et l'ancien chef du parti communiste géorgien Edouard Chevardnadzé fut choisi pour chef du Conseil intérimaire. Celui-ci continua la guerre en Ossétie du Sud et, au lieu d'atténuer les conflits séparatistes, il envoya des troupes géorgiennes en Abkhazie pour réprimer les nationalistes qui viraient vers le sécessionnisme à leur tour. Mais Tbilissi se heurta à une opposition armée et soutenue logistiquement par la Russie. En un peu plus d'une année, la guerre fut achevée et les séparatistes, après avoir déclarés à leur tour leur indépendance, opérèrent à un nettoyage ethnique des Géorgiens présents sur leur territoire. Suite à cette défaite, Tbilissi tenta de se rapprocher politiquement de la Russie qui s'accorda à lui envoyer une aide militaire pour combattre les nouveaux opposants menés par Gamsakhourdia qui avait établit un gouvernement en-exil à Zougdidi. Cette ville fut par la suite prise par les autorités géorgiennes en novembre 1993 et un mois plus tard, Zviad Gamsakhourdia fut retrouvé mort dans le village de Khiboula.
La défaite du nouveau gouvernement géorgien face aux séparatistes fit monter leur impopularité chez le peuple dont une partie continua à se battre en l'honneur de Gamsakhourdia. En 1995, de nouvelles élections furent organisés et à la suite de celles-ci, le Conseil d'État fut dissous et Edouard Chevardnadzé devint Président de la République. Sa présidence fut notamment caractérisée par une longue crise économique qui attisa plusieurs membres du gouvernement soutenus par les capitalistes occidentaux contre lui. En 2000, il fut réélu à la Présidence de la République mais ne put empêcher plusieurs partis d'opposition de se former. Par une dernière tentative, il essaya d'orienter sa politique en direction de l'Occident notamment en concluant une alliance militaire avec les États-Unis, mais en novembre 2003, le peuple se révolta et mena la Révolution des Roses, qui aboutit à la destitution de Chevardnadzé. Un gouvernement intérimaire fut alors constitué et en janvier 2004, Mikheil Saakachvili fut élu à la présidence.
Ce dernier entama une ouverture économique et conclut des alliances avec les pays arabes et occidentaux qui redressèrent la situation financière critique. Saakachvili mit en œuvre également une politique anti-russe et pro-occidentale ; en particulier, la Géorgie demanda son adhésion à l'OTAN avec l'Ukraine. Mais cela ne régla pas la situation des provinces sécessionnistes, qui n'étaient tourjours pas reconnues sur le plan international. Les échecs des tentatives de réunification du pays entrainèrent de nombreuses manifestations en novembre 2007 et Mikheil Saakachvili dut démissionner un mois plus tard pour organiser des élections présidentielles anticipées. Il fut à nouveau élu en janvier 2008, malgré une grande impopularité.
A partir de cette réélection, les affrontements militaires entre séparatistes Abkhazes et sud-Ossètes et Géorgiens se multiplièrent. En avril 2008, une crise aérienne opposa Tbilissi à l'Abkhazie tandis que quelques mois plus tard, une bombe tua des policiers géorgiens à la frontière sud-ossète. En réponse à ces provocations, Tbilissi décida alors de bombarder Tskhinvali dans le but de reprendre le contrôle de la région. Mais l'armée russe vint bientôt en aide aux Ossètes et envahit la Géorgie à partir de l'Abkhazie et de l'Ossétie du Sud. Ce fut la deuxième guerre d'Ossétie du Sud. Ce conflit s'acheva deux semaines plus tard mais resta un sujet de forte tension internationale notamment entre Washington, qui soutenait la Géorgie, et Moscou, qui avait reconnu au mois d'août 2008 les indépendances de l'Abkhazie et de l'Ossétie du Sud. L'exemple de Moscou fut alors suivi seulement par le Nicaragua un mois plus tard et par le Venezuela un an plus tard.
Le 29 août 2008, la Géorgie rompt toute relation diplomatique avec la Fédération de Russie ; le gouvernement suisse accepte de représenter les intérêts de la Géorgie à Moscou via une section des intérêts géorgiens[2].
Géographie
Article détaillé : Géographie de la Géorgie.
Géographie physique
Carte topographique de la Géorgie
La Géorgie est un pays montagneux et subtropical d'une superficie de 69 700 km² (avec l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud). Le pays a des frontières communes terrestres avec quatre pays : la Russie au nord (723 km), l'Azerbaïdjan à l'est (322 km), l'Arménie au sud (164 km) et la Turquie au sud-ouest (252 km). À l'ouest, le pays est bordé par la Mer Noire. Aujourd'hui, la Géorgie est en conflit au nord avec les indépendantistes dans les provinces d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud, tandis qu'au sud-est, le gouvernement azerbaïdjanais réclame l'intégration à son territoire du complexe monastique de David Gardja depuis la chute de l'Union soviétique en 1991.
La Géorgie est un des trois pays de la Transcaucasie, subdivision régionale du Caucase, avec l'Arménie et l'Azerbaïdjan. Le pays est principalement montagneux, mais certaines contrées du pays sont dominées par d'autres paysages, tels que le Plateau de Djavakhétie, à la frontière arménienne. Au nord, par contre, la frontière russe est une véritable frontière naturelle composée d'une grande chaîne de montagnes, le Grand Caucase, par opposition au Petit Caucase, qui occupe la partie sud du pays. Les troisième et quatrième plus hauts sommets du Caucase avec le Mont Chkhara (5 058 m) et le Kazbek (5 047 m) se trouvent en Géorgie.
Les villes, les villages et les communautés rurales sont généralement construites en hauteur, sauf quand elles sont situées au bord de la mer Noire, comme Sokhoumi, Poti et Batoumi. Ainsi, la capitale Tbilissi est située à une altitude moyenne de 572 mètres, tandis que certains villages sont situés dans les montagnes les plus hautes du Caucase, rendant difficile leur accès et conduisant à une autarcie et une culture différente de celle du reste du pays, héritière des temps anciens et des croyances païennes de l'Antiquité. D'un certain côté, cette situation était très profitable aux habitants du pays : en effet, la Géorgie ayant été une terre de pillages, de ravages et d'invasions durant toute son histoire, ceux qui habitaient dans ces montagnes étaient épargnés, d'où la conservation de certains édifices religieux datant du Haut-Moyen Âge.
L'église de la Trinité du village de Guerguétie, à 2 170 m d'altitude.
La Géorgie est traversée par de nombreux fleuves et cours d'eau. Le principal est le Mtkvari (ou Koura) qui a un cours de 1 515 km et qui prend sa source au nord-est de la Turquie, avant de traverser la capitale géorgienne Tbilissi et se jeter dans la mer Caspienne, en Azerbaïdjan. Il y a également d'autres rivières importantes telles l'Alazani etle Rioni. Toutefois, aucune d'elles n'est navigable. Depuis les années 1990 elles sont équipées d'usines hydroélectriques.
Le climat de la Géorgie est subtropical à l'ouest et méditerranéen à l'est. La chaîne du Grand Caucase modère ses variations en servant de barrière contre l'air froid venant du nord. L'air chaud et humide de la mer Noire se déplace facilement dans les plaines côtières de l'ouest. Le climat varie en fonction de la distance à la mer Noire et de l'altitude. Le long de la côte de la mer Noire, de l'Abkhazie à la frontière turque, et dans la région dite Kolkhida (basses terres intérieures de la côte), les caractéristiques dominantes du climat subtropical sont une humidité élevée et de fortes précipitations (1 000 à 2 000 mm par an, le port de la mer Noire Batumi reçoit 2 500 mm par an). Plusieurs variétés de palmiers poussent dans ces régions, où la température moyenne passe de 5 °C en hiver à 22 °C en été. Les plaines de l'est de la Géorgie sont abritées des influences de la mer Noire par les montagnes qui offrent un climat plus continental. La température en été est en moyenne de 20 à 24 °C, les températures hivernales de 2 à 4 °C. L'humidité est plus faible, et la pluviométrie moyenne 500 à 800 mm par an. Un climat alpin est présent dans les montagnes de l'est et de l'ouest, entre 2 100 et 3 600 m, ainsi qu'une région semi-aride sur le plateau Iori dans le sud-est. À haute altitude, les précipitations sont parfois deux fois plus importantes que dans les plaines orientales et de la neige et de la glace sont présentes toute l'année.
Les tremblements de terre et des glissements de terrain dans les zones montagneuses sont une menace importante pour la vie et les biens. L'une des plus anciennes traces historique d'activité sismique en Géorgie date de 1088, quand un tremblement de terre détruisit villes et forteresses sous le règne de Georges II ; cela servira, entre autres choses, de prétexte à sa destitution l'année suivante. Plus récemment, on peut citer le tremblement de terre de Gori de 1920 ou bien les glissements de terrain en Adjarie en 1989 qui ont déplacé des milliers de personnes dans le sud-ouest de la Géorgie. En 1991, deux tremblements de terre ont détruit plusieurs villages dans le centre-nord de la Géorgie et en Ossétie du Sud.
Environnement, faune et flore
La Géorgie abritait autrefois une population de loups, d'ours bruns et de lynx particulièrement importante. Aujourd'hui, celle-ci a fortement diminué mais certaines espèces restent encore bien présentes sur le territoire. Ecureuils, cerfs et renards cohabitent dans les forêts mixtes de feuillus. Chamois, bouquetins et mouflons peuplent le haut des alpages, tandis qu'un peu partout, vit une faune ornithologique particulièrement riche. On peut également, entre autres espèces, observer le faucon pèlerin, le vautour fauve, le busard mais aussi le vautour noir d'Eurasie ou l'aigle royal. Le littoral accueille quant à lui des colonies de pélicans et de cigognes. Par ailleurs, le célèbre Faisan de Colchide a été nommé en raison de sa découverte dans l'ouest du pays.
Faisan de Colchide (Phasianus colchicus)
La Géorgie compte de nombreux parcs et réserves naturels abritant des espèces végétales d'une grande diversité. Parmi eux, Borjomi (la réserve de l'est), le Parc National Kharagaouli, ou le site protégé d'Eroutchétie. Le climat et le relief étant différents d'une région à l'autre, la flore s'est adaptée et varie en fonction du milieu. C'est pourquoi on peut apercevoir, aussi bien des forêts de feuillus composées de châtaigners, de chênes, de hêtres et d'érables, que des forêts mixtes et de conifères, en altitude. Sur le littoral de la mer Noire, on a l'occasion de voir essentiellement des plantes exotiques. La Géorgie est également la terre de plus de 6 330 variétés de champignons. Officiellement, la flore géorgienne comprend entre 4 200 et 4 500 espèces vasculaires, 675 types de mousses, 738 lichens et 1 763 algues.
Malgré cette richesse sauvage, le domaine environnemental au sein de la société géorgienne n'est toutefois pas bien développé. À partir des années 1980, la pollution de la mer Noire a grandement nuit à l'industrie touristique en Géorgie. Cette pollution est due en majorité au traitement insuffisant des eaux usées. À Batoumi, par exemple, 18 % des eaux usées sont traitées avant d'être rejetées dans la mer. On estime que 70 % de la surface de l'eau contient des bactéries nocives pour la santé auxquels le taux élevé des maladies intestinales est attribué. La guerre en Abkhazie du début des années 1990 a fait d'importants dégâts à l'habitat écologique propre à cette région. À d'autres égards, les experts ont considéré les problèmes d'environnement de la Géorgie moins graves que ceux des anciennes républiques soviétiques plus industrialisées. Résoudre les problèmes de la Géorgie en matière d'environnement n'était pas une priorité du gouvernement national de l'époque post-soviétique. Cependant, en 1993 le ministre de la Protection de l'environnement a démissionné pour protester contre cette inactivité. En janvier 1994, le Conseil des Ministres a annoncé un nouveau système de surveillance de l'environnement. Ce système inter-ministériel permet de centraliser des programmes distincts sous la direction du ministère de la Protection de l'environnement. Le système comprendrait un centre de l'environnement et de l'information et une agence de la recherche. Le petit contingent du Parti vert a poussé le Parlement à aborder ces questions.
Géographie administrative et division territoriale
Article détaillé : Divisions administratives de Géorgie.
La Géorgie est subdivisée en neuf régions, nommées mkhare (მხარე), deux républiques autonomes (ავტონომიური რესპუბლიკა) et une Ville (k'alak'i) :
1. République autonome d'Abkhazie
2. Mingrélie et Haute-Svanétie
3. Gourie
4. République autonome d'Adjarie
5. Ratcha-Lechkhoumi et Basse-Svanétie
6. Iméréthie
1. Samtskhe-Djavakheti
2. Shida Kartli
3. Mtskheta-Mtianétie
4. Kvemo Kartli
5. Kakhétie
6. Ville de Tbilissi
Regions of Georgia.png
Le statut administratif actuel de la République de Géorgie est issu de la série des décrets gouvernementaux des années 1994-1996, faits dans un cadre temporaire, en attendant la résolution définitive des conflits avec les indépendantistes d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud. Jusque là, la Géorgie avait hérité de la division organisée au temps du Conseil Suprême de la Géorgie de Zviad Gamsakhourdia (1990-1991) qui avait fait débuter le conflit ossèto-géorgien en annulant le statut de l'Oblast autonome d'Ossétie du Sud le 10 décembre 1990. Par ailleurs, depuis que Mikheil Saakachvili est arrivé au pouvoir en 2004, de nouvelles tentatives de négociations ont été enclenchées. L'une des propositions de Tbilissi est actuellement de fournir un statut de république autonome à l'Ossétie du Sud, au sein d'une « Fédération de Géorgie ». Un processus pour la création d'une telle entité est mis en route le 13 juillet 2007 et une entité provisoire d'Ossétie du Sud prônant pour un tel statut entretient un « gouvernement alternatif » de la région depuis avril 2007.
Les relations avec les autres régions autonomes ont également été très tendues. Avec la guerre civile géorgienne du début des années 1990, l'Adjarie décida de fermer ses frontières de facto avec la Géorgie et devint dans les faits une région indépendante, dirigée par un musulman, Aslan Abachidzé. La situation perdure jusqu'à la Révolution des Roses et le bras de fer politique atteint son paroxysme en mai 2004, quand les derniers ponts reliant l'Adjarie à la Géorgie furent détruits. Finalement, suite à des manifestations de masse à Batoumi, Abachidzé dut quitter la Géorgie et se réfugier à Moscou, d'où il fut condamné à 15 ans de prison in absentia.
L'Abkhazie, quant à elle, est dirigée par des indépendantistes depuis la prise de Sokhoumi le 27 septembre 1993, qui fut suivie par un nettoyage ethnique des Géorgiens de la région, qui représentaient pourtant la majorité de la population abkhaze depuis le XIXe siècle[3]. Jusqu'à la Deuxième Guerre d'Ossétie du Sud, le gouvernement de Tbilissi contrôlait toujours la Vallée de Kodori, renommée la Haute-Abkhazie. Toutefois, suite à la bataille de la Vallée de Kodori (9 août - 12 août 2008), les séparatistes abkhazes aidés par les Russes finirent par reprendre possession de la région.
Plus récemment, des problèmes réapparaissent en Samtskhe-Djavakheti, dont la majorité ethnique des Arméniens demande une autonomie vis-à-vis de Tbilissi, accusant le gouvernement géorgien de vouloir « géorgianiser » la région. Cela entraîna notamment un refroidissement des relations avec l'Arménie où il y eut plusieurs manifestations pour une autonomie des Arméniens de Géorgie depuis le début de l'année 2009.
Population, démographie et culture
Démographie dans l'histoire [modifier]
Article détaillé : Démographie de la Géorgie.
Évolution démographique
La population de la Géorgie varia sans cesse avec le cours de l'histoire du pays, en fonction des frontières instables et généralement non-naturelles de la nation. Au Moyen Âge, le peuple géorgien dut probablement acquir un pic relatif durant la période appelée Âge d'Or (XIIe-XIIIe siècles), mais les nombreuses invasions des Mongols, des Turcs, des Perses et les ravages causés par les raids des tribus caucasiennes des Ossètes et des Daghestanais causèrent une baisse de la population nationale durant toute la période comprise entre le XIIIe et le XIXe siècle. Le roi Héraclius II (1762-1798) dut même encourager la fondation de colonies grecques et arméniennes dans son royaume pour tenter de redresser la situation économique désastreuse causée par la double-guerre contre les Ottomans et les Afsharides.
Quand la Géorgie fut annexée par la Russie impériale au début du XIXe siècle avec le reste du Caucase, de nombreux colons russes et étrangers vinrent s'installer dans la région et la fin des raids des Caucasiens au milieu du siècle garantit une stabilisation de la population qui commença petit-à-petit à s'augmenter. Finalement, en 1919, lors de l'indépendance de la République démocratique de Géorgie, la population s'élevait à 2 500 000 habitants, dont les Abkhazes et les Ossètes qui demandaient déjà leur autonomie, aidés par les Bolcheviks. Durant la période soviétique, le nombre d'habitants au sein de la République socialiste soviétique de Géorgie ne cessait de monter et une forte « géorgianisation » (ou plutôt « soviétisation ») chez certaines minorités ethniques du pays fut opérée par les autorités communistes de Tbilissi. Ainsi, durant toute la période socialiste (et peut-être avant), les Abkhazes étaient largement minoritaires dans leur propre Abkhazie, ne représentant que 30% de la région en 1926, 15% en 1959 et 17,8 % en 1989. Dans un cadre plus large, la population ethniquement géorgienne augmenta considérablement au niveau national, composant plus de 73% de la population à la chute de l'Union soviétique (chiffre qui ne cesse d'augmenter depuis).
Toutefois, la guerre civile, les nettoyages ethniques faits par les Abkhazes, et les nombreux conflits internes des années 1990 firent baisser la population du pays considérablement. C'est ainsi que du pic national de 5,5 millions d'habitants en 1992, on passe à 4,5 millions en 2002. Mais la Révolution des Roses apporta une certaine amélioration dans le domaine de la démographie de la Géorgie. En 2008, la population était de 4 630 841 habitants, avec l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud.
Généralités
Structure de la population de la Géorgie
Pyramide des âges de la Géorgie, 2005
Population 4 ... habitants
Densité de la population 66,9 hab./km²
Taux de croissance de la population -0,34 %
Âge médian (population totale)
- Hommes
- Femmes 37,7 ans
35,3 ans
40,1 ans
Structure par âge
- 0-14 ans
- 15-64 ans
- 65 ans et plus 17,3 %
66,2 %
16,5 %
Rapport de masculinité (population totale)
- À la naissance
- Moins de 15 ans
- 15-64 ans
- 65 ans et plus 0,91 homme/femme
1,15 homme/femme
1,13 homme/femme
0,93 homme/femme
0,67 homme/femme
Part de la population urbaine 52 %
Sources: The World Factbook, CIA[4]; ONU[5]; FAO
Mortalité en Géorgie
Taux brut de mortalité 9,23 ‰
Taux de mortalité infantile (population totale)
- Hommes
- Femmes 17,97 ‰
20,06 ‰
15,56 ‰
Espérance de vie à la naissance (population totale)
- Hommes
- Femmes 76,09 ans
72,80 ans
79,87 ans
Source: The World Factbook, CIA[4]
Natalité en Géorgie
Taux brut de natalité 10,41 ‰
Indice synthétique de fécondité 1,42 enfant(s)/femme
Source: The World Factbook, CIA[4]
Autres indicateurs sociaux
en Géorgie
Taux d'alphabétisation (population totale)
- Hommes
- Femmes 100 %
100 %
100 %
Nombre moyen d'années passées à l'école 11 ans
Taux de séropositivité au VIH/SIDA
(chez les adultes) moins de 0,1 %
Taux d'accès à l'eau potable 79 %
Taux de chômage 12,6 %
Sources: The World Factbook, CIA[4]; ONU[6],[7]
Diaspora et Immigration
La diaspora géorgienne est l'ensemble des communautés de Géorgiens vivant à l'étranger. Pour la plupart de ces communautés, une longue histoire est liée à leur fondation. D'après les récents recensement, la population géorgienne à l'étranger s'élevait à 3 937 200 personnes. Avec pas moins de 1 500 000 Géorgiens, la Turquie est aujourd'hui le pays qui possède la plus grande communauté géorgienne du monde. Presque la moitié de ces Géorgiens viennent d'Adjarie et durent se réfugier en Turquie en trois grandes vagues : 1829 (annexion de plusieurs territoires géorgiens par l'empire ottoman), 1878 (fin de la guerre russo-turque) et 1921 (fin des prétentions de la Turquie sur l'Adjarie et arrivée de la plupart des musulmans du sud-ouest géorgien dans le pays). Pour cette raison, la Turquie et la Géorgie ont toujours essayé d'entretenir des relations amicales depuis la fin de l'Union soviétique.
Alexandre Bagration-Imeretinski
Il existe aussi d'importantes communautés en Russie et en Iran, où se trouvent 1 000 000 de Géorgiens dans chacun des deux pays. Mais alors que les Géorgiens d'Iran furent déportés de force par milliers au XVIIIe siècle lors des invasions du Shah Abbas Ier de Perse, ceux de Russie ont plutôt des origines politiques. Les premiers Géorgiens à arriver en Russie datent probablement de l'exil du roi Artchil Ier d'Iméréthie. Le fils de ce dernier, Alexandre Bagration-Imeretinski (1674-1711) fonda par ailleurs une communauté géorgienne à Vsesviatskoï, avant de créer le premier centre d'imprimerie géorgienne de l'histoire, à Moscou. Une seconde vague arriva à Moscou avec le roi Vakhtang VI, quand celui-ci fut détrôné par les Perses en 1724. Il apporta avec lui plusieurs grands nobles qui fondèrent de nouvelles familles géorgiennes russifiées (Eristoff, Davidov, Yachvili...). Les Géorgiens d'Israël ont eux-aussi une ancienne histoire. Ils seraient probablement arrivés en Terre Sainte lors de la célèbre Âge d'Or de la Géorgie (1156-1242), quand les souverains chrétiens du Caucase parrainaient la fondation de monastères dans les terres des Croisades. D'un autre côté, les nombreux Juifs de Géorgie ont également leur histoire et d'après certaines légendes, les premiers Israëlites qui arrivèrent dans le Caucase datent de la prise de Jérusalem par le roi babylonien Nabuchodonosor II en -586.
Les Géorgiens d'Europe et des États-Unis sont quant à eux plus récents. La plupart d'entre eux datent de l'invasion soviétique de la République démocratique de Géorgie en 1921, quand le président de la RDG (Noé Jordania) en personne fonda un gouvernement en-exil basé à Leuville-sur-Orge, en France (la communauté géorgienne en France contient plus de 500 personnes), et ce même si certain Géorgiens étaient déjà arrivés en Amérique du Nord dans les années 1880 (une troupe de cavaliers caucasiens accompagnaient Buffalo Bill avant de gagner leur propre nom en organisant des spectacles devant la reine Victoria du Royaume-Uni et le Président Théodore Roosevelt). Par ailleurs, il existe même une « Éparchie de Sainte-Nino », entité religieuse composée de Géorgiens orthodoxes et dépendant du Patriarcat de Constantinople, fondée en France en 1921.
Il existe également d'autres communautés en Asie et en Amérique. Ainsi, le Brésil, l'Azerbaïdjan, le Japon, Singapour, le Canada, l'Argentine et le Mexique ont tous des populations s'élevant à plus de 1 000 Géorgiens, tandis que certaines minces communautés se trouvent en Grande-Bretagne et aux Philippines, communautés issus de marchands du XVIIIe siècle.
La Géorgie, entre nationalisme et séparatisme
L'identité nationale géorgienne a été la principale philosophie du peuple géorgien depuis que la nation existe. Toutefois, malgré une culture nationale unique, la Géorgie est une mosaïque de groupes ethniques, dont les Géorgiens ne sont qu'une partie. Depuis longtemps, les Grecs, les Arméniens, les Perses, les Turcs ou bien les Abkhazes et les Ossètes ont cohabité avec la principale ethnie de la Géorgie pour contribuer à la fondation de la nation géorgienne. Chaque région du pays reflète cet environnement social complexe. Ainsi, Jean Chardin, un voyageur français de la fin du XVIIe siècle qui visita le Caucase durant ses voyages en Perse, parla ainsi de Tiflis :
« Les Géorgiens ont de la civilité et de l'humanité, et de plus ils sont graves et modérés... Chacun peut en Géorgie, vivre dans sa religion et dans ses coutumes, en discourir et la défendre. On y voit des Arméniens, des Grecs, des Juifs, des Turcs, des Persans, des Indiens, des Tartares, des Moscovites et des Européens[8]. »
Toutefois, un véritable nationalisme géorgien naquit alors que la Russie (et le reste de l'Europe) découvrait le socialisme. Dès les années 1840, quand la Géorgie était englobée dans l'orbe impériale russe, de nombreuses révoltes du peuple géorgien contre la Russie impériale, qui empêchaient les rêves des peuples caucasiens (dont la fondation d'universités) de se réaliser, se produisirent et quand la révolution russe arriva en 1917, la Transcaucasie en profita pour déclarer son indépendance. Toutefois, le chauvinisme des militants nationalistes géorgiens ne permit pas l'existence de la jeune fédération transcaucasienne et la Géorgie devint à son tour indépendante. Ce nationalisme fut à nouveau supprimé par les autorités soviétiques quand l'Armée rouge envahit le pays en 1921, avant de l'intégrer dans la République socialiste fédérative soviétique de Transcaucasie.
Quand cette union fut dissolue en 1936, la Géorgie recouvrait son unité au sein d'une plus grande fédération (l'URSS) et les pouvoirs centraux de Tbilissi décidèrent d'organiser une politique de « géorgianisation » vis-à-vis des minorités ethniques nationales, notamment les Abkhazes sous Lavrenti Beria. Cela contribua également au développement d'une mentalité patriotique à la Géorgie et avec la perestroïka de Gorbatchev, les choses ne firent qu'empirer. En 1990, un ancien dissident soviétique, Zviad Gamsakhourdia, accèda à la présidence de la RSS géorgienne, le premier à être élu à un tel poste dans toute l'URSS sans avoir été nommé par le Politburo. Celui-ci déclara l'indépendance du pays et vira bientôt à un ultra-nationalisme extrémiste et fasciste qui donna aux minorités un sentiment de détresse. Pour cette raison, les ethnies abkhazes et ossètes entrèrent en sécession et les musulmans et les Arméniens commencèrent à se sentir en danger, suivis par les Grecs. De nos jours, le président Saakachvili tenta en vain d'organiser une politique de « réconciliation nationale », mais seuls les Adjares musulmans revinrent dans le giron de Tbilissi, alors que les Grecs et les Arméniens commencèrent petit-à-petit à rentrer dans leur patrie d'origine.
Division ethnique du Caucase
Voici le tableau des principales minorités ethniques de Géorgie, l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud non-comprises :
Division ethnique de la Géorgie Minorité ethnique Population en Géorgie Pourcentage total Remarques
Géorgiens
4 630 850 83,8% Comprend les Mingrèles, les Svanes, les Lazes et les Adjares
Azéris
284 761 6,5% Principalement au sud-est du pays
Arméniens
250 000 5,7% Majoritaire en Djavakhétie (sud de la Géorgie)
Russes
67 671 1,5%
Ossètes
38 028 0,8%
Grecs
15 166 0,3%
Tchétchènes
8 000 0,17% La plupart de ceux-ci vivent dans le nord de la Kakhétie depuis le XIXe siècle
Tatares
4 000 0,085%
Abkhazes
3 527 0,075%
Assyriens
3 000 0,06%
Turcs
1 200 0,025%
Autres 4 000 0,085% Comprend les Chinois, les Kabardes, les Kurdes et les Ukrainiens
Religion
Anciennes croyances et mythologie
Malgré le fait que la Géorgie est l'une des premières nations à avoir adopté le Christianisme comme religion officielle, les croyances païennes occupaient la vie spirituelle de ces Caucasiens pour la majeure partie de l'Antiquité. D'après la source controversée qu'est l'Histoire du Kartli (rédigée au XIIe siècle par l'évêque Léon de Rouissi), celles-ci datent de la période de guerres civiles qui régnaient en Géorgie orientale pour la succession de Mtskhetos, un des ancêtres mythiques des Géorgiens. D'après la chronique, les combattants avaient alors oublié leur dévotion envers un unique Dieu et commencèrent à « invoquer le soleil et les étoiles ». En réalité, il est probable que les Géorgiens avaient toujours été païens et que leur ancienne religion n'était pas issu d'une décision nationale mais plutôt des relations entre les Géorgiens et les puissants peuples voisins. En effet, la similitude entre les Panthéons géorgiens, persans et hittites est frappante. Les noms de certains dieux sont même similaires chez les Géorgiens et les Hittites.
Toutefois, la première unité religieuse de la Géorgie (du moins de l'Ibérie) date du IIIe siècle av. J.-C., quand le roi (semi-légendaire) Pharnabaze Ier, dans la vague de réformes qu'il fit durant son très long règne de 60 ans, imposa un unique Panthéon à son peuple. Celui-ci consistait d'une trinité, dirigée par Armazi, dieu de la Lune et dieu des Dieux, variante probable de l'Arma hittite. Il était suivi de ses deux fidèles, Gatsi et Gaïm, réputés pour correspondre aux Attis et Cybèle des croyances anatoliennes. Puis venaient les divinités inférieures : Dali, déesse de la Chasse et de la Fertilité, Otchopintre, dieu des Forêts et du Vin... Et finalement les héros, tel qu'Amirani, l'équivalent géorgien du Prométhée grec. Toutefois, de grands bouleversements se produisirent au IVe siècle de notre ère. A l'époque, le roi Mirvan III d'Ibérie se convertit au Christianisme et abandonna à jamais les divinités païennes. Mais le peuple fut plus dur à convertir. Pour cette raison, on sentit le besoin, comme dans d'autres pays à la population dite « barbare », de laisser un soupçon de coutume polythéistes dans la religion orthodoxe. Ainsi, Armazi disparut mais laissa place à Saint Georges de Lydda, saint protecteur de la Géorgie depuis le Moyen Âge, dont la célébration est accompagnée de sacrifices animaux dans quelques régions montagneuses du pays.
Religions actuelles
Christianisme
Le Christianisme est la première religion de la Géorgie depuis des siècles. En effet, la nation géorgienne est considérée comme la troisième à avoir adopté cette religion comme celle de l'État, les deux premières étant l'Arménie et l'Éthiopie, durant la première moitié du IVe siècle de notre ère. Toutefois, malgré l'ancienneté de la religion en Géorgie, les chrétiens furent de tout temps persécutés par les différentes autorités dominatrices du Caucase. Ainsi, les Sassanides imposaient déjà leurs règles du Zoroastrisme en Ibérie durant les premiers siècles de l'Orthodoxie géorgienne, persécutant ceux qui refusaient de se soumettre à celles-ci. Plus tard, les Arabes firent de nombreux martyrs parmi la population et la noblesse du pays durant le Haut Moyen Âge et les Turcs et les Perses répétèrent leurs actes du XVIe au XVIIIe siècle. Plus récemment, les bolcheviks communistes athées ordonnèrent le massacre de plusieurs centaines de chrétiens et la fermeture de pas moins de 1 500 églises rien que dans les années 1920.
Toutefois, aujourd'hui, 88,6% de la population géorgienne est chrétienne. Puis en parlant des branches du Christianisme, 83,9% sont fidèles au Catholicossat-Patriarcat de toute la Géorgie, indépendante depuis 486 et dirigée par le Catholicos-Patriarche Ilia II, Archevêque de Mtskheta et de Tbilissi, depuis le 25 décembre 1977. La Constitution de Géorgie, adoptée en août 1995, définit également le rôle spécial de l'Église orthodoxe dans la vie nationale, mais garantit l'indépendance de l'État vis-à-vis de l'Église. Par ailleurs, un accord fut signé en 2002 entre le président Edouard Chevardnadze et le Patriarche Ilia II, officialisant les relations entre les deux entités. Le reste des chrétiens géorgiens sont partagés entre les membres de l'Église apostolique arménienne (3,9%) et les catholiques romains (0,8%), principalement situés dans le sud du pays. Il existe également des communautés de taille de sectes protestantes, principalement les Témoins de Jéovah, pourtant interdits en Abkhazie, et des fidèles de l'Église orthodoxe russe.
Dans les provinces séparatistes de Géorgie, les populations sont également à majorité chrétienne. Toutefois, des entités religieuses « dissidentes » occupent les sièges spirituels des républiques autoproclamées. Ainsi, il y a une Éparchie d'Abkhazie, non-reconnue par Constantinople, de même qu'une Éparchie d'Alanie, dépendante de l'Église orthodoxe de Grèce - Saint-Synode en résistance, en Ossétie du Sud. Pour les émigrés géorgiens en Europe occidentale, il existe une « Éparchie de Sainte-Nino », diosèce du Patriarcat de Constantinople, basée à Paris depuis l'exil des Géorgiens qui suivi l'invasion soviétique du pays (1921).
Islam
Les musulmans représentent aujourd'hui 9,9% de la population géorgienne (463 052 personnes), composant ainsi la seconde classe religieuse après les chrétiens orthodoxes. Toutefois, la répartition de l'islam en Géorgie est tout à fait inégale, la majorité de ses fidèles se situant dans la République autonome d'Adjarie, où ils ne représentent toutefois que 30% de la population, contre 64% de chrétiens. Dans cette région, jadis gouvernée par un leader musulman (Aslan Abachidze), les « musulmans géorgiens » (comme ils sont surnommés) sont principalement sunnites, en raison de l'activité des missionnaires turcs. En effet, l'Adjarie embrassa l'islam dès la mi-XVe siècle, quand elle fut intégrée dans le globe impérial ottoman, en même temps que le reste de la Géorgie occidentale. Il est par ailleurs intéressant de noter que la frontière entre la république autonome et la Turquie sur la côte de la mer Noire est en fait une mosquée.
Le reste des musulmans de Géorgie, des chiites pour la plupart, se trouvent en Géorgie orientale. Ainsi, on peut trouver d'importantes communautés en Kvemo Kartli, où les Azéris locaux font partis des disciples de Mahomet depuis les invasions séfévides du XVIIe siècle. Ceux-ci sont également bordés par les Kists, un groupe ethniquement proche des Tchétchènes et des Ingouches (Caucasiens musulmans), établis dans la Gorge de Pankissi (Kakhétie) en deux étapes successives : durant les guerres caucasiennes contre les autorités russes au XIXe siècle, puis après les bombardements russes de la Première guerre de Tchétchénie (années 1990), qui s'étendront dans la région géorgienne par la suite. Il existe également des minorités de musulmans en Abkhazie et dans la faible communauté meskhète (1 000 personnes aujourd'hui), dont près de 100 000 membres sont en exil depuis les déportations de Staline.
Minbar d'une mosquée de Batoumi
Dans un cadre politique, les musulmans sont relativement plus défavorisés que les chrétiens, dans le sens de la politique nationaliste des premiers chefs d'États de la Géorgie indépendante. Malgré le fait que lesdits musulmans existent en Géorgie depuis le VIIe siècle (invasion arabe du Caucase), le premier gouvernement extrêmiste de Zviad Gamsakhourdia ne garantissait guère la citoyenneté aux non-membres de l'Église orthodoxe géorgienne (principe de la « Géorgie aux Géorgiens »). Cela entraîna une vague d'émigration à l'étranger (notamment en Russie), faisant baisser la population islamique géorgienne de 12% en 1989 à ce qu'il en reste aujourd'hui. Plus récemment, sous la présidence d'Edouard Chevardnadze (1992-2003), une politique de conversion fut exercée par le catholicossat-patriarcat de Géorgie, encouragée par le gouvernement..
Quand Mikheil Saakachvili accéda au pouvoir en 2004, il rompit avec la culture laïque de son prédecesseur et changea les symboles nationaux, datant pour la plupart de 1918. Ainsi, il alla jusqu'à adopter un nouveau drapeau, surnommé le « drapeau aux cinq croix », tirant ses origines aux Croisades et au règne du roi Vakhtang Ier Gorgassali (Ve siècle), désormais considéré comme saint par les orthodoxes géorgiens. Cet acte démontra l'éloignement de la Géorgie vis-à-vis du plurialisme religieux, pourtant garanti par la Constitution. Dans un court terme, cela entraînera l'exil de plusieurs musulmans, tentant de se préserver leur croyance.
Judaïsme
La communauté juive est aujourd'hui, avec ses quelque 13 000 membres (dont 3 541 pratiquants), la plus faible des trois religions monothéistes présentes sur le sol de Géorgie. Toutefois, elle n'est pas la moins ancienne car son histoire date de bien avant l'arrivée du Christianisme dans le pays. Le fait est que les Chroniques Géorgiennes nous raconte que le peuple géorgien avait déjà commencé à « vénérer le Dieu d'Israël » quand il apprit la nouvelle de la traversée de la Mer Rouge par les Israëlites menés par Moïse, soit vers 1300 av. J.-C. Plus sérieusement, il est probable que la plus ancienne communauté judaïque géorgienne se soit établie dans le Caucase suite à la prise de Jérusalem par le roi babylonien Nabuchodonosor II (-586). A l'époque, les juifs créèrent un État tributaire et vassal du mamasakhlissat [seigneurie] de Mtskheta dans la vallée de l'Aragvi (actuelle Ossétie du Sud), avant de rentrer dans la monarchie unifiée d'Ibérie en -299. La seconde vague d'immigration judéenne dans le Caucase central daterait également de l'Antiquité et serait également issu d'un conflit militaire, cette fois-ci entre les Romains et les juifs, qui se déroula en 70 sous le règne de Vespasien. Paradoxalement, ces premiers Hébreux géorgiens contribuèrent à la conversion à l'Orthodoxie de la nation géorgienne, notamment par l'acquisition de la Sainte Tunique du Christ par des juifs géorgiens lors de la Crucifixion.
Malgré cela, le Moyen Âge fut une période très dure pour les juifs géorgiens, qui avaient même développé leur propre langage, le kivrouli, ou judéo-géorgien. Cette époque de douleur pour les communautés judaïques commença au VIIe siècle quand les Arabes envahirent la Géorgie orientale pour y établir un « émirat de Tiflis », censé durer jusqu'en 1122, date de la reprise de l'actuelle capitale géorgienne par les troupes du roi David II le Reconstructeur. Une courte période d'accalmie fut par la suite suivie par une domination difficile des Mongols, des Turcs et des Persans, époque durant laquelle les juifs durent s'exiler sur les rives de la Mer Noire. Le XIXe siècle et l'occupation russe ne furent guère meilleurs dans le cadre de la vie sociale des Hébreux en Géorgie. Les persécutions continuaient et la discrimination des autorités pétersbourguiennes amena à la création de véritables « ghettos » juifs dans les principales villes caucasiennes. Ces persécutions se transformèrent par la suite en massacres dans certaines régions de la Géorgie occidentale dans les années 1910, principalement organisés par les mencheviks dirigeant la République démocratique de Géorgie. Cette politique ne fut par ailleurs pas abandonnée par les autorités soviétiques une fois que l'Armée rouge envahit la Transcaucasie. C'est ainsi que plusieurs dizaines de massacres furent opérés jusque dans les années 1970 au sein de la RSS de Géorgie.
Synagogue de la ville d'Oni
Toutefois, les juifs continuaient à lutter pour la liberté de leurs croyances et de leur culture, presque plus que les chrétiens et les musulmans. Par exemple, en 1971, un groupe d'Israëlites géorgiens manifestèrent devant un bureau gouvernemental de Moscou. Ces déterminations entraînèrent la politique de répression anti-sémite communiste à se relâcher et à partir du début des années 1970, de vastes vagues d'émigration vers Israël, les États-Unis et l'Europe occidentale se déroulèrent sous l'œil bienveillant du lobby juif international. Ainsi, entre 1979 et 1989, la population juive de la Géorgie baissa de 4 000 individus et aujourd'hui, pas moins de 125 000 judéo-géorgiens vivent à l'étranger (100 000 rien qu'en Israël). Les derniers pratiquants du pays sont désormais regroupés en communautés dans des villes comme Tbilissi, Koutaïssi, Akhaltsikhe et Oni. Chacune de ses villes ont des synagogues, toutes sous la juridiction du Rabbinat de Géorgie, dirigé par le Rabbin Ariel Levin depuis 1991. Celui-ci signa entre autres en 1994 un accord avec le président Edouard Chevardnadze pour la conservation de la culture, de l'histoire et de la langue judéo-géorgienne. La Révolution des Roses ne changea rien à ces relations entre le gouvernement et la communauté hébraïque, alors que la situation des juifs dans les provinces séparatistes d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud se déteriorent année après année (le dernier quartier juif de Tskhinvali fut complètement détruit durant la Bataille de Tskhinvali de la Deuxième Guerre d'Ossétie du Sud en août 2008).
Société
Fêtes et jours fériés
Les jours fériés et fêtes de la République de Géorgie sont définies par l'article 20 du Code de travail national. Voici une liste détaillée de ceux-ci :
Date Nom français Nom géorgien Translitération en latin Remarques
1er janvier
Jour de l'an
ახალი წელი Akhali ts'eli
7 janvier
Noël orthodoxe
ქრისტეშობა Qhristeshoba
19 janvier
Jour du Baptême du Christ
ნათლისღება Nathlisgheba
3 mars
Fête des Mères
დედის დღე Dedis dghe
8 mars
Journée internationale des droits de la femme
ქალთა საერთაშორისო დღე Kalta saertachoriso dghe
9 avril
Journée de l'Unité national ეროვნული ერთიანობის დღე Erovnouli ertianobis dghe Commémoration de la tragédie de Tbilissi du 9 avril 1989 quand des dizaines de jeunes étudiants furent tués par les autorités soviétiques durant une manifestation pacifique.
Changeable Grande Semaine, Pâque orthodoxe, Lundi de Pâques
აღდგომა Aghdgoma Lors du Lundi de Pâques, une commémoration religieuse est organisé en l'honneur des Disparus.
9 mai
Fête de la Victoire sur le Fascisme
ფაშიზმზე გამარჯვების დღე Phachizmze gamardjvebis dghe
12 mai
Fête de Saint André
წმინდა მოციქულის ანდრია პირველწოდებულის საქართველოში შემოსვლის დღე Ts'minda motsiqhoulis andreys pirvelts'odeboulis sakartvelochi chemosvla dghe Commémoration de l'arrivée de Saint André en Géorgie, marquant le début de la christianisation du Caucase.
26 mai
Fête de l'Indépendance დამოუკიდებლობის დღე Damouk'ideblobis dghe Le 26 mai 1918, la Géorgie déclara son indépendance vis-à-vis de la RDF de Transcaucasie, marquant la fin de la domination russe qui dura 117 ans depuis 1801.
28 août
Dormition
მარიამობა Mariamoba
14 octobre
Jour de la Cathédrale de Svetistskhoveli (Mtskheta) სვეტიცხოვლობა Svetistskhovloba Commémoration de la construction de la première église de Géorgie. D'après les chroniques, elle fut construite dans les années 330 au-dessus de la Sainte Tunique du Christ.
23 novembre
Fête de Saint Georges
გიორგობა Guiorgoba Saint Georges de Lydda est le patron de la Géorgie. Sa fête est considérée comme la fête nationale.
L'Éducation en Géorgie
Problèmes d'hier et aujourd'hui
É
Indépendante depuis avril 1991 et membre du Conseil de l'Europe depuis le 27 août 1999, la Géorgie est une république présidentielle. Cependant, à l'automne 2007, le patriarche orthodoxe propose de restaurer la monarchie constitutionnelle, une idée qui rencontre un certain succès dans les rangs de l'opposition agacée par les pouvoirs renforcés du président Saakachvili[9]. Ce dernier a indiqué qu'il est membre de la grande dynastie caucasienne, les Bagrationi et a organisé sa prise de fonctions sur la tombe du roi David le Reconstructeur[10]. Les événements d'Ossétie du Sud et d'Abkhazie ont depuis relégué cette idée au second plan.
Le pouvoir exécutif est entre les mains du président qui est élu pour cinq ans. Son successeur constitutionnel est le président du Parlement. Actuellement, le président est Mikheil Saakachvili et son premier ministre est Nikoloz Guilaouri.
Le pouvoir législatif est composé du Parlement de Géorgie (Sak'art'velos Parlamenti), aussi connu sous le nom de Umaghiesi Sabcho (Conseil suprême), lequel compte 235 membres, élus pour une période de quatre ans, dont 150 sièges par représentation proportionnelle, 75 par des secteurs d'un seul siège et 10 membres qui représentent ceux déplacés de la région séparatiste d'Abkhazie. Le président du Parlement est David Bakradze.
Le pouvoir judiciaire en Géorgie a à sa tête une Cour suprême avec des juges élus par le Parlement, chargés d'examiner les recommandations du président et de la Cour constitutionnelle.
Économie
Article détaillé : Économie de la Géorgie.
La Géorgie a des ressources en cuivre, en manganèse et, plus limitées, en charbon. La production d'hydroélectricité est importante.
Culture [modifier]
Article détaillé : Culture de la Géorgie.
La langue officielle de la Géorgie est le géorgien.
Musique
Article détaillé : Musique géorgienne.
La musique géorgienne se caractérise par des polyphonies anciennes aux échelles particulières. Un riche instrumentarium ponctue par ailleurs les autres formes folkloriques.
Écrivains
* Alexandre Abacheli (1884 - 1954)
* Vaja Pshavela
* Chota Roustaveli
* Galaktion Tabidze
* Ilia Tchavtchavadzé
* Akaki Tsereteli
* Iakob Tsurtaveli
Cinéastes
* Tengiz Abuladze
* Gela Babluani
* Rezo Gabriadze
* Otar Iosseliani
* Merab Kokochashvili
* Mikhaïl Kalatozov
Fêtes et jours fériés Date Nom français Nom local Remarques
1er janvier Jour de l'an
26 mai Fête de l'indépendance (1918)
Fête nationale
23 novembre Saint Georges
Divers
* Population : 4 630 841 habitants (estimation de 2008). 0-14 ans : 16,3 % ; 15-64 ans : 67,1 %; + 65 ans : 16,6 %
* Littoral : 310 km
* Extrémités d'altitude : 0 m > + 5 201 m
* Espérance de vie des hommes : 73,21 ans (estimation de 2008)
* Espérance de vie des femmes : 80,26 ans (estimation de 2008)
* Taux de croissance de la population : -0,325 % (estimation de 2008)
* Taux de natalité : 10 62 ‰ (estimation de 2008)
* Taux de mortalité : 9 51 ‰ (estimation de 2008)
* Taux de mortalité infantile : 16 78 ‰ (estimation de 2008)
* Taux de fécondité : 1,43 enfant/femme (estimation de 2008)
* Taux de migration : -4 36 ‰ (estimation de 2008)
* Lignes de téléphone : 544 000 (en 2007)
* Téléphones portables : 2 400 000 (en 2007)
* Postes de radio : 3,5 millions (en 2006)[réf. nécessaire]
* Postes de télévision : 3,6 millions (en 2006)[réf. nécessaire]
* Utilisateurs d'Internet : 332 000 (en 2006)
* Nombre de fournisseurs d'accès Internet : 14 (en 2006)[réf. nécessaire]
* Routes : 20 274 km (dont 7 973 km goudronnés) (en 2004)
* Voies ferrées : 1 612 km
* Voies navigables : 324 km[réf. nécessaire]
* Nombre d'aéroports : 23 (dont 19 avec des pistes goudronnées) (en 2007)
Source : The CIA World Factbook[11]
Notes et références
1. ↑ Selon René Grousset, Histoire de l’Arménie des origines à 1071, Payot, Paris, 1947 (réimpr. 1973, 1984, 1995, 2008), 644 p., p. 398 il reçoit la couronne royale de « Roi des Géorgiens » du « Roi des rois » Smbat Ier d'Arménie, représentant de la branche aînée des Bagratides
2. ↑ http://www.lefigaro.fr/international/2008/08/29/01003-20080829ARTFIG00484-la-georgie-rompt-ses-relations-diplomatiques-avec-moscou-.php [archive]
3. ↑ (ru) Recensement de l'Abkhazie de 1886 à 2003 [archive] N.B. : Ici, les Mingréliens ont été rangés dans un groupe différent des Géorgiens même si ethniquement, ils ont un sous-groupe de l'ethnie géorgienne
4. ↑ a, b, c et d (en) The World Factbook, CIA (2006) [archive]
5. ↑ (en) ONU (2004) [archive]
6. ↑ (en) ONU (2001/2002) [archive]
7. ↑ (en) ONU (2000) [archive]
8. ↑ Jean Chardin, Voyage de Paris à Ispahan, I. De Paris à Tiflis, p. 291
9. ↑ « Géorgie: la monarchie constitutionnelle soutenue par une partie de l'opposition », Ria Novosti, Caucaz europenews, 8 octobre 2007, [lire en ligne [archive] (page consultée le 2 octobre 2008)].
10. ↑ « Un royaume de Géorgie d’actualité ? », Nicolas Landru, Caucaz europenews, 17 octobre 2007, [lire en ligne [archive] (page consultée le 2 octobre 2008)].
11. ↑ The CIA World Factbook
Voir aussi
Sur les autres projets Wikimedia :
* La Géorgie, sur Wikimedia Commons (ressources multimédia)
* La Géorgie, sur Wikinews (actualités libres)
* Armée géorgienne
Bibliographie
* Viatcheslav Avioutskii, Géopolitique du Caucase, Armand Colin, Paris, 2005
* Thomas Balivet, Géopolitique de la Géorgie, souveraineté et contrôle des territoires, L'Harmattan, Paris, 2005
* Bruno Adrie, Retour sur la Géorgie, Centre de Recherche sur la Mondialisation, Montréal, [lire en ligne (page consultée le 23 décembre 2008)]
* « Stratégies américaines aux marches de la Russie » dans Revue Hérodote, n°129, 2e trimestre 2008, Éditions de la Découverte
* « Un débat transatlantique sur l'UE et son voisinage » dans Revue Politique Étrangère, janvier 2008, Armand Colin
La Géorgie (en géorgien საქართველო, translitéré en Sakartvelo) est un pays du Caucase, situé sur la ligne de division entre l'Europe et l'Asie. La capitale de la Géorgie est Tbilissi et la devise le lari.
L'histoire de la Géorgie remonte aux royaumes de Colchide et d'Ibérie. La Géorgie est l'une des premières nations à adopter la religion chrétienne (devenue l'orthodoxie à partir du schisme de 1054) comme religion officielle, au début du IVe siècle. Au début du XIXe siècle, la Géorgie est annexée par la Russie impériale, mais récupère son indépendance en 1918. Elle est ensuite incorporée en tant que république de l'Union soviétique.
L'indépendance de la Géorgie est restaurée en 1991. Le pays accumule pendant la décennie 1990 les difficultés économiques et des guerres d'indépendance (Abkhazie, Adjarie, Ossétie du Sud), perdant une importante partie de son ancien territoire. Un nouveau président arrive au pouvoir après le coup d'État de la Révolution des Roses.
En août 2008, la Géorgie s'engage dans un conflit armé avec la Russie et les armées d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud. La Géorgie perd cette guerre-éclair, et la Russie reconnaît les États abkhaze et sud-ossète comme indépendants de la Géorgie. Le 28 août 2008, le parlement géorgien déclare l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud comme des « territoires sous occupation russe ». Cette position diplomatique de la Russie est presque isolée: son exemple ne fut suivi que par le Nicaragua et le Venezuela.
La Géorgie est une république présidentielle et séculière. Toutefois, l'idée d'une restauration d'une monarchie constitutionnelle est très populaire dans certains cercles, notamment l'Église orthodoxe géorgienne. Aujourd'hui, le pays est membre de l'Organisation des Nations unies, du Conseil de l'Europe, de l'Organisation mondiale du commerce, de la Coopération économique de la mer Noire et de l'Alliance GUAM. La Géorgie tente, avec l'Ukraine, de devenir un membre de l'OTAN et, à plus long terme, de l'Union européenne.
La Géorgie a des frontières avec la Fédération de Russie au nord, l'Azerbaïdjan à l'est, l'Arménie au sud et la Turquie au sud-ouest. Le pays couvre un territoire de 69 000 km² ; sa population, sans compter l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud est de 4,4 millions d'habitants, avec environ 84 % de Géorgiens ethniques.
Sommaire
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* 1 Étymologie
* 2 Histoire
o 2.1 Avant le christianisme
o 2.2 Entrée de la Géorgie au Moyen Âge
o 2.3 Le Royaume de Géorgie
o 2.4 La Division
o 2.5 Entre Annexion et Indépendance
o 2.6 La Géorgie : terre de Staline
o 2.7 Le chaos de l'autonomie suprême
* 3 Géographie
o 3.1 Géographie physique
o 3.2 Environnement, faune et flore
o 3.3 Géographie administrative et division territoriale
* 4 Population, démographie et culture
o 4.1 Démographie dans l'histoire
+ 4.1.1 Généralités
+ 4.1.2 Diaspora et Immigration
+ 4.1.3 La Géorgie, entre nationalisme et séparatisme
o 4.2 Religion
+ 4.2.1 Anciennes croyances et mythologie
+ 4.2.2 Religions actuelles
# 4.2.2.1 Christianisme
# 4.2.2.2 Islam
# 4.2.2.3 Judaïsme
o 4.3 Société
+ 4.3.1 Fêtes et jours fériés
+ 4.3.2 L'Éducation en Géorgie
+ 4.3.3 Problèmes d'hier et aujourd'hui
* 5 État
* 6 Économie
* 7 Culture
o 7.1 Musique
o 7.2 Écrivains
o 7.3 Cinéastes
* 8 Divers
* 9 Notes et références
* 10 Voir aussi
o 10.1 Bibliographie
o 10.2 Articles connexes
o 10.3 Liens externes
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Étymologie
Les Géorgiens se nomment eux-mêmes Kartvelebi (ქართველები) et appellent leur langue kartuli (ქართული). Ces termes viennent de l'ancêtre mythique des Géorgiens, Karthlos, qui est considéré comme le père de la Géorgie. Mais une autre théorie dit que ces noms sont dérivés du mot ქართ – (kart – «endroit fortifié»). Aujourd’hui, ce mot est utilisé sous la forme ქართი et veut dire « enclos »).
La dénomination européenne du pays, Géorgie, utilisée par une très grande partie des langues mondiales, vient du persan Gurji (گرجی), influencé par l'arabe Jurj. La prononciation du nom du pays à l'occidentale venant du préfixe grec geōrg- (γεωργ), on pensait jadis que le nom de Géorgie venait de saint Georges de Lydda (qui est d'ailleurs le saint protecteur du pays). Mais on sait aujourd'hui qu'il vient en réalité du Grec γεωργία (geōrgia), qui veut dire agriculture.
Dans l'Antiquité, on appelait les habitants de l'actuelle Géorgie les Ibères, du nom du royaume dans lequel ils vivaient, l'Ibérie, ce qui troublait les géographes de l'Antiquité qui pensaient que ce nom n'était utilisé que pour les habitants de la Péninsule ibérique. D'ailleurs c'est cette confusion qui induit certains Géorgiens à faire des Ibériens du Caucase les ancêtres des Ibériens de la Péninsule. Mais en réalité, le nom caucasien d'Ibérie viendrait de celui de la ville géorgienne Sper, aujourd'hui İspir en Turquie.
Gorj, la dénomination persane des Géorgiens, est également la racine des mot turc Gürcü et russe Грузин (« Gruzin »). La Géorgie est nommée Gourdjistân (en persan : گرجستان, gurjistān), Gürcistan en turc, Грузия (Grouziïa) en russe et également גרוזיה (Grouzia) en hébreu. Le nom persan vient probablement de gorg (loup), qui est aussi l'origine du surnom du roi d'Ibérie Vakhtang Ier Gorgassali (Tête de loup), car les Anciens considéraient le Gourdjistan comme la Terre des loups.
Les dénominations arméniennes pour Géorgien et Géorgie, respectivement Vir et Virq, viennent d'Ibérie avec la perte du -i- initiale et la substitution par le w ou le v du b d'Ibérie.
Histoire
Article détaillé : Histoire de la Géorgie.
Avant le christianisme
D'après les recherches paléonthologiques effectuées entre 1999 et 2001, les premiers hominidés, représentés par l'espèce Homo georgicus, apparurent aux frontières du nord transcaucasien il y a environ 1,8 million d'années. Bientôt, l'espèce se développa et de nombreuses cultures se disséminèrent à travers le Caucase, de Trialétie au Koura-Araxe. À la période historique, la Géorgie comme tout le reste du Caucase se trouva dans une position de carrefour entre les puissances qui l'entouraient. Les Scythes ravagèrent la région dès le VIe siècle av. J.-C., invasion suivie d'une annexion achéménide. Durant la seconde moitié du IVe siècle avant notre ère, le conquérant Alexandre le Grand atteignit à son tour les frontières de la Géorgie actuelle. Son règne fut une étape marquante vers une société géorgienne unifiée, fait qui ne se produira que plusieurs siècles plus tard.
Au IIIe siècle av. J.-C., la Géorgie était divisée en deux : une partie occidentale, de culture grecque (la Colchide) et une partie orientale et indépendante, l'Ibérie. Alors que la Colchide devait bientôt tomber aux mains de ses puissants voisins (du royaume du Pont à l'empire romain), l'Ibérie, quant à elle, se développait peu à peu jusqu'au point de rivaliser avec l'Arménie pour le contrôle du Caucase. Mais la République romaine disposa bientôt de la faible puissance du petit royaume qui fut vassalisée par Rome jusqu'à l'arrivée des Arsacides aux frontières géorgiennes. Ceux-ci envahirent à leur tour le pays dès le IIe siècle de notre ère. L'Ibérie constitua dès lors une source de conflit, au même titre que l'Arménie, entre l'Empire romain et l'Empire parthe.
Entrée de la Géorgie au Moyen Âge
L'Ibérie à son apogée, au début du VIe siècle
Avec l'arrivée du IVe siècle, la Géorgie orientale changea considérablement. Non seulement l'Ibérie passa directement d'une suzeraineté sassanide (dynastie persane qui avait succédé aux Parthes) à une orientation romaine, mais dès les années 330, la Géorgie se convertit au christianisme apporté par Sainte Nino de Cappadoce, une nonne de Jérusalem de la famille de Georges de Lydda. Après cet événement, la culture géorgienne se développa à travers la chrétienté et en quelques décennies, elle atteint son apogée en même temps que le royaume ibère, sous le règne de Vakhtang Ier Gorgassali, un monarque qui réussit à vaincre à la fois les Perses et les Byzantins, tout comme les lointains Indiens et ses proches vassaux. À la fin du Ve siècle, en effet, l'Ibérie réussit à soumettre l'ancienne Colchide et fut ainsi remplacé par un substitut de Géorgie unifiée.
Mais cet avènement de la puissance ibère fut toutefois anéanti quelques dizaines d'années après la mort du roi Vakhtang Ier, plus précisément dans les années 580, quand la Perse annexa la Géorgie orientale pour en faire une province de son empire. Ce fut le début d'une période trouble de l'histoire de la nation, divisée à maintes reprises entre les Perses, les Byzantins, les Arabes et quelques princes locaux assez puissants pour reprendre provisoirement le titre de roi. À la fin du IXe siècle, après la longue décadence qui suivit les invasions arabes du VIIe siècle, le prince de la Tao Adarnassé IV unifia la Géorgie orientale et prit le titre de « roi des Géorgiens », probablement aidé par son voisin arménien [1].
Le Royaume de Géorgie
Article détaillé : Royaume de Géorgie.
Au début du XIe siècle, le prince bagration (descendant du premier roi des Géorgiens, Adarnassé IV d'Ibérie) Bagrat III d'Abkhazie unifia pour la première fois de son histoire la nation géorgienne, du royaume d'Abkhazie à celui de Kakhétie, rassemblant dans un unique État tous les pays partageant la même religion et la même culture que l'Ibérie. En quelques années, ce Bagrat III réussit par ailleurs à soumettre bon nombre de ses voisins, dont l'émirat de Gandja, à l'aide de son précieux allié, l'Arménie. Toutefois, dans des buts politiques, il se sépara de la tradition pro-byzantine de ses ancêtres et, bien au contraire, s'allia avec le Califat fatimide, musulman et contre Constantinople. C'est pour cette raison que la première moitié du XIe siècle sera principalement illustré par les nombreux conflits militaires entre le royaume de Géorgie et l'empire byzantin.
La reine Tamar de Géorgie
Toutefois, dès la fin des années 1040, ce conflit qui dura deux générations s'arrêta et laissa place à l'ancienne inimitié des Géorgiens et des musulmans, cette fois représenté par l'empire seldjoukide. Une guerre contre ce même empire éclata en 1048, quand les forces alliés de la Géorgie et de Byzance triomphèrent de cette tribu turque à la bataille de Kapetrou. Cet affrontement s'échalona jusqu'à bientôt se transformer en croisade géorgienne, en raison du caractère religieux de ces guerres. Mais les courtes victoires caucasiennes furent bientôt remplacé par de terribles dévastations de la part des Seldjoukides dans la Géorgie. Dévastations qui ne s'achèveront qu'à la fin du XIe siècle, quand le jeune David II monta sur le trône. Celui-ci acheva non seulement le retrait des troupes des envahisseurs en-dehors de la Géorgie mais conquit d'importantes régions jusqu'à former un empire géorgien. Il unifia les terres situés entre la Mer Noire et la Mer Caspienne et réalisa la conquête de l'Arménie, de l'Alanie et d'une grande partie des terres circaucasiennes. Sa politique fut par la suite continuée par ses successeurs qui achevèrent la prise du sud transcaucasien au début du XIIIe siècle, sous le règne de la puissante reine Tamar de Géorgie.
Mais bientôt, les monarques ne purent contenir de si grandes parcelles de terres dans un seul et unique pays. Non seulement, plusieurs révoltes nobiliaires éclatèrent, mais en plus, en 1223, les Mongols apparurent aux frontières du pays et vainquirent la monarchie géorgienne en quelques décennies. Il faut attendre la fin du XIIIe siècle pour que le royaume reprenne légèrement de sa gloire passée, mais cela n'empêcha pas l'instauration d'un royaume indépendant en Géorgie occidentale dans les années 1270. Petit-à-petit, la Géorgie sombra dans le déclin et les Mongols furent remplacés d'abord par les Timourides, puis par les Turcomans. Devenue unique région chrétienne du Moyen-Orient à la chute de Trébizonde en 1461, la Géorgie dut finalement se diviser en trois entités distinctes.
La Division
Article détaillé : Division du royaume de Géorgie.
En 1478, Constantin II accèda au trône géorgien dans une période de guerre civile et de chaos intérieur. Une dizaine d'années plus tard, en 1490, un grand conseil national proclama la division officielle du royaume de Géorgie, qui laissa place à trois entités : l'Iméréthie (ouest), dirigée par Alexandre II, le Kartli (centre) qui resta aux mains de Constantin II, et la Kakhétie (est), qui revint au prince Alexandre Ier. À partir de cette période, les trois royaumes ne furent guère plus que des vassaux des puissances musulmanes qui les entouraient : l'empire ottoman et la Perse séfévide.
Vakhtang VI de Karthli, dernier roi de la dynastie de Moukhra
A cette époque, la division de la Géorgie fit profiter aux États vassaux de la Ciscaucasie de se proclamer indépendants. Toutefois, ils furent bientôt remis sur place lorsque les Ottomans annexèrent (de jure) ces régions, entourant désormais la totalité de la Géorgie occidentale. Bientôt, l'Iméréthie sombra à son tour dans le chaos quand la noblesse réussit (notamment grâce à la conversion de ces nobles à l'Islam) à gagner de la puissance. En à peine un demi-siècle, l'Abkhazie, la Svanétie, la Mingrélie et la Gourie devinrent indépendantes (de facto) vis-à-vis de Koutaïssi, dont les rois furent par la suite des instruments et des pantins des puissants princes Dadiani de Mingrélie, qui n'hésitaient pas à se proclamer monarques à leur tour quand le moment se présentait.
Les deux autres royaumes géorgiens, le Kartli et la Kakhétie, étaient, quant à eux, sous une administration plus stable, quoi qu'imparfaitement répartie. Dans ces deux régions transcaucasiennes, les guerres civiles étaient très courantes et souvent, des tentatives d'unification par la force étaient organisées. Le Shah de Perse, qui n'était officiellement que le suzerain, nommait également le roi de ces provinces et avait le pouvoir de le chasser du trône quand il était jugé coupable d'insoumission. C'est ainsi que plusieurs monarques périrent dans le martyr, notamment en raison de leur foi chrétienne orthodoxe. Au XVIIe siècle, la dynastie de Moukhran accèda au trône de Kartli et une nouvelle période commença dans l'histoire de la Géorgie orientale. La plupart du temps, les monarques de cette dynastie tentèrent de recréer un royaume unifié de Géorgie, tentative qui fut dans les faits réalisée quand le roi Vakhtang V réussit à placer sur les trônes de Kakhétie et d'Iméréthie ses propres enfants, qui furent toutefois chassés du trône en quelques années suite à une pression des Turcs.
Le XVIIIe siècle fut une période de renaissance pour la Géorgie. À l'ouest, les monarques d'Iméréthie avaient petit-à-petit réussi à regagner leur pouvoir héréditaire, tandis que la culture géorgienne se développa énormément à l'est du pays, culture qui était en fait un mélange de traditions locales et de culture persane. L'imprimerie fut importée au début du siècle et les premières relations avec le nouvel empire russe (également chrétien orthodoxe) se développèrent à cette période. Ces relations s'agrandirent de plus en plus, énervant la Perse séfévide, qui n'hésita pas à détrôner la dynastie de Moukhran pour placer des princes de Kakhétie sur le trône de Kartli. Cela contribua notamment à la formation d'un nouveau royaume géorgien unifié dans les années 1760 dans l'est du pays.
Entre Annexion et Indépendance
En 1762, la Géorgie orientale fut en effet unifiée sous un seul sceptre, celui du roi Héraclius II, qui fonda ainsi le Royaume de Kartl-Kakhétie, probablement dans un espoir de reconquête de l'indépendance perdue vis-à-vis des Perses. C'est pourquoi, en 1783, le roi signa à Guiorguievsk un traité de protection et de coopération militaire bilatérale avec l'empire russe de Catherine II, qui se posait désormais en suzeraine de la Géorgie. Toutefois, ce traité n'empêcha pas les Perses d'Agha Mohammad Shah de ravager le pays et de prendre la capitale, Tbilissi, qui fut complètement brûlée en 1795. Trois années plus tard, le roi Georges XII succèda à son père sur le trône géorgien et son court règne fit reconfirmer le traité de Guirguievsk. Mais quand la mort de ce monarque arriva à son tour en 1800, la Russie n'hésita pas à annexer le royaume de Kartl-Kakhétie, qui devint une simple province de l'empire d'Alexandre Ier.
Ilia Tchavtchavadzé, écrivain géorgien du XIXe siècle
Ce dernier profita alors de sa nouvelle situation pour continuer son chemin dans le Caucase. En 1813, l'Émirat de Gandja fut annexé à l'empire et le Khanat d'Erevan dut se soumettre en 1828, après un siège d'une année. Puis bientôt, l'Iméréthie devint la dernière cible du gouvernement russe. Après une courte guerre, le roi Salomon II fut emprisonné et transporté à Tbilissi, avant de rejoindre l'Empire ottoman. Bientôt, toutes les principautés géorgiennes indépendantes (Abkhazie, Svanétie, Moukhran...) furent également annexées par l'empire russe. Dès lors, Saint-Pétersbourg créa la Vice-royauté du Caucase avec pour centre administratif Tbilissi, vice-royauté qui sera divisée en gouvernorat, dont celui de Sakartvélo-Iméréthie, l'actuelle Géorgie.
Mais la période d'annexion russe fut également une époque de développement de la société et de la culture géorgienne. À cette période, en effet, maintes églises furent restaurées, des écoles furent créées et la littérature géorgienne accéda à son apogée, notamment grâce aux écrivains Ilia Tchavtchavadzé et Akaki Tsereteli, dont les œuvres sont encore aujourd'hui des références en la matière. Toutefois, alors que la culture transcaucasienne se réorientait vers le christianisme orthodoxe (se séparant de la tradition persane qui dominait le pays durant près de cinq siècles), le nationalisme fit également son apparition. Plusieurs révoltes se produisirent durant le XIXe siècle et le socialisme fut introduit en Géorgie dès l'émancipation des serfs de Géorgie en 1865. La mort controversée du prince Dimitri Kipiani en 1887 fit également éclater des manifestations antirusses dans toute la Géorgie et bientôt, les Géorgiens profitèrent de la mauvaise situation en Russie pour se proclamer indépendants.
La Géorgie : terre de Staline
Articles détaillés : République démocratique de Géorgie et République socialiste soviétique de Géorgie.
Dès 1917, les trois pays transcaucasiens profitèrent de la Révolution russe pour proclamer leur indépendance au sein d'une union, la République démocratique fédérative de Transcaucasie, qui était gouvernée principalement par des Géorgiens et dont la capitale était Tbilissi. Mais la cohabitation des trois peuples sud-caucasiens vira aux nationalismes et à peine un an plus tard, la République démocratique de Géorgie fut proclamée (26 mai 1918). Deux jours plus tard, l'Arménie et l'Azerbaïdjan se séparèrent à leur tour et la RDFT disparut définitivement.
Joseph Staline, leader soviétique d'origine géorgienne
La situation géopolitique de la Géorgie de l'époque la mit sous la protection automatique des forces de la Triplice et les troupes allemandes débarquèrent bientôt à Batoumi, une des villes qui sera plus tard donnée à l'empire ottoman. Mais la fin de la Première Guerre mondiale changea la situation locale et le gouvernement menchevik de Tbilissi fut finalement reconnu par les alliés de la Triple-Entente, quand l'armée britannique établit une première base militaire dans la capitale du pays. Toutefois, cela n'empêcha pas les pays voisins de s'en prendre au jeune État indépendant et entre 1918 et 1921, maintes guerres opposèrent la RDG à la Turquie, l'Arménie, l'Azerbaïdjan et la Russie. Cette dernière, sous le contrôle d'un gouvernement révolutionnaire de la Ciscaucasie, fut par la suite remplacée par un gouvernement bolchévik qui signa un traité d'alliance avec Tbilissi en 1920. Or, malgré une coopération déclarée et une reconnaissance mutuelle, la Géorgie fut finalement envahie par les forces soviétiques en février 1921, mettant fin à l'éphémère indépendance du pays.
Après l'invasion soviétique, la République socialiste soviétique de Géorgie fut proclamée et vint bientôt un bras de fer entre les différentes fractions de Moscou, soit celles dirigées par Lénine et Staline, durant l'Affaire géorgienne des années 1920, qui mènera également à la perte de près d'un tiers des territoires géorgiens au profit de ses différents voisins. En décembre 1922, l'URSS est proclamée et la RSG devint une des trois républiques de la République socialiste fédérative soviétique de Transcaucasie, dissoute à son tour en 1936.
En 1927, Staline arriva à la tête de l'Union soviétique après avoir procédé à des éliminations politiques. À partir de cette époque, la destinée de la Géorgie changea. En effet, le dictateur soviétique était né sous le nom de Joseph Djoughachvili à Gori, en Géorgie et pour (entre autres) cette raison, le statut de la région changea considérablement. Dans les années 1930, une fois après avoir supprimé toute opposition anti-communiste, le gouvernement de Moscou fit de la Géorgie un endroit de détente pour les hommes riches de Russie. Puis petit-à-petit, la contrée se développa et après la Deuxième Guerre mondiale, plusieurs leaders du monde (dont Georges Pompidou, Fidel Castro...) visitèrent le pays. À la mort de Staline en 1953, son successeur Nikita Khrouchtchev entama une politique qui consistait à supprimer le culte de la personne de l'ancien chef d'État. Pour cette raison, plusieurs manifestations et révoltes éclatèrent à Tbilissi, et chacune d'entre elles fut brutalement arrêtée. Bientôt, une opposition se développa et à partir des années 1970, un sentiment nationaliste fort se développa en Géorgie. En 1990, finalement, la RSS de Géorgie fut dissoute et remplacée par le Conseil Suprême.
Le chaos de l'autonomie suprême
La Géorgie proclama son indépendance le 9 avril 1991 et nomma comme chef d'État Zviad Gamsakhourdia. Or celui-ci se montra bientôt comme un dictateur nationaliste aux yeux de ses opposants qui se développèrent seulement quelques mois après son arrivée au pouvoir. Pendant ce temps, le gouvernement avait profité de cette situation pour supprimer l'autonomie de l'oblast d'Ossétie du Sud qui fut intégrée dans la région de Mtskheta-Mtianétie. Cette action poussa les autochtones ossètes à se rebeller contre le gouvernement et des clashs militaires firent des dizaines de morts jusqu'à la fin de l'année. Finalement, les troupes nationales perdirent le contrôle du conflit le 28 novembre, quand les séparatistes proclamèrent leur indépendance, probablement soutenue par la Russie.
Edouard Chevardnadzé, chef d'État de la Géorgie de 1992 à 2003.
Plus tard dans l'année, les membres de l'opposition s'armèrent quand le commandant limogé de la Garde Nationale Tenguiz Kitovani rejoint le camp anti-Gamsakhourdia. À la fin du mois de décembre 1991, ils avaient commencé le siège du Parlement qui sera pris le 6 janvier 1992, date du coup d'État qui fit exiler le Président Gamsakhourdia chez ses voisins caucasiens. À ce moment, un Conseil d'État fut formé et l'ancien chef du parti communiste géorgien Edouard Chevardnadzé fut choisi pour chef du Conseil intérimaire. Celui-ci continua la guerre en Ossétie du Sud et, au lieu d'atténuer les conflits séparatistes, il envoya des troupes géorgiennes en Abkhazie pour réprimer les nationalistes qui viraient vers le sécessionnisme à leur tour. Mais Tbilissi se heurta à une opposition armée et soutenue logistiquement par la Russie. En un peu plus d'une année, la guerre fut achevée et les séparatistes, après avoir déclarés à leur tour leur indépendance, opérèrent à un nettoyage ethnique des Géorgiens présents sur leur territoire. Suite à cette défaite, Tbilissi tenta de se rapprocher politiquement de la Russie qui s'accorda à lui envoyer une aide militaire pour combattre les nouveaux opposants menés par Gamsakhourdia qui avait établit un gouvernement en-exil à Zougdidi. Cette ville fut par la suite prise par les autorités géorgiennes en novembre 1993 et un mois plus tard, Zviad Gamsakhourdia fut retrouvé mort dans le village de Khiboula.
La défaite du nouveau gouvernement géorgien face aux séparatistes fit monter leur impopularité chez le peuple dont une partie continua à se battre en l'honneur de Gamsakhourdia. En 1995, de nouvelles élections furent organisés et à la suite de celles-ci, le Conseil d'État fut dissous et Edouard Chevardnadzé devint Président de la République. Sa présidence fut notamment caractérisée par une longue crise économique qui attisa plusieurs membres du gouvernement soutenus par les capitalistes occidentaux contre lui. En 2000, il fut réélu à la Présidence de la République mais ne put empêcher plusieurs partis d'opposition de se former. Par une dernière tentative, il essaya d'orienter sa politique en direction de l'Occident notamment en concluant une alliance militaire avec les États-Unis, mais en novembre 2003, le peuple se révolta et mena la Révolution des Roses, qui aboutit à la destitution de Chevardnadzé. Un gouvernement intérimaire fut alors constitué et en janvier 2004, Mikheil Saakachvili fut élu à la présidence.
Ce dernier entama une ouverture économique et conclut des alliances avec les pays arabes et occidentaux qui redressèrent la situation financière critique. Saakachvili mit en œuvre également une politique anti-russe et pro-occidentale ; en particulier, la Géorgie demanda son adhésion à l'OTAN avec l'Ukraine. Mais cela ne régla pas la situation des provinces sécessionnistes, qui n'étaient tourjours pas reconnues sur le plan international. Les échecs des tentatives de réunification du pays entrainèrent de nombreuses manifestations en novembre 2007 et Mikheil Saakachvili dut démissionner un mois plus tard pour organiser des élections présidentielles anticipées. Il fut à nouveau élu en janvier 2008, malgré une grande impopularité.
A partir de cette réélection, les affrontements militaires entre séparatistes Abkhazes et sud-Ossètes et Géorgiens se multiplièrent. En avril 2008, une crise aérienne opposa Tbilissi à l'Abkhazie tandis que quelques mois plus tard, une bombe tua des policiers géorgiens à la frontière sud-ossète. En réponse à ces provocations, Tbilissi décida alors de bombarder Tskhinvali dans le but de reprendre le contrôle de la région. Mais l'armée russe vint bientôt en aide aux Ossètes et envahit la Géorgie à partir de l'Abkhazie et de l'Ossétie du Sud. Ce fut la deuxième guerre d'Ossétie du Sud. Ce conflit s'acheva deux semaines plus tard mais resta un sujet de forte tension internationale notamment entre Washington, qui soutenait la Géorgie, et Moscou, qui avait reconnu au mois d'août 2008 les indépendances de l'Abkhazie et de l'Ossétie du Sud. L'exemple de Moscou fut alors suivi seulement par le Nicaragua un mois plus tard et par le Venezuela un an plus tard.
Le 29 août 2008, la Géorgie rompt toute relation diplomatique avec la Fédération de Russie ; le gouvernement suisse accepte de représenter les intérêts de la Géorgie à Moscou via une section des intérêts géorgiens[2].
Géographie
Article détaillé : Géographie de la Géorgie.
Géographie physique
Carte topographique de la Géorgie
La Géorgie est un pays montagneux et subtropical d'une superficie de 69 700 km² (avec l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud). Le pays a des frontières communes terrestres avec quatre pays : la Russie au nord (723 km), l'Azerbaïdjan à l'est (322 km), l'Arménie au sud (164 km) et la Turquie au sud-ouest (252 km). À l'ouest, le pays est bordé par la Mer Noire. Aujourd'hui, la Géorgie est en conflit au nord avec les indépendantistes dans les provinces d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud, tandis qu'au sud-est, le gouvernement azerbaïdjanais réclame l'intégration à son territoire du complexe monastique de David Gardja depuis la chute de l'Union soviétique en 1991.
La Géorgie est un des trois pays de la Transcaucasie, subdivision régionale du Caucase, avec l'Arménie et l'Azerbaïdjan. Le pays est principalement montagneux, mais certaines contrées du pays sont dominées par d'autres paysages, tels que le Plateau de Djavakhétie, à la frontière arménienne. Au nord, par contre, la frontière russe est une véritable frontière naturelle composée d'une grande chaîne de montagnes, le Grand Caucase, par opposition au Petit Caucase, qui occupe la partie sud du pays. Les troisième et quatrième plus hauts sommets du Caucase avec le Mont Chkhara (5 058 m) et le Kazbek (5 047 m) se trouvent en Géorgie.
Les villes, les villages et les communautés rurales sont généralement construites en hauteur, sauf quand elles sont situées au bord de la mer Noire, comme Sokhoumi, Poti et Batoumi. Ainsi, la capitale Tbilissi est située à une altitude moyenne de 572 mètres, tandis que certains villages sont situés dans les montagnes les plus hautes du Caucase, rendant difficile leur accès et conduisant à une autarcie et une culture différente de celle du reste du pays, héritière des temps anciens et des croyances païennes de l'Antiquité. D'un certain côté, cette situation était très profitable aux habitants du pays : en effet, la Géorgie ayant été une terre de pillages, de ravages et d'invasions durant toute son histoire, ceux qui habitaient dans ces montagnes étaient épargnés, d'où la conservation de certains édifices religieux datant du Haut-Moyen Âge.
L'église de la Trinité du village de Guerguétie, à 2 170 m d'altitude.
La Géorgie est traversée par de nombreux fleuves et cours d'eau. Le principal est le Mtkvari (ou Koura) qui a un cours de 1 515 km et qui prend sa source au nord-est de la Turquie, avant de traverser la capitale géorgienne Tbilissi et se jeter dans la mer Caspienne, en Azerbaïdjan. Il y a également d'autres rivières importantes telles l'Alazani etle Rioni. Toutefois, aucune d'elles n'est navigable. Depuis les années 1990 elles sont équipées d'usines hydroélectriques.
Le climat de la Géorgie est subtropical à l'ouest et méditerranéen à l'est. La chaîne du Grand Caucase modère ses variations en servant de barrière contre l'air froid venant du nord. L'air chaud et humide de la mer Noire se déplace facilement dans les plaines côtières de l'ouest. Le climat varie en fonction de la distance à la mer Noire et de l'altitude. Le long de la côte de la mer Noire, de l'Abkhazie à la frontière turque, et dans la région dite Kolkhida (basses terres intérieures de la côte), les caractéristiques dominantes du climat subtropical sont une humidité élevée et de fortes précipitations (1 000 à 2 000 mm par an, le port de la mer Noire Batumi reçoit 2 500 mm par an). Plusieurs variétés de palmiers poussent dans ces régions, où la température moyenne passe de 5 °C en hiver à 22 °C en été. Les plaines de l'est de la Géorgie sont abritées des influences de la mer Noire par les montagnes qui offrent un climat plus continental. La température en été est en moyenne de 20 à 24 °C, les températures hivernales de 2 à 4 °C. L'humidité est plus faible, et la pluviométrie moyenne 500 à 800 mm par an. Un climat alpin est présent dans les montagnes de l'est et de l'ouest, entre 2 100 et 3 600 m, ainsi qu'une région semi-aride sur le plateau Iori dans le sud-est. À haute altitude, les précipitations sont parfois deux fois plus importantes que dans les plaines orientales et de la neige et de la glace sont présentes toute l'année.
Les tremblements de terre et des glissements de terrain dans les zones montagneuses sont une menace importante pour la vie et les biens. L'une des plus anciennes traces historique d'activité sismique en Géorgie date de 1088, quand un tremblement de terre détruisit villes et forteresses sous le règne de Georges II ; cela servira, entre autres choses, de prétexte à sa destitution l'année suivante. Plus récemment, on peut citer le tremblement de terre de Gori de 1920 ou bien les glissements de terrain en Adjarie en 1989 qui ont déplacé des milliers de personnes dans le sud-ouest de la Géorgie. En 1991, deux tremblements de terre ont détruit plusieurs villages dans le centre-nord de la Géorgie et en Ossétie du Sud.
Environnement, faune et flore
La Géorgie abritait autrefois une population de loups, d'ours bruns et de lynx particulièrement importante. Aujourd'hui, celle-ci a fortement diminué mais certaines espèces restent encore bien présentes sur le territoire. Ecureuils, cerfs et renards cohabitent dans les forêts mixtes de feuillus. Chamois, bouquetins et mouflons peuplent le haut des alpages, tandis qu'un peu partout, vit une faune ornithologique particulièrement riche. On peut également, entre autres espèces, observer le faucon pèlerin, le vautour fauve, le busard mais aussi le vautour noir d'Eurasie ou l'aigle royal. Le littoral accueille quant à lui des colonies de pélicans et de cigognes. Par ailleurs, le célèbre Faisan de Colchide a été nommé en raison de sa découverte dans l'ouest du pays.
Faisan de Colchide (Phasianus colchicus)
La Géorgie compte de nombreux parcs et réserves naturels abritant des espèces végétales d'une grande diversité. Parmi eux, Borjomi (la réserve de l'est), le Parc National Kharagaouli, ou le site protégé d'Eroutchétie. Le climat et le relief étant différents d'une région à l'autre, la flore s'est adaptée et varie en fonction du milieu. C'est pourquoi on peut apercevoir, aussi bien des forêts de feuillus composées de châtaigners, de chênes, de hêtres et d'érables, que des forêts mixtes et de conifères, en altitude. Sur le littoral de la mer Noire, on a l'occasion de voir essentiellement des plantes exotiques. La Géorgie est également la terre de plus de 6 330 variétés de champignons. Officiellement, la flore géorgienne comprend entre 4 200 et 4 500 espèces vasculaires, 675 types de mousses, 738 lichens et 1 763 algues.
Malgré cette richesse sauvage, le domaine environnemental au sein de la société géorgienne n'est toutefois pas bien développé. À partir des années 1980, la pollution de la mer Noire a grandement nuit à l'industrie touristique en Géorgie. Cette pollution est due en majorité au traitement insuffisant des eaux usées. À Batoumi, par exemple, 18 % des eaux usées sont traitées avant d'être rejetées dans la mer. On estime que 70 % de la surface de l'eau contient des bactéries nocives pour la santé auxquels le taux élevé des maladies intestinales est attribué. La guerre en Abkhazie du début des années 1990 a fait d'importants dégâts à l'habitat écologique propre à cette région. À d'autres égards, les experts ont considéré les problèmes d'environnement de la Géorgie moins graves que ceux des anciennes républiques soviétiques plus industrialisées. Résoudre les problèmes de la Géorgie en matière d'environnement n'était pas une priorité du gouvernement national de l'époque post-soviétique. Cependant, en 1993 le ministre de la Protection de l'environnement a démissionné pour protester contre cette inactivité. En janvier 1994, le Conseil des Ministres a annoncé un nouveau système de surveillance de l'environnement. Ce système inter-ministériel permet de centraliser des programmes distincts sous la direction du ministère de la Protection de l'environnement. Le système comprendrait un centre de l'environnement et de l'information et une agence de la recherche. Le petit contingent du Parti vert a poussé le Parlement à aborder ces questions.
Géographie administrative et division territoriale
Article détaillé : Divisions administratives de Géorgie.
La Géorgie est subdivisée en neuf régions, nommées mkhare (მხარე), deux républiques autonomes (ავტონომიური რესპუბლიკა) et une Ville (k'alak'i) :
1. République autonome d'Abkhazie
2. Mingrélie et Haute-Svanétie
3. Gourie
4. République autonome d'Adjarie
5. Ratcha-Lechkhoumi et Basse-Svanétie
6. Iméréthie
1. Samtskhe-Djavakheti
2. Shida Kartli
3. Mtskheta-Mtianétie
4. Kvemo Kartli
5. Kakhétie
6. Ville de Tbilissi
Regions of Georgia.png
Le statut administratif actuel de la République de Géorgie est issu de la série des décrets gouvernementaux des années 1994-1996, faits dans un cadre temporaire, en attendant la résolution définitive des conflits avec les indépendantistes d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud. Jusque là, la Géorgie avait hérité de la division organisée au temps du Conseil Suprême de la Géorgie de Zviad Gamsakhourdia (1990-1991) qui avait fait débuter le conflit ossèto-géorgien en annulant le statut de l'Oblast autonome d'Ossétie du Sud le 10 décembre 1990. Par ailleurs, depuis que Mikheil Saakachvili est arrivé au pouvoir en 2004, de nouvelles tentatives de négociations ont été enclenchées. L'une des propositions de Tbilissi est actuellement de fournir un statut de république autonome à l'Ossétie du Sud, au sein d'une « Fédération de Géorgie ». Un processus pour la création d'une telle entité est mis en route le 13 juillet 2007 et une entité provisoire d'Ossétie du Sud prônant pour un tel statut entretient un « gouvernement alternatif » de la région depuis avril 2007.
Les relations avec les autres régions autonomes ont également été très tendues. Avec la guerre civile géorgienne du début des années 1990, l'Adjarie décida de fermer ses frontières de facto avec la Géorgie et devint dans les faits une région indépendante, dirigée par un musulman, Aslan Abachidzé. La situation perdure jusqu'à la Révolution des Roses et le bras de fer politique atteint son paroxysme en mai 2004, quand les derniers ponts reliant l'Adjarie à la Géorgie furent détruits. Finalement, suite à des manifestations de masse à Batoumi, Abachidzé dut quitter la Géorgie et se réfugier à Moscou, d'où il fut condamné à 15 ans de prison in absentia.
L'Abkhazie, quant à elle, est dirigée par des indépendantistes depuis la prise de Sokhoumi le 27 septembre 1993, qui fut suivie par un nettoyage ethnique des Géorgiens de la région, qui représentaient pourtant la majorité de la population abkhaze depuis le XIXe siècle[3]. Jusqu'à la Deuxième Guerre d'Ossétie du Sud, le gouvernement de Tbilissi contrôlait toujours la Vallée de Kodori, renommée la Haute-Abkhazie. Toutefois, suite à la bataille de la Vallée de Kodori (9 août - 12 août 2008), les séparatistes abkhazes aidés par les Russes finirent par reprendre possession de la région.
Plus récemment, des problèmes réapparaissent en Samtskhe-Djavakheti, dont la majorité ethnique des Arméniens demande une autonomie vis-à-vis de Tbilissi, accusant le gouvernement géorgien de vouloir « géorgianiser » la région. Cela entraîna notamment un refroidissement des relations avec l'Arménie où il y eut plusieurs manifestations pour une autonomie des Arméniens de Géorgie depuis le début de l'année 2009.
Population, démographie et culture
Démographie dans l'histoire [modifier]
Article détaillé : Démographie de la Géorgie.
Évolution démographique
La population de la Géorgie varia sans cesse avec le cours de l'histoire du pays, en fonction des frontières instables et généralement non-naturelles de la nation. Au Moyen Âge, le peuple géorgien dut probablement acquir un pic relatif durant la période appelée Âge d'Or (XIIe-XIIIe siècles), mais les nombreuses invasions des Mongols, des Turcs, des Perses et les ravages causés par les raids des tribus caucasiennes des Ossètes et des Daghestanais causèrent une baisse de la population nationale durant toute la période comprise entre le XIIIe et le XIXe siècle. Le roi Héraclius II (1762-1798) dut même encourager la fondation de colonies grecques et arméniennes dans son royaume pour tenter de redresser la situation économique désastreuse causée par la double-guerre contre les Ottomans et les Afsharides.
Quand la Géorgie fut annexée par la Russie impériale au début du XIXe siècle avec le reste du Caucase, de nombreux colons russes et étrangers vinrent s'installer dans la région et la fin des raids des Caucasiens au milieu du siècle garantit une stabilisation de la population qui commença petit-à-petit à s'augmenter. Finalement, en 1919, lors de l'indépendance de la République démocratique de Géorgie, la population s'élevait à 2 500 000 habitants, dont les Abkhazes et les Ossètes qui demandaient déjà leur autonomie, aidés par les Bolcheviks. Durant la période soviétique, le nombre d'habitants au sein de la République socialiste soviétique de Géorgie ne cessait de monter et une forte « géorgianisation » (ou plutôt « soviétisation ») chez certaines minorités ethniques du pays fut opérée par les autorités communistes de Tbilissi. Ainsi, durant toute la période socialiste (et peut-être avant), les Abkhazes étaient largement minoritaires dans leur propre Abkhazie, ne représentant que 30% de la région en 1926, 15% en 1959 et 17,8 % en 1989. Dans un cadre plus large, la population ethniquement géorgienne augmenta considérablement au niveau national, composant plus de 73% de la population à la chute de l'Union soviétique (chiffre qui ne cesse d'augmenter depuis).
Toutefois, la guerre civile, les nettoyages ethniques faits par les Abkhazes, et les nombreux conflits internes des années 1990 firent baisser la population du pays considérablement. C'est ainsi que du pic national de 5,5 millions d'habitants en 1992, on passe à 4,5 millions en 2002. Mais la Révolution des Roses apporta une certaine amélioration dans le domaine de la démographie de la Géorgie. En 2008, la population était de 4 630 841 habitants, avec l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud.
Généralités
Structure de la population de la Géorgie
Pyramide des âges de la Géorgie, 2005
Population 4 ... habitants
Densité de la population 66,9 hab./km²
Taux de croissance de la population -0,34 %
Âge médian (population totale)
- Hommes
- Femmes 37,7 ans
35,3 ans
40,1 ans
Structure par âge
- 0-14 ans
- 15-64 ans
- 65 ans et plus 17,3 %
66,2 %
16,5 %
Rapport de masculinité (population totale)
- À la naissance
- Moins de 15 ans
- 15-64 ans
- 65 ans et plus 0,91 homme/femme
1,15 homme/femme
1,13 homme/femme
0,93 homme/femme
0,67 homme/femme
Part de la population urbaine 52 %
Sources: The World Factbook, CIA[4]; ONU[5]; FAO
Mortalité en Géorgie
Taux brut de mortalité 9,23 ‰
Taux de mortalité infantile (population totale)
- Hommes
- Femmes 17,97 ‰
20,06 ‰
15,56 ‰
Espérance de vie à la naissance (population totale)
- Hommes
- Femmes 76,09 ans
72,80 ans
79,87 ans
Source: The World Factbook, CIA[4]
Natalité en Géorgie
Taux brut de natalité 10,41 ‰
Indice synthétique de fécondité 1,42 enfant(s)/femme
Source: The World Factbook, CIA[4]
Autres indicateurs sociaux
en Géorgie
Taux d'alphabétisation (population totale)
- Hommes
- Femmes 100 %
100 %
100 %
Nombre moyen d'années passées à l'école 11 ans
Taux de séropositivité au VIH/SIDA
(chez les adultes) moins de 0,1 %
Taux d'accès à l'eau potable 79 %
Taux de chômage 12,6 %
Sources: The World Factbook, CIA[4]; ONU[6],[7]
Diaspora et Immigration
La diaspora géorgienne est l'ensemble des communautés de Géorgiens vivant à l'étranger. Pour la plupart de ces communautés, une longue histoire est liée à leur fondation. D'après les récents recensement, la population géorgienne à l'étranger s'élevait à 3 937 200 personnes. Avec pas moins de 1 500 000 Géorgiens, la Turquie est aujourd'hui le pays qui possède la plus grande communauté géorgienne du monde. Presque la moitié de ces Géorgiens viennent d'Adjarie et durent se réfugier en Turquie en trois grandes vagues : 1829 (annexion de plusieurs territoires géorgiens par l'empire ottoman), 1878 (fin de la guerre russo-turque) et 1921 (fin des prétentions de la Turquie sur l'Adjarie et arrivée de la plupart des musulmans du sud-ouest géorgien dans le pays). Pour cette raison, la Turquie et la Géorgie ont toujours essayé d'entretenir des relations amicales depuis la fin de l'Union soviétique.
Alexandre Bagration-Imeretinski
Il existe aussi d'importantes communautés en Russie et en Iran, où se trouvent 1 000 000 de Géorgiens dans chacun des deux pays. Mais alors que les Géorgiens d'Iran furent déportés de force par milliers au XVIIIe siècle lors des invasions du Shah Abbas Ier de Perse, ceux de Russie ont plutôt des origines politiques. Les premiers Géorgiens à arriver en Russie datent probablement de l'exil du roi Artchil Ier d'Iméréthie. Le fils de ce dernier, Alexandre Bagration-Imeretinski (1674-1711) fonda par ailleurs une communauté géorgienne à Vsesviatskoï, avant de créer le premier centre d'imprimerie géorgienne de l'histoire, à Moscou. Une seconde vague arriva à Moscou avec le roi Vakhtang VI, quand celui-ci fut détrôné par les Perses en 1724. Il apporta avec lui plusieurs grands nobles qui fondèrent de nouvelles familles géorgiennes russifiées (Eristoff, Davidov, Yachvili...). Les Géorgiens d'Israël ont eux-aussi une ancienne histoire. Ils seraient probablement arrivés en Terre Sainte lors de la célèbre Âge d'Or de la Géorgie (1156-1242), quand les souverains chrétiens du Caucase parrainaient la fondation de monastères dans les terres des Croisades. D'un autre côté, les nombreux Juifs de Géorgie ont également leur histoire et d'après certaines légendes, les premiers Israëlites qui arrivèrent dans le Caucase datent de la prise de Jérusalem par le roi babylonien Nabuchodonosor II en -586.
Les Géorgiens d'Europe et des États-Unis sont quant à eux plus récents. La plupart d'entre eux datent de l'invasion soviétique de la République démocratique de Géorgie en 1921, quand le président de la RDG (Noé Jordania) en personne fonda un gouvernement en-exil basé à Leuville-sur-Orge, en France (la communauté géorgienne en France contient plus de 500 personnes), et ce même si certain Géorgiens étaient déjà arrivés en Amérique du Nord dans les années 1880 (une troupe de cavaliers caucasiens accompagnaient Buffalo Bill avant de gagner leur propre nom en organisant des spectacles devant la reine Victoria du Royaume-Uni et le Président Théodore Roosevelt). Par ailleurs, il existe même une « Éparchie de Sainte-Nino », entité religieuse composée de Géorgiens orthodoxes et dépendant du Patriarcat de Constantinople, fondée en France en 1921.
Il existe également d'autres communautés en Asie et en Amérique. Ainsi, le Brésil, l'Azerbaïdjan, le Japon, Singapour, le Canada, l'Argentine et le Mexique ont tous des populations s'élevant à plus de 1 000 Géorgiens, tandis que certaines minces communautés se trouvent en Grande-Bretagne et aux Philippines, communautés issus de marchands du XVIIIe siècle.
La Géorgie, entre nationalisme et séparatisme
L'identité nationale géorgienne a été la principale philosophie du peuple géorgien depuis que la nation existe. Toutefois, malgré une culture nationale unique, la Géorgie est une mosaïque de groupes ethniques, dont les Géorgiens ne sont qu'une partie. Depuis longtemps, les Grecs, les Arméniens, les Perses, les Turcs ou bien les Abkhazes et les Ossètes ont cohabité avec la principale ethnie de la Géorgie pour contribuer à la fondation de la nation géorgienne. Chaque région du pays reflète cet environnement social complexe. Ainsi, Jean Chardin, un voyageur français de la fin du XVIIe siècle qui visita le Caucase durant ses voyages en Perse, parla ainsi de Tiflis :
« Les Géorgiens ont de la civilité et de l'humanité, et de plus ils sont graves et modérés... Chacun peut en Géorgie, vivre dans sa religion et dans ses coutumes, en discourir et la défendre. On y voit des Arméniens, des Grecs, des Juifs, des Turcs, des Persans, des Indiens, des Tartares, des Moscovites et des Européens[8]. »
Toutefois, un véritable nationalisme géorgien naquit alors que la Russie (et le reste de l'Europe) découvrait le socialisme. Dès les années 1840, quand la Géorgie était englobée dans l'orbe impériale russe, de nombreuses révoltes du peuple géorgien contre la Russie impériale, qui empêchaient les rêves des peuples caucasiens (dont la fondation d'universités) de se réaliser, se produisirent et quand la révolution russe arriva en 1917, la Transcaucasie en profita pour déclarer son indépendance. Toutefois, le chauvinisme des militants nationalistes géorgiens ne permit pas l'existence de la jeune fédération transcaucasienne et la Géorgie devint à son tour indépendante. Ce nationalisme fut à nouveau supprimé par les autorités soviétiques quand l'Armée rouge envahit le pays en 1921, avant de l'intégrer dans la République socialiste fédérative soviétique de Transcaucasie.
Quand cette union fut dissolue en 1936, la Géorgie recouvrait son unité au sein d'une plus grande fédération (l'URSS) et les pouvoirs centraux de Tbilissi décidèrent d'organiser une politique de « géorgianisation » vis-à-vis des minorités ethniques nationales, notamment les Abkhazes sous Lavrenti Beria. Cela contribua également au développement d'une mentalité patriotique à la Géorgie et avec la perestroïka de Gorbatchev, les choses ne firent qu'empirer. En 1990, un ancien dissident soviétique, Zviad Gamsakhourdia, accèda à la présidence de la RSS géorgienne, le premier à être élu à un tel poste dans toute l'URSS sans avoir été nommé par le Politburo. Celui-ci déclara l'indépendance du pays et vira bientôt à un ultra-nationalisme extrémiste et fasciste qui donna aux minorités un sentiment de détresse. Pour cette raison, les ethnies abkhazes et ossètes entrèrent en sécession et les musulmans et les Arméniens commencèrent à se sentir en danger, suivis par les Grecs. De nos jours, le président Saakachvili tenta en vain d'organiser une politique de « réconciliation nationale », mais seuls les Adjares musulmans revinrent dans le giron de Tbilissi, alors que les Grecs et les Arméniens commencèrent petit-à-petit à rentrer dans leur patrie d'origine.
Division ethnique du Caucase
Voici le tableau des principales minorités ethniques de Géorgie, l'Abkhazie et l'Ossétie du Sud non-comprises :
Division ethnique de la Géorgie Minorité ethnique Population en Géorgie Pourcentage total Remarques
Géorgiens
4 630 850 83,8% Comprend les Mingrèles, les Svanes, les Lazes et les Adjares
Azéris
284 761 6,5% Principalement au sud-est du pays
Arméniens
250 000 5,7% Majoritaire en Djavakhétie (sud de la Géorgie)
Russes
67 671 1,5%
Ossètes
38 028 0,8%
Grecs
15 166 0,3%
Tchétchènes
8 000 0,17% La plupart de ceux-ci vivent dans le nord de la Kakhétie depuis le XIXe siècle
Tatares
4 000 0,085%
Abkhazes
3 527 0,075%
Assyriens
3 000 0,06%
Turcs
1 200 0,025%
Autres 4 000 0,085% Comprend les Chinois, les Kabardes, les Kurdes et les Ukrainiens
Religion
Anciennes croyances et mythologie
Malgré le fait que la Géorgie est l'une des premières nations à avoir adopté le Christianisme comme religion officielle, les croyances païennes occupaient la vie spirituelle de ces Caucasiens pour la majeure partie de l'Antiquité. D'après la source controversée qu'est l'Histoire du Kartli (rédigée au XIIe siècle par l'évêque Léon de Rouissi), celles-ci datent de la période de guerres civiles qui régnaient en Géorgie orientale pour la succession de Mtskhetos, un des ancêtres mythiques des Géorgiens. D'après la chronique, les combattants avaient alors oublié leur dévotion envers un unique Dieu et commencèrent à « invoquer le soleil et les étoiles ». En réalité, il est probable que les Géorgiens avaient toujours été païens et que leur ancienne religion n'était pas issu d'une décision nationale mais plutôt des relations entre les Géorgiens et les puissants peuples voisins. En effet, la similitude entre les Panthéons géorgiens, persans et hittites est frappante. Les noms de certains dieux sont même similaires chez les Géorgiens et les Hittites.
Toutefois, la première unité religieuse de la Géorgie (du moins de l'Ibérie) date du IIIe siècle av. J.-C., quand le roi (semi-légendaire) Pharnabaze Ier, dans la vague de réformes qu'il fit durant son très long règne de 60 ans, imposa un unique Panthéon à son peuple. Celui-ci consistait d'une trinité, dirigée par Armazi, dieu de la Lune et dieu des Dieux, variante probable de l'Arma hittite. Il était suivi de ses deux fidèles, Gatsi et Gaïm, réputés pour correspondre aux Attis et Cybèle des croyances anatoliennes. Puis venaient les divinités inférieures : Dali, déesse de la Chasse et de la Fertilité, Otchopintre, dieu des Forêts et du Vin... Et finalement les héros, tel qu'Amirani, l'équivalent géorgien du Prométhée grec. Toutefois, de grands bouleversements se produisirent au IVe siècle de notre ère. A l'époque, le roi Mirvan III d'Ibérie se convertit au Christianisme et abandonna à jamais les divinités païennes. Mais le peuple fut plus dur à convertir. Pour cette raison, on sentit le besoin, comme dans d'autres pays à la population dite « barbare », de laisser un soupçon de coutume polythéistes dans la religion orthodoxe. Ainsi, Armazi disparut mais laissa place à Saint Georges de Lydda, saint protecteur de la Géorgie depuis le Moyen Âge, dont la célébration est accompagnée de sacrifices animaux dans quelques régions montagneuses du pays.
Religions actuelles
Christianisme
Le Christianisme est la première religion de la Géorgie depuis des siècles. En effet, la nation géorgienne est considérée comme la troisième à avoir adopté cette religion comme celle de l'État, les deux premières étant l'Arménie et l'Éthiopie, durant la première moitié du IVe siècle de notre ère. Toutefois, malgré l'ancienneté de la religion en Géorgie, les chrétiens furent de tout temps persécutés par les différentes autorités dominatrices du Caucase. Ainsi, les Sassanides imposaient déjà leurs règles du Zoroastrisme en Ibérie durant les premiers siècles de l'Orthodoxie géorgienne, persécutant ceux qui refusaient de se soumettre à celles-ci. Plus tard, les Arabes firent de nombreux martyrs parmi la population et la noblesse du pays durant le Haut Moyen Âge et les Turcs et les Perses répétèrent leurs actes du XVIe au XVIIIe siècle. Plus récemment, les bolcheviks communistes athées ordonnèrent le massacre de plusieurs centaines de chrétiens et la fermeture de pas moins de 1 500 églises rien que dans les années 1920.
Toutefois, aujourd'hui, 88,6% de la population géorgienne est chrétienne. Puis en parlant des branches du Christianisme, 83,9% sont fidèles au Catholicossat-Patriarcat de toute la Géorgie, indépendante depuis 486 et dirigée par le Catholicos-Patriarche Ilia II, Archevêque de Mtskheta et de Tbilissi, depuis le 25 décembre 1977. La Constitution de Géorgie, adoptée en août 1995, définit également le rôle spécial de l'Église orthodoxe dans la vie nationale, mais garantit l'indépendance de l'État vis-à-vis de l'Église. Par ailleurs, un accord fut signé en 2002 entre le président Edouard Chevardnadze et le Patriarche Ilia II, officialisant les relations entre les deux entités. Le reste des chrétiens géorgiens sont partagés entre les membres de l'Église apostolique arménienne (3,9%) et les catholiques romains (0,8%), principalement situés dans le sud du pays. Il existe également des communautés de taille de sectes protestantes, principalement les Témoins de Jéovah, pourtant interdits en Abkhazie, et des fidèles de l'Église orthodoxe russe.
Dans les provinces séparatistes de Géorgie, les populations sont également à majorité chrétienne. Toutefois, des entités religieuses « dissidentes » occupent les sièges spirituels des républiques autoproclamées. Ainsi, il y a une Éparchie d'Abkhazie, non-reconnue par Constantinople, de même qu'une Éparchie d'Alanie, dépendante de l'Église orthodoxe de Grèce - Saint-Synode en résistance, en Ossétie du Sud. Pour les émigrés géorgiens en Europe occidentale, il existe une « Éparchie de Sainte-Nino », diosèce du Patriarcat de Constantinople, basée à Paris depuis l'exil des Géorgiens qui suivi l'invasion soviétique du pays (1921).
Islam
Les musulmans représentent aujourd'hui 9,9% de la population géorgienne (463 052 personnes), composant ainsi la seconde classe religieuse après les chrétiens orthodoxes. Toutefois, la répartition de l'islam en Géorgie est tout à fait inégale, la majorité de ses fidèles se situant dans la République autonome d'Adjarie, où ils ne représentent toutefois que 30% de la population, contre 64% de chrétiens. Dans cette région, jadis gouvernée par un leader musulman (Aslan Abachidze), les « musulmans géorgiens » (comme ils sont surnommés) sont principalement sunnites, en raison de l'activité des missionnaires turcs. En effet, l'Adjarie embrassa l'islam dès la mi-XVe siècle, quand elle fut intégrée dans le globe impérial ottoman, en même temps que le reste de la Géorgie occidentale. Il est par ailleurs intéressant de noter que la frontière entre la république autonome et la Turquie sur la côte de la mer Noire est en fait une mosquée.
Le reste des musulmans de Géorgie, des chiites pour la plupart, se trouvent en Géorgie orientale. Ainsi, on peut trouver d'importantes communautés en Kvemo Kartli, où les Azéris locaux font partis des disciples de Mahomet depuis les invasions séfévides du XVIIe siècle. Ceux-ci sont également bordés par les Kists, un groupe ethniquement proche des Tchétchènes et des Ingouches (Caucasiens musulmans), établis dans la Gorge de Pankissi (Kakhétie) en deux étapes successives : durant les guerres caucasiennes contre les autorités russes au XIXe siècle, puis après les bombardements russes de la Première guerre de Tchétchénie (années 1990), qui s'étendront dans la région géorgienne par la suite. Il existe également des minorités de musulmans en Abkhazie et dans la faible communauté meskhète (1 000 personnes aujourd'hui), dont près de 100 000 membres sont en exil depuis les déportations de Staline.
Minbar d'une mosquée de Batoumi
Dans un cadre politique, les musulmans sont relativement plus défavorisés que les chrétiens, dans le sens de la politique nationaliste des premiers chefs d'États de la Géorgie indépendante. Malgré le fait que lesdits musulmans existent en Géorgie depuis le VIIe siècle (invasion arabe du Caucase), le premier gouvernement extrêmiste de Zviad Gamsakhourdia ne garantissait guère la citoyenneté aux non-membres de l'Église orthodoxe géorgienne (principe de la « Géorgie aux Géorgiens »). Cela entraîna une vague d'émigration à l'étranger (notamment en Russie), faisant baisser la population islamique géorgienne de 12% en 1989 à ce qu'il en reste aujourd'hui. Plus récemment, sous la présidence d'Edouard Chevardnadze (1992-2003), une politique de conversion fut exercée par le catholicossat-patriarcat de Géorgie, encouragée par le gouvernement..
Quand Mikheil Saakachvili accéda au pouvoir en 2004, il rompit avec la culture laïque de son prédecesseur et changea les symboles nationaux, datant pour la plupart de 1918. Ainsi, il alla jusqu'à adopter un nouveau drapeau, surnommé le « drapeau aux cinq croix », tirant ses origines aux Croisades et au règne du roi Vakhtang Ier Gorgassali (Ve siècle), désormais considéré comme saint par les orthodoxes géorgiens. Cet acte démontra l'éloignement de la Géorgie vis-à-vis du plurialisme religieux, pourtant garanti par la Constitution. Dans un court terme, cela entraînera l'exil de plusieurs musulmans, tentant de se préserver leur croyance.
Judaïsme
La communauté juive est aujourd'hui, avec ses quelque 13 000 membres (dont 3 541 pratiquants), la plus faible des trois religions monothéistes présentes sur le sol de Géorgie. Toutefois, elle n'est pas la moins ancienne car son histoire date de bien avant l'arrivée du Christianisme dans le pays. Le fait est que les Chroniques Géorgiennes nous raconte que le peuple géorgien avait déjà commencé à « vénérer le Dieu d'Israël » quand il apprit la nouvelle de la traversée de la Mer Rouge par les Israëlites menés par Moïse, soit vers 1300 av. J.-C. Plus sérieusement, il est probable que la plus ancienne communauté judaïque géorgienne se soit établie dans le Caucase suite à la prise de Jérusalem par le roi babylonien Nabuchodonosor II (-586). A l'époque, les juifs créèrent un État tributaire et vassal du mamasakhlissat [seigneurie] de Mtskheta dans la vallée de l'Aragvi (actuelle Ossétie du Sud), avant de rentrer dans la monarchie unifiée d'Ibérie en -299. La seconde vague d'immigration judéenne dans le Caucase central daterait également de l'Antiquité et serait également issu d'un conflit militaire, cette fois-ci entre les Romains et les juifs, qui se déroula en 70 sous le règne de Vespasien. Paradoxalement, ces premiers Hébreux géorgiens contribuèrent à la conversion à l'Orthodoxie de la nation géorgienne, notamment par l'acquisition de la Sainte Tunique du Christ par des juifs géorgiens lors de la Crucifixion.
Malgré cela, le Moyen Âge fut une période très dure pour les juifs géorgiens, qui avaient même développé leur propre langage, le kivrouli, ou judéo-géorgien. Cette époque de douleur pour les communautés judaïques commença au VIIe siècle quand les Arabes envahirent la Géorgie orientale pour y établir un « émirat de Tiflis », censé durer jusqu'en 1122, date de la reprise de l'actuelle capitale géorgienne par les troupes du roi David II le Reconstructeur. Une courte période d'accalmie fut par la suite suivie par une domination difficile des Mongols, des Turcs et des Persans, époque durant laquelle les juifs durent s'exiler sur les rives de la Mer Noire. Le XIXe siècle et l'occupation russe ne furent guère meilleurs dans le cadre de la vie sociale des Hébreux en Géorgie. Les persécutions continuaient et la discrimination des autorités pétersbourguiennes amena à la création de véritables « ghettos » juifs dans les principales villes caucasiennes. Ces persécutions se transformèrent par la suite en massacres dans certaines régions de la Géorgie occidentale dans les années 1910, principalement organisés par les mencheviks dirigeant la République démocratique de Géorgie. Cette politique ne fut par ailleurs pas abandonnée par les autorités soviétiques une fois que l'Armée rouge envahit la Transcaucasie. C'est ainsi que plusieurs dizaines de massacres furent opérés jusque dans les années 1970 au sein de la RSS de Géorgie.
Synagogue de la ville d'Oni
Toutefois, les juifs continuaient à lutter pour la liberté de leurs croyances et de leur culture, presque plus que les chrétiens et les musulmans. Par exemple, en 1971, un groupe d'Israëlites géorgiens manifestèrent devant un bureau gouvernemental de Moscou. Ces déterminations entraînèrent la politique de répression anti-sémite communiste à se relâcher et à partir du début des années 1970, de vastes vagues d'émigration vers Israël, les États-Unis et l'Europe occidentale se déroulèrent sous l'œil bienveillant du lobby juif international. Ainsi, entre 1979 et 1989, la population juive de la Géorgie baissa de 4 000 individus et aujourd'hui, pas moins de 125 000 judéo-géorgiens vivent à l'étranger (100 000 rien qu'en Israël). Les derniers pratiquants du pays sont désormais regroupés en communautés dans des villes comme Tbilissi, Koutaïssi, Akhaltsikhe et Oni. Chacune de ses villes ont des synagogues, toutes sous la juridiction du Rabbinat de Géorgie, dirigé par le Rabbin Ariel Levin depuis 1991. Celui-ci signa entre autres en 1994 un accord avec le président Edouard Chevardnadze pour la conservation de la culture, de l'histoire et de la langue judéo-géorgienne. La Révolution des Roses ne changea rien à ces relations entre le gouvernement et la communauté hébraïque, alors que la situation des juifs dans les provinces séparatistes d'Abkhazie et d'Ossétie du Sud se déteriorent année après année (le dernier quartier juif de Tskhinvali fut complètement détruit durant la Bataille de Tskhinvali de la Deuxième Guerre d'Ossétie du Sud en août 2008).
Société
Fêtes et jours fériés
Les jours fériés et fêtes de la République de Géorgie sont définies par l'article 20 du Code de travail national. Voici une liste détaillée de ceux-ci :
Date Nom français Nom géorgien Translitération en latin Remarques
1er janvier
Jour de l'an
ახალი წელი Akhali ts'eli
7 janvier
Noël orthodoxe
ქრისტეშობა Qhristeshoba
19 janvier
Jour du Baptême du Christ
ნათლისღება Nathlisgheba
3 mars
Fête des Mères
დედის დღე Dedis dghe
8 mars
Journée internationale des droits de la femme
ქალთა საერთაშორისო დღე Kalta saertachoriso dghe
9 avril
Journée de l'Unité national ეროვნული ერთიანობის დღე Erovnouli ertianobis dghe Commémoration de la tragédie de Tbilissi du 9 avril 1989 quand des dizaines de jeunes étudiants furent tués par les autorités soviétiques durant une manifestation pacifique.
Changeable Grande Semaine, Pâque orthodoxe, Lundi de Pâques
აღდგომა Aghdgoma Lors du Lundi de Pâques, une commémoration religieuse est organisé en l'honneur des Disparus.
9 mai
Fête de la Victoire sur le Fascisme
ფაშიზმზე გამარჯვების დღე Phachizmze gamardjvebis dghe
12 mai
Fête de Saint André
წმინდა მოციქულის ანდრია პირველწოდებულის საქართველოში შემოსვლის დღე Ts'minda motsiqhoulis andreys pirvelts'odeboulis sakartvelochi chemosvla dghe Commémoration de l'arrivée de Saint André en Géorgie, marquant le début de la christianisation du Caucase.
26 mai
Fête de l'Indépendance დამოუკიდებლობის დღე Damouk'ideblobis dghe Le 26 mai 1918, la Géorgie déclara son indépendance vis-à-vis de la RDF de Transcaucasie, marquant la fin de la domination russe qui dura 117 ans depuis 1801.
28 août
Dormition
მარიამობა Mariamoba
14 octobre
Jour de la Cathédrale de Svetistskhoveli (Mtskheta) სვეტიცხოვლობა Svetistskhovloba Commémoration de la construction de la première église de Géorgie. D'après les chroniques, elle fut construite dans les années 330 au-dessus de la Sainte Tunique du Christ.
23 novembre
Fête de Saint Georges
გიორგობა Guiorgoba Saint Georges de Lydda est le patron de la Géorgie. Sa fête est considérée comme la fête nationale.
L'Éducation en Géorgie
Problèmes d'hier et aujourd'hui
É
Indépendante depuis avril 1991 et membre du Conseil de l'Europe depuis le 27 août 1999, la Géorgie est une république présidentielle. Cependant, à l'automne 2007, le patriarche orthodoxe propose de restaurer la monarchie constitutionnelle, une idée qui rencontre un certain succès dans les rangs de l'opposition agacée par les pouvoirs renforcés du président Saakachvili[9]. Ce dernier a indiqué qu'il est membre de la grande dynastie caucasienne, les Bagrationi et a organisé sa prise de fonctions sur la tombe du roi David le Reconstructeur[10]. Les événements d'Ossétie du Sud et d'Abkhazie ont depuis relégué cette idée au second plan.
Le pouvoir exécutif est entre les mains du président qui est élu pour cinq ans. Son successeur constitutionnel est le président du Parlement. Actuellement, le président est Mikheil Saakachvili et son premier ministre est Nikoloz Guilaouri.
Le pouvoir législatif est composé du Parlement de Géorgie (Sak'art'velos Parlamenti), aussi connu sous le nom de Umaghiesi Sabcho (Conseil suprême), lequel compte 235 membres, élus pour une période de quatre ans, dont 150 sièges par représentation proportionnelle, 75 par des secteurs d'un seul siège et 10 membres qui représentent ceux déplacés de la région séparatiste d'Abkhazie. Le président du Parlement est David Bakradze.
Le pouvoir judiciaire en Géorgie a à sa tête une Cour suprême avec des juges élus par le Parlement, chargés d'examiner les recommandations du président et de la Cour constitutionnelle.
Économie
Article détaillé : Économie de la Géorgie.
La Géorgie a des ressources en cuivre, en manganèse et, plus limitées, en charbon. La production d'hydroélectricité est importante.
Culture [modifier]
Article détaillé : Culture de la Géorgie.
La langue officielle de la Géorgie est le géorgien.
Musique
Article détaillé : Musique géorgienne.
La musique géorgienne se caractérise par des polyphonies anciennes aux échelles particulières. Un riche instrumentarium ponctue par ailleurs les autres formes folkloriques.
Écrivains
* Alexandre Abacheli (1884 - 1954)
* Vaja Pshavela
* Chota Roustaveli
* Galaktion Tabidze
* Ilia Tchavtchavadzé
* Akaki Tsereteli
* Iakob Tsurtaveli
Cinéastes
* Tengiz Abuladze
* Gela Babluani
* Rezo Gabriadze
* Otar Iosseliani
* Merab Kokochashvili
* Mikhaïl Kalatozov
Fêtes et jours fériés Date Nom français Nom local Remarques
1er janvier Jour de l'an
26 mai Fête de l'indépendance (1918)
Fête nationale
23 novembre Saint Georges
Divers
* Population : 4 630 841 habitants (estimation de 2008). 0-14 ans : 16,3 % ; 15-64 ans : 67,1 %; + 65 ans : 16,6 %
* Littoral : 310 km
* Extrémités d'altitude : 0 m > + 5 201 m
* Espérance de vie des hommes : 73,21 ans (estimation de 2008)
* Espérance de vie des femmes : 80,26 ans (estimation de 2008)
* Taux de croissance de la population : -0,325 % (estimation de 2008)
* Taux de natalité : 10 62 ‰ (estimation de 2008)
* Taux de mortalité : 9 51 ‰ (estimation de 2008)
* Taux de mortalité infantile : 16 78 ‰ (estimation de 2008)
* Taux de fécondité : 1,43 enfant/femme (estimation de 2008)
* Taux de migration : -4 36 ‰ (estimation de 2008)
* Lignes de téléphone : 544 000 (en 2007)
* Téléphones portables : 2 400 000 (en 2007)
* Postes de radio : 3,5 millions (en 2006)[réf. nécessaire]
* Postes de télévision : 3,6 millions (en 2006)[réf. nécessaire]
* Utilisateurs d'Internet : 332 000 (en 2006)
* Nombre de fournisseurs d'accès Internet : 14 (en 2006)[réf. nécessaire]
* Routes : 20 274 km (dont 7 973 km goudronnés) (en 2004)
* Voies ferrées : 1 612 km
* Voies navigables : 324 km[réf. nécessaire]
* Nombre d'aéroports : 23 (dont 19 avec des pistes goudronnées) (en 2007)
Source : The CIA World Factbook[11]
Notes et références
1. ↑ Selon René Grousset, Histoire de l’Arménie des origines à 1071, Payot, Paris, 1947 (réimpr. 1973, 1984, 1995, 2008), 644 p., p. 398 il reçoit la couronne royale de « Roi des Géorgiens » du « Roi des rois » Smbat Ier d'Arménie, représentant de la branche aînée des Bagratides
2. ↑ http://www.lefigaro.fr/international/2008/08/29/01003-20080829ARTFIG00484-la-georgie-rompt-ses-relations-diplomatiques-avec-moscou-.php [archive]
3. ↑ (ru) Recensement de l'Abkhazie de 1886 à 2003 [archive] N.B. : Ici, les Mingréliens ont été rangés dans un groupe différent des Géorgiens même si ethniquement, ils ont un sous-groupe de l'ethnie géorgienne
4. ↑ a, b, c et d (en) The World Factbook, CIA (2006) [archive]
5. ↑ (en) ONU (2004) [archive]
6. ↑ (en) ONU (2001/2002) [archive]
7. ↑ (en) ONU (2000) [archive]
8. ↑ Jean Chardin, Voyage de Paris à Ispahan, I. De Paris à Tiflis, p. 291
9. ↑ « Géorgie: la monarchie constitutionnelle soutenue par une partie de l'opposition », Ria Novosti, Caucaz europenews, 8 octobre 2007, [lire en ligne [archive] (page consultée le 2 octobre 2008)].
10. ↑ « Un royaume de Géorgie d’actualité ? », Nicolas Landru, Caucaz europenews, 17 octobre 2007, [lire en ligne [archive] (page consultée le 2 octobre 2008)].
11. ↑ The CIA World Factbook
Voir aussi
Sur les autres projets Wikimedia :
* La Géorgie, sur Wikimedia Commons (ressources multimédia)
* La Géorgie, sur Wikinews (actualités libres)
* Armée géorgienne
Bibliographie
* Viatcheslav Avioutskii, Géopolitique du Caucase, Armand Colin, Paris, 2005
* Thomas Balivet, Géopolitique de la Géorgie, souveraineté et contrôle des territoires, L'Harmattan, Paris, 2005
* Bruno Adrie, Retour sur la Géorgie, Centre de Recherche sur la Mondialisation, Montréal, [lire en ligne (page consultée le 23 décembre 2008)]
* « Stratégies américaines aux marches de la Russie » dans Revue Hérodote, n°129, 2e trimestre 2008, Éditions de la Découverte
* « Un débat transatlantique sur l'UE et son voisinage » dans Revue Politique Étrangère, janvier 2008, Armand Colin
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Amtssprache GeorgischRegionale Amtssprache: Abchasisch [1]
Hauptstadt Tiflis (georgisch Tbilissi)
Staatsform Republik
Staatsoberhaupt Micheil Saakaschwili
Regierungschef Premierminister Nikolos (Nika) Gilauri
Fläche (118.) 69.700 km²
Einwohnerzahl (113.) 4.630.841 (Stand: Juli 2008)
Bevölkerungsdichte (101.) 66 Einwohner pro km²
BIP nominal (2007)[2] 10.293 Mio. US$ (115.)
BIP/Einwohner 2.355 US$ (108.)
HDI 0,754 (96.)
Währung 1 Lari (GEL) = 100 Tetri
Unabhängigkeit 9. April 1991
Nationalhymne Tawisupleba
Nationalfeiertag 26. Mai (Tag der Unabhängigkeit 26. Mai 1918)
Zeitzone UTC + 4
Kfz-Kennzeichen GE
Internet-TLD . ge
Telefonvorwahl +995
Ort-Gerogien.png
Georgia topographic map-de.svg
Georgien (georgisch საქართველო – sakartwelo; nach der russischen Bezeichnung Грузия (Grusija) früher auch Grusien oder Grusinien genannt) ist ein Staat in Vorderasien. Er liegt in Transkaukasien, östlich des Schwarzen Meeres und südlich des Großen Kaukasus. Im Norden wird er von Russland, im Süden von der Türkei und Armenien, im Osten von Aserbaidschan begrenzt. Die an der Grenze zu Russland gelegenen Konfliktzonen Abchasien und Südossetien stehen nicht unter Kontrolle der georgischen Regierung.
Das Land liegt an einer Nahtstelle Eurasiens.
Inhaltsverzeichnis
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* 1 Geografie
o 1.1 Klima
o 1.2 Flora und Fauna
o 1.3 Umwelt- und Naturschutz
* 2 Bevölkerung
o 2.1 Einwohner
o 2.2 Volksgruppen
o 2.3 Sprachen
o 2.4 Religionen
* 3 Geschichte
* 4 Politik
o 4.1 Regierung
o 4.2 Parlament
o 4.3 Verwaltungsgliederung
o 4.4 Außenpolitik
* 5 Militär
* 6 Wirtschaft
* 7 Infrastruktur
* 8 Kultur
o 8.1 Antike, Mittelalter
o 8.2 Literatur
o 8.3 Theater, Oper, Musik
o 8.4 Film
o 8.5 Bildung und Wissenschaft
o 8.6 Küche
o 8.7 Feiertage
* 9 Medien, Publizistik
o 9.1 Printmedien
o 9.2 Elektronische Medien
o 9.3 Presseagenturen
o 9.4 Ausländische Medien
o 9.5 Pressefreiheit
* 10 Einzelnachweise
* 11 Siehe auch
* 12 Literatur
* 13 Weblinks
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Geografie
Georgien liegt in Vorderasien, wird aber von seinen Bewohnern als Balkon Europas bezeichnet. Seine Fläche entspricht mit ca. 69.700 Quadratkilometern der von Bayern. Gebirge und Vorgebirge bedecken 87 Prozent des Landes. Im Norden liegt die Südabdachung des Großen Kaukasus. Im Süden befinden sich die westlichen Rücken des Kleinen Kaukasus und der Rand des vulkanischen Armenischen Hochlandes.
Über den beiden Hochgebirgen dehnt sich im Westen die Kolchische Tiefebene, im Osten die Transkaukasische Senke, die sich in die Innerkarteli-, die Unterkarteli und die Alsasani-Ebene unterteilt. West- und Ostgeorgien werden durch den Lichi-Gebirgszug getrennt, der sich von Norden nach Süden erstreckt.
Der höchste Berg ist der Schchara im Großen Kaukasus mit 5.068,9 Metern. Der längste Fluss Georgiens ist die insgesamt 1.364 km lange Kura (georgisch Mtkwari), die das Land in ihrem Oberlauf vom Süden (Kleiner Kaukasus) nach Osten auf 351 Kilometer Länge durchzieht. Weitere Flüsse sind der Alasani (351 km), der Rioni (333 km) und der Enguri (213 km). Größter See ist der auf 2.073 Metern Höhe gelegene Parawani mit einer Ausdehnung von 37,5 Quadratkilometern. Die Voronya-Höhle ist mit 2.190 Metern die tiefste bekannte Höhle der Welt.
Größte Städte sind Tiflis (georgisch Tbilissi; 1.258.085 Einwohner), Kutaissi (178.350 Einwohner), Batumi (118.297 Einwohner), Rustawi (112.624 Einwohner), Sochumi (81.546 Einwohner), Sugdidi (73.014 Einwohner), Gori (46.680 Einwohner) und Poti (46.112 Einwohner) (Stand: 1. Januar 2005).
Siehe auch: Liste der Städte in Georgien
Im Nordwesten Georgiens liegt die autonome Republik Abchasien, im Südwesten die autonome Republik Adscharien, im Norden das Gebiet Südossetien. Abchasien und Südossetien beanspruchen staatliche Unabhängigkeit und stehen derzeit nicht unter der Kontrolle der georgischen Regierung.
Klima
Der Kaukasus schützt Georgien vor Kaltluftwellen aus dem Norden und erlaubt dem Schwarzen Meer, das Land zu erwärmen. Die Klimazonen reichen von einem subtropisch-feuchten Klima im Westen bis hin zu einem trockenen und gemäßigten Kontinentalklima im Osten. Die durchschnittliche Lufttemperatur schwankt zwischen 15 °C im West- und 11 bis 13 °C im Ostteil. Der durchschnittliche Niederschlag im Westen beträgt 3.000 mm, im Osten 400 mm. Der Frühling in Georgien ist kurz mit abrupten Klimaschwankungen, der Sommer oft sengend heiß. Der Herbst ist sonnig-warm, der Winter schneearm.
Flora und Fauna
Waldgebiete im Kaukasus, Region Swanetien
Georgien hat dank unterschiedlicher Klimazonen eine hohe Artenvielfalt. Abgeschlossene Täler begünstigten die Entwicklung endemischer, nur in dieser Region beheimateter, Pflanzen und Tierarten. Der WWF zählt Georgien zu den 238 wichtigsten Ökoregionen der Erde. Die IUCN hat es als globales Zentrum der Pflanzenvielfalt benannt und BirdLife International als weltweites endemisches Vogelgebiet ausgewiesen.
44 Prozent des Landes sind mit Wald bedeckt, fünf Prozent davon sind Urwald. 40 Prozent der Wälder sind in ihrer ursprünglichen Struktur erhalten geblieben. In den niederen Berggebieten wachsen vor allem Laubwald (Eichen, Buchen), in höheren Lagen Nadelhölzer (Fichten und Tannen). Oberhalb der Baumgrenze breiten sich subalpine und alpine Wiesen aus. Das Gebirge im Süden, die Tiefebene und die Transkaukasische Senke waren früher Steppen. Heute sind sie überwiegend kultiviert.
Das Land zählt ca. 4100 Pflanzenarten. Davon sind etwa 1000 dort endemisch[3] und 1.000 im Kaukasus. Nach einer Zählung des WWF sind in Georgien allein rund 400 Baum- und Straucharten zu Hause. 61 davon sind endemisch, 60 Arten gelten als weltweit bedroht und wurden in die Rote Liste aufgenommen. Zu den endemischen Arten zählt die Pontische Buche, die in der Kolchischen Tiefebene wächst.
Georgien beherbergt rund 1.000 verschiedene Wirbeltierarten. Darunter sind etwa 330 Vogelarten, 160 Fischarten, 48 Reptilienarten und 11 Amphibienarten. In den Wäldern leben der seltene Kaukasische Leopard, Braunbären, Wölfe und Luchse. Feuchtgebiete beherbergen den selten gewordenen Fischotter, das vom Aussterben bedrohte endemische Kaukasische Birkhuhn und verschiedene endemische Eidechsenarten. Das Land ist sehr artenreich an wirbellosen Tieren. Bisher sind ca. 500 Spinnenarten nachgewiesen worden.[4]
Umwelt- und Naturschutz
Im Umweltschutz gibt es viele ungelöste Probleme. Dazu zählen die Luftverschmutzung, besonders im industriellen Umfeld von Rustawi, die starke Verschmutzung der Kura und des Schwarzen Meeres bei Poti und Batumi. Die Trinkwasserversorgung ist unzureichend. Viele Böden sind durch giftige Chemikalien verseucht.
Im südlichen Kaukasus fehlt eine übergreifende Landnutzungsplanung, die die geschützte Natur von landwirtschaftlichen und industriellen Flächen trennt. Waldgebiete werden großräumig für illegale Exporte in die Türkei abgeholzt.
Georgien hat elf staatliche Naturschutzgebiete. Das größte ist der Bordschomi-Charagauli-Nationalpark im Kleinen Kaukasus (76.000 Hektar). Er wurde mit Hilfe Deutschlands sowie des World Wide Fund for Nature errichtet und 2001 eröffnet. Er ist eines der größten zusammenhängenden Naturschutzgebiete in Asien. Der Nationalpark Tuscheti umfasst 83.007 Hektar, der Nationalpark Waschlowani 25.112 Hektar und das Schutzgebiet Tuscheti 27.903 Hektar. Ältester Nationalpark Georgiens ist der Lagodechi-Nationalpark mit 17.688 Hektar.
Bevölkerung
Einwohner
Entwicklung der georgischen Bevölkerung 1992 bis 2003
Georgien hat rund 4,5 Millionen Einwohner (2006). Seit der staatlichen Unabhängigkeit 1991 haben etwa eine Million Menschen das Land verlassen. Allein zwischen 2000 und 2005 ging die georgische Bevölkerung jährlich um etwa ein Prozent zurück. Ursache der anhaltenden Auswanderungswelle ist der wirtschaftliche Niedergang des Landes. Vor allem Einwohner mit hohem Bildungsgrad, die Arbeitsplätze zunächst in anderen Staaten der GUS – später auch in Westeuropa und den USA – finden konnten, verließen Georgien. Die größte georgische Gemeinschaft außerhalb des Landes existiert in Moskau, nach russischen Angaben rund 300.000 Menschen.
Bis zum Zweiten Weltkrieg war Georgien ein landwirtschaftlich geprägtes Land. Der Politiker Karl Kautsky nannte Georgien 1921 eine sozialdemokratische Bauernrepublik. Mit der von Stalin verfügten Industrialisierung zogen immer mehr Menschen in die großen Städte. Heute leben 52 Prozent der Einwohner in den städtischen Ballungsgebieten, 48 Prozent in Dörfern und ländlichen Gebieten.
Bürgerkriege in Abchasien und Südossetien führten dazu, dass etwa 250.000 Menschen aus ihrer Heimat flohen oder vertrieben wurden. Georgien beherbergte 2004 rund 230.000 Vertriebene aus Abchasien und 12.200 aus Südossetien. Hinzu kamen etwa 3.000 Flüchtlinge aus Tschetschenien.
Volksgruppen
Georgien ist traditionell ein multiethnisches Land. Es beherbergt über 26 Volksgruppen: 83,8 Prozent der Einwohner sind Georgier, 6,5 Prozent Aserbaidschaner, 5,7 Prozent Armenier, 1,5 Prozent Russen, 0,9 Prozent Osseten, 2,66 Prozent Abchasen 0,1 Prozent Aramäer und 1,51 Prozent gehören weiteren Volksgruppen wie z. B. Pontos-Griechen, Kurden, Juden und andere an (Volkszählung 2002). Nach dem Zerfall der Sowjetunion und der Öffnung der Grenzen ist ein Großteil der Griechen nach Griechenland und ein großer Teil der georgischen Juden nach Israel ausgewandert.
In den Phasen des Nationalismus von 1918 bis 1921, während des Zweiten Weltkrieges und zu Beginn der 1990er Jahre wurden viele Volksgruppen in Georgien diskriminiert. 1941 ließ der sowjetische Diktator Stalin 40.000 Kaukasiendeutsche deportieren und 1944 die Mescheten aus Georgien vertreiben. Die Ausgrenzung nach 1990 richtet sich vor allem gegen die nach Unabhängigkeit strebenden Volksgruppen der Abchasen und Osseten. Georgien hat inzwischen ein Rahmenabkommen zum Schutz der nationalen Minderheiten ratifiziert, das jedoch nicht optimal greift. Davon ausgenommen sind allerdings die Artikel 10 und 11, in denen das Recht nationaler Minderheiten auf die Verwendung der Muttersprache anerkannt wird.
In einzelnen Regionen Georgiens bilden nicht-georgische Volksgruppen die Mehrheit. In Kwemo-Kartlien leben etwa genau so viele Aserbaidschaner wie Georgier. In der Region Samzche-Dschawachetien, die an Armenien angrenzt, sind die Armenier sogar etwas in der Mehrheit. Dort kam es im Oktober 2005 zu Protesten. Die Demonstranten forderten wirtschaftliche Gleichberechtigung und politische Autonomie. Der Protestzug wurde von der Polizei gewaltsam mit Gummiknüppeln und Warnschüssen aufgelöst.
Seit 1989 haben viele Russen das Land verlassen. Der Anteil der russisch-stämmigen Bevölkerungsgruppe an der georgischen Bevölkerung sank innerhalb von 13 Jahren um 4,8 Prozent. Ursache dafür war hauptsächlich die schon zu Zeiten der UdSSR zumindest unterschwellig vorhandene Diskriminierung, die in den späten achtziger Jahren deutlich zunahm. Die soziale Mobilität der russischen Diaspora und ihr hoher Bildungsgrad machte es relativ leicht, mit einem russischen Pass das wirtschaftlich besser gestellte Russland zu erreichen.
Sprachen
→ Hauptartikel: Sprachen Georgiens
Amtssprache ist das Georgische, das von etwa 4 Millionen Menschen gesprochen wird. Es gehört zur südkaukasischen Sprachfamilie und besitzt ein eigenes Alphabet, das seit dem 5. Jahrhundert n. Chr. belegt, wahrscheinlich aber wesentlich älter ist.
Darüber hinaus werden in Georgien 23 Sprachen aus sechs verschiedenen Sprachfamilien gesprochen. Zu den wichtigsten gehören Aserbaidschanisch (ca. 300.000 Sprecher), Armenisch (ca. 250.000 Sprecher), Abchasisch (ca. 100.000 Sprecher), Ossetisch (ca. 100.000 Sprecher), und Russisch.
Religionen
Metechi-Kirche in Tiflis
Georgien ist ein christlich geprägtes Land, schon 327 wurde das Christentum zur Staatsreligion Iberiens erklärt. Seit dem Früh-Mittelalter ist die Orthodoxie ein Symbol der Nation. 84 Prozent der Bevölkerung gehören der autokephalen Georgischen Orthodoxen Apostelkirche an. Patriarch der Kirche ist Ilia II. Am Unabhängigkeitstag steht er mit der Regierung auf dem Podium und segnet das Parlament zu Beginn der Legislaturperiode. Das georgische Parlament lehnt es ab, mit anderen Konfessionen einen Staatskirchenvertrag abzuschließen. Diese unterliegen dem Privatrecht und müssen sogar auf Hilfsleistungen Steuern zahlen.
Zugleich leben in Adscharien rund 376.000 Georgier, die unter osmanischer Herrschaft zum muslimischen Glauben konvertiert sind. 9,9 Prozent der Einwohner Georgiens sind Muslime.
3,9 Prozent verteilen sich auf die Religionsgemeinschaften der Armenier (200.000 Menschen Armenische Apostolische Kirche), der Katholiken (insgesamt 0,8 Prozent der Bevölkerung, davon 60.000 Menschen Armenisch-Katholische Kirche, 50.050 Römischer Ritus, 3.000 Chaldäisch-Katholische Kirche), der Protestanten (Baptisten, Lutheraner und Pfingstler), der Jesiden, Juden und der Zeugen Jehovas.
In den 1990er Jahren wurden Kirchenbauten religiöser Minderheiten, unter anderem der Katholiken, enteignet und der Georgischen Orthodoxen Apostelkirche übergeben. Immer wieder kommt es zu religiös motivierten Ausschreitungen gegen Minderheiten, darunter gegen die Zeugen Jehovas und gegen die Baptisten. Georgien stand bis 2004 auf einer Liste der US-Kommission zur Religionsfreiheit in der Welt (USCIRF), die jene Länder nennt, in denen die Religionsfreiheit am wenigsten gewährleistet ist. Erst nachdem Georgiens Strafverfolgungsbehörden handelten, ließ die Zahl der Überfälle nach und Georgien wurde aus der Liste entfernt.
Geschichte
→ Hauptartikel: Geschichte Georgiens
Unabhängigkeitserklärung Georgiens, Mai 1918
Aus dem Gebiet des heutigen Georgien stammen frühe Hominidenfunde aus dem Paläolithikum (Dmanisi). Das Neolithikum beginnt bereits im 8. Jahrtausend. Metallbearbeitung setzt mit der frühbronzezeitlichen Kura-Araxes-Kultur ein. Man geht davon aus, dass die erste Eisenbearbeitung durch die Chaliben, einem Stamm, der durch seine geschickten Schmiede bekannt wurde, stattfand.
Im 6. Jahrhundert v. Chr. entstanden die Staaten Kolchis (West-Georgien) und Iberien (Ost-Georgien).
Später unterwarfen die Römer das Land. Im Jahre 327 wurde das Christentum Staatsreligion. Auf die Römer folgten als Eroberer die Perser, die Byzantiner und die Araber.
Am Ende des 10. Jahrhunderts wurde Georgien im Goldenen Zeitalter vereint. Die langjährige Abhängigkeit vom Byzantinischen Reich wurde abgeschüttelt. Unter David dem Erbauer und Königin Tamara wurde Georgien zwischen dem 11. und 13. Jahrhundert die stärkste Macht in Transkaukasien. Es folgte eine mongolische Invasion unter Timur Lenk. Im 16. Jahrhundert zerfiel Georgien in die Königreiche Imeretien, Kachetien und Kartlien sowie fünf Fürstentümer, die unter osmanischem und iranischem Einfluss standen.
1783 schloss Ostgeorgien (Kartlien-Kachetien) einen Schutzvertrag mit Russland. 1801 wurde Kartlien-Kachetien per Dekret des Zaren annektiert und sein Königshaus entthront. Die Regionen im Westen des Landes blieben noch ein Jahrzehnt lang staatlich unabhängig. Erst 1810 eroberte Russland das georgische Königreich Imeretien. Russland brauchte weitere 54 Jahre, um die vollständige Kontrolle über Westgeorgien zu gewinnen. Die Region Gurien wurde 1828 abgeschafft, Mingrelien 1857. Die Region Swanetien wurde zwischen 1857 und 1859 annektiert, das Fürstentum Abchasien 1864.
Nach der Oktoberrevolution erklärte sich Georgien am 26. Mai 1918 unabhängig. Am 16. Februar 1921 wurde die Demokratische Republik Georgien von der Roten Armee besetzt und in die Sowjetunion eingegliedert, zunächst, von 1922-1936 als Teilgebiet der Transkaukasischen SFSR, dann, nach deren Auflösung, als Georgische SSR, die bis zum Ende der UdSSR im Jahre 1991 bestand.
Während der späten 1980er Jahre entwickelte sich eine starke georgische Unabhängigkeitsbewegung. Am 9. April 1991 erklärte sich Georgien erneut unabhängig. In Abchasien und Südossetien kam es zu Sezessionskriegen. Wegen der starken Militärpräsenz Russlands hat die georgische Regierung noch heute keine Kontrolle über weite Teile ihres Territoriums.
Georgiens Rosenrevolution 2003
Georgiens erster Präsident nach der Wiedererlangung der Unabhängigkeit, Swiad Gamsachurdia, wurde durch einen Putsch abgelöst. Sein Nachfolger wurde der frühere georgische KP-Chef und sowjetische Außenminister Eduard Schewardnadse. Er leitete demokratische Reformen ein. Die Wirtschaft stagnierte jedoch auf niedrigem Niveau. Hinzu kamen eine weitverzweigte Korruption und regelmäßige Wahlfälschungen.
Im November 2003 wurde Schewardnadse in der von jungen Reformpolitikern initiierten Rosenrevolution von der Macht verdrängt. Im Januar 2004 wurde Micheil Saakaschwili zum neuen Präsidenten gewählt. Premierminister wurde Surab Schwania. Die Korruption wurde energisch verfolgt. Für wichtige Reformfelder wurden erfolgreiche Auslandsgeorgier als Minister ins Land geholt. Die Privatisierung des staatlichen Sektors wurde vorangetrieben. Die Staatsschulden gingen 2004 erstmals zurück. Es gelang Saakaschwili, den adscharischen Machthaber Aslan Abaschidse zu vertreiben und Adscharien mit Georgien wiederzuvereinen.
Am 3. Februar 2005 verstarb Premierminister Schwania. Das Amt übernahm Finanzminister Surab Noghaideli. Nach Massenprotesten gegen die Regierung vom 2. bis 7. November 2007 wurde Lado Gurgenidse neuer Premier. Präsident Saakaschwili trat am 25. November zurück, um den Weg für Präsidentschafts-Neuwahlen am 5. Januar 2008 frei zu machen. Das amtliche Endergebnis dieser Wahlen erklärte den bisherigen Amtsinhaber Saakaschwili mit 53.47 Prozent der ausgezählten Wählerstimmen zum Wahlsieger. [5]
Im August 2008 eskalierte der Südossetien-Konflikt erneut und es kam zum offenen Krieg (Kaukasus-Konflikt 2008) mit Russland. Kurz darauf erkannte Russland die Unabhängigkeit Abchasiens und Südossetiens an, wenig später folgte Nicaragua.
Politik
Georgiens Präsident Micheil Saakaschwili
Georgien ist eine demokratische Republik mit einem starken Präsidialsystem und zentralisierter Verwaltung. Es wird zugleich von Kritikern als defekte Demokratie angesehen. Zwar sei der Zugang zur Politik formell durch freie und geheime Wahlen gesichert, doch würden politische und bürgerliche Rechte sowie die Gewaltenkontrolle oft eingeschränkt. Präsident Saakaschwili wurde von seinem Ex-Verteidigungsminister Irakli Okruaschwili, der im Herbst 2007 in Berlin festgenommen worden war,[6] beschuldigt, Morde in Auftrag gegeben zu haben.[7] Die Oppositionsparteien boykottierten aus Protest gegen die ihrer Ansicht nach gefälschten Wahlen vom Mai 2008 das Parlament. Internationale Wahlbeobachter stellten jedoch nur geringfügige Unregelmäßigkeiten fest.
Regierung
Staatsoberhaupt ist Micheil Saakaschwili. Er wurde am 4. Januar 2004 mit 96 Prozent der Stimmen zum Präsidenten gewählt. Premierminister war bis zum Herbst 2007 Surab Noghaideli. Er wurde am 17. Februar 2005 auf Vorschlag des Präsidenten vom Parlament zum Premierminister ernannt, nachdem sein Vorgänger Surab Schwania gestorben war, und steht einem 14-köpfigen Reformkabinett vor. Am 16. November 2007 schlug der Präsident Lado Gurgenidse dem Parlament als Nachfolger vor. Erklärte Ziele der Regierung bis 2009 sind der Kampf gegen die Korruption, Förderung des wirtschaftlichen Wachstums und, neben dem Streben nach NATO- und EU-Beitritt, entspannte Beziehungen zu Russland.
Parlament
Bei den Parlamentswahlen am 21. Mai 2008 konnte die Vereinte Nationale Bewegung (ENM) von Präsident Saakaschwili ihre Mehrheit verteidigen. Die ENM erhielt 59,3 Prozent der Stimmen, der aus neun Parteien bestehende Rat der geeinten Opposition kam auf nur 17,7 Prozent.[8] Die Wahlen waren überschattet von Manipulationsvorwürfen gegen die Regierung, unmittelbar nach der Bekanntgabe der Wahlergebnisse drohten die Oppositionsparteien mit einem Boykott des neuen Parlaments. Nach Ansicht internationaler Beobachter vor Ort und Einschätzung des Auslands sind die Wahlen aber insgesamt trotz einiger Beanstandungen fair und bemerkenswert geordnet abgelaufen.[9][10][11]
Verwaltungsgliederung
Die 9 Regionen Georgiens und die Hauptstadt Tiflis
→ Hauptartikel: Verwaltungsgliederung Georgiens
Georgien gliedert sich in neun Regionen (Mingrelien - Semo-Swanetien, Gurien, Ratscha-Letschchumi – Kwemo-Swanetien, Imeretien, Samzche-Dschawachetien, Mzcheta-Mtianeti, Schida Kartlien, Kwemo Kartlien, Kachetien), die Hauptstadtregion Tiflis sowie die zwei autonomen Republiken Abchasien und Adscharien. Das Gebiet von Südossetien gehört verwaltungstechnisch überwiegend zur Region Schida Kartlien.
Außenpolitik
→ Hauptartikel: Außenpolitik Georgiens
Die Außenpolitik Georgiens ist von dem Wunsch geprägt, seine Unabhängigkeit von Russland unumkehrbar zu machen. Demgegenüber stehen starke Gruppen in der russischen Politik, die Georgien als Vasallenstaat betrachten. Sie stützen sich auf die Geschichte der vergangenen 200 Jahre, in denen Georgien bis auf eine kurze Unterbrechung zum Russischen Reich, später zur Sowjetunion gehörte.
Unmittelbar nach der Gründung Georgiens 1991 unterstützte Russland separatistische Bewegungen in Abchasien, Südossetien und Adscharien. Die in der Folgezeit entstandenen, von Russland abhängigen Staaten sind ein Druckmittel, mit dem jederzeit Einfluss auf die georgische Innenpolitik ausgeübt werden kann. Der Druck kann beliebig verstärkt werden, da Russland eigenes Militär in Abchasien, Südossetien und bis 2008 in Batumi sowie Achalkalaki stationiert hat. 1993 vermochte Russland Georgien zum Beitritt in die Gemeinschaft Unabhängiger Staaten (GUS) zu drängen. Die Beziehungen zu Russland verschlechterten sich im Verlauf des Jahres 2006 erneut. Anfang 2007 schloss Russland sämtliche Grenzübergänge und verstärkte damit die Embargopolitik. Schließlich kam es im August 2008 zum militärischen Konflikt mit Russland („Georgienkrieg“), in dessen Folge Georgien aus der GUS austrat.
George W. Bush (2. v. links) zu Besuch in Georgien
Der Westen kümmerte sich bis 1995 wenig um Georgien. Verstärkte Ölförderungen in Turkmenistan und Aserbaidschan rückten den Staat im südlichen Kaukasus als Transitland zur Verschiffung des schwarzen Goldes Mitte der 1990er Jahre wieder in den Blickpunkt. Die NATO schloss mit Georgien eine strategische Partnerschaft ab. Seit 2004 ist Georgien mit der NATO durch einen Individual Partnership Action Plan (IPAP) verbunden. 2006 wechselte Georgien auf eine neue Stufe der Zusammenarbeit mit der NATO, den Intensiven Dialog (ID). Georgien plant langfristig der Europäischen Union beizutreten. Es wurde Mitglied im Europarat und gehört zu den EU-Programmen Europäische Nachbarschaftspolitik (ENP) sowie TRACECA. Im Mai 2009 trat Georgien der Östlichen Partnerschaft bei.
Die USA haben sich 1999 im Silk Road Strategy Act darauf festgelegt, starke politische, wirtschaftliche und sicherheitspolitische Bindungen zwischen den Ländern des Südkaukasus … und dem Westen zu entwickeln. Seit 1994 erhält Georgien US-amerikanische Militärhilfe und ab 2002 sind US-Militärausbilder für verschiedene Programme in Georgien tätig. Seit 2004 ist es mit 2500 Soldaten im Irak vertreten.
Ein besonderes Verhältnis pflegt Georgien neben der Ukraine und Aserbaidschan mit der Gruppe der Neuen Freunde Georgiens: Estland, Lettland, Litauen, Polen und Rumänien. Seit 2006 baut Georgien seine Verbindungen zum Iran und zur arabischen Welt aus. Es knüpft dabei an seine traditionelle Rolle als Mittler zwischen Orient und Okzident an.
Ende September 2006 verschlechterten sich die georgisch-russischen Beziehungen dramatisch, als die georgischen Behörden vier Offiziere der Spionage für die russische Föderation verdächtigte, verhaftete und einem OSZE-Vermittler übergab.
Georgien ist seit 1992 Mitglied der UNO und gehört folgenden internationalen Organisationen an: GUAM, OSZE, IWF, Weltbank, EBRD, WTO, Europarat sowie der Schwarzmeer-Wirtschaftskooperation.
Militär
Die Streitkräfte Georgiens umfassen knapp 33.000 Mann in den Teilstreitkräften Heer, Luftwaffe, Marine und Nationalgarde.
Wirtschaft
→ Hauptartikel: Wirtschaft Georgiens
Bereits im 3. Jahrhundert v. Chr. war Georgien die Waffenschmiede der Antike. Im Kaukasus wurden Gold, Silber, Kupfer und Eisen abgebaut. Georgische Handwerker stellten die Schwerter her, mit denen Griechen und Trojaner kämpften. Eine lange Tradition besitzt der Weinbau in Georgien.
Hafen von Batumi
Im 20. Jahrhundert konzentrierte sich die Wirtschaft Georgiens auf den Tourismus im Kaukasus und am Schwarzen Meer, den Anbau von Zitrusfrüchten, Weintrauben und Tee sowie den Abbau von Steinkohle, Mangan und Kupfer. Im Westen wurden Rinder, im Osten Schafe gezüchtet. Es gab einen kleinen industriellen Sektor, der Metalle, Maschinen, Chemikalien und Textilien produzierte.
Nach dem Zusammenbruch der Sowjetunion erlitt Georgien im Vergleich zu anderen Nachfolgestaaten der Sowjetunion einen außerordentlich schweren Wirtschaftskollaps. Im Dezember 1990 verhängte Russland eine Wirtschaftsblockade über Georgien. Bürgerkriege und Unabhängigkeitskämpfe in Abchasien, Adscharien, Südossetien und Westgeorgien verschärften die Krise. Die Produktion in Industrie und Landwirtschaft ging zurück. Das Produktionsvolumen rutschte bis 1994 auf ein Viertel des Niveaus von 1989. Die Arbeitslosigkeit in der Hauptstadt Tiflis stieg auf 40 Prozent.
Hilfe vom Westen kam erst 1995, als Weltbank und Internationaler Währungsfonds (IWF) Georgien Kredite in Höhe von 206 Millionen US-Dollar und Deutschland in Höhe von 50 Millionen D-Mark gewährten. Zwischen 1995 und 1997 stieg das Produktionsvolumen auf etwa 30 Prozent des Niveaus zu Sowjetzeiten; bis 2001 erreichte es etwa 35 Prozent. 32 Prozent der Bevölkerung lebt unterhalb der Armutsgrenze, 13 bis 15 Prozent der Haushalte leben in extremer Armut (Statistik 2001). Die Gehälter halten mit der Inflation nicht Schritt, Alterspensionen liegen bei rund 19 Euro monatlich, Bürgerkriegsflüchtlinge erhalten maximal 6 Euro monatliche Unterstützung.
Nach der samtenen Revolution 2003 sind positive Entwicklungen in der georgischen Wirtschaft erkennbar. So ist der Staatshaushalt von 350 Millionen auf 3.1 Milliarden US-Dollar und das Außenhandelsvolumen um mehrfaches gestiegen. Die Höhe der Direktinvestitionen in Georgien stieg 2005 auf 447,8 Millionen US-Dollar und 2006 schon auf mehr als 1 Milliarde USD. Das Kreditportfolio der georgischen Banken belief sich 2007 auf mehr als 1,5 Milliarden US-Dollar. 2006 würdigte IWF in seinem Bericht positiv die Regierungsmaßnahmen zur Bekämpfung der Armut, das ökonomische Wachstum und strukturelle Reformen des Landes.
Baku-Tiflis-Ceyhan-Pipeline
Georgiens größter Außenhandelspartner ist die Türkei, gefolgt von Russland, Aserbaidschan und Deutschland (Stand 2002). Nach den USA ist Deutschland Georgiens zweitwichtigster Partner bei der Entwicklungshilfe.
Georgiens Auslandsschulden betrugen Anfang 2006 1,75 Milliarden US-Dollar. Ein Großteil des Geldes stammte von der Weltbank [über 600 Millionen], dem Internationalen Währungsfond (IWF) und der Europäischen Bank für Wiederaufbau und Entwicklung. Weitere Kreditoren sind die Staaten der GUS, vor allem Turkmenistan und Russland.
Im Oktober 1995 wurde der Lari (GEL) mit Unterstützung des IWF und der Weltbank als neue Währung Georgiens eingeführt. Bis zur Abwertung 1998 war die Währung stabil zum US-Dollar (1:1). Der Lari ist frei konvertierbar.
Georgien setzt seine Hoffnungen für eine wirtschaftliche Erholung auf die Entwicklung eines internationalen Transport-Korridors durch die Schwarzmeerhäfen Poti und Batumi, eine große Ölpipeline vom aserbaidschanischen Baku über Tiflis nach Ceyhan in der Türkei, die Baku-Tiflis-Ceyhan-Pipeline (BTC) und eine parallel dazu verlaufende Gaspipeline, die Südkaukasus-Pipeline. Diese Pipelines machen Georgien für die Europäische Union und die USA geostrategisch bedeutsam, da sie es ermöglichen, das Öl und das Gas aus den Feldern am Kaspischen Meer an Russland vorbei in den Westen zu transportieren, und sie so die Abhängigkeit von russischen Exporten verringern.
Georgiens wirtschaftspolitische Reformen im Beobachtungszeitraum 2007/08 wurden im Bericht „Doing Business 2008“ der Weltbank ausdrücklich gelobt. Das Land konnte sich von Rang 112 auf 18 verbessern und liegt damit zwischen der Schweiz (16.) und Deutschland (20.).[12]. Im Beobachtungszeitraum 2008/2009 konnte sich Georgien im Bericht "Doing Business2010" der Weltbank nochmals verbessern, von Rang 18 auf Rang 11 und liegt nun zwischen der Saudi Arabien (13) und Norwegen (10).
Infrastruktur
Georgisches Fernstraßennetz
Wie in den meisten Nachfolgestaaten der Sowjetunion ist auch in Georgien das Straßennetz relativ gering ausgebaut. Vierspurige Strecken sind so die Ausnahme und vornehmlich in der Metropolregion Tiflis anzutreffen. Das Schienennetz der georgischen Eisenbahngesellschaft Sakartwelos Rkinigsa hat eine Gesamtlänge von über 1600 km und ist vollständig elektrifiziert. Entsprechend den geographischen Gegebenheiten verläuft die Hauptverkehrsachse im Straßen- wie im Schienenverkehr in West-Ost-Richtung.
Kultur
→ Hauptartikel: Georgische Kultur
Antike, Mittelalter
Bereits in der Antike wurden auf dem Gebiet des heutigen Georgien goldene Kelche und kunstvolle Schwerter hergestellt. Das Land war reich an metallenen Bodenschätzen, verarbeitete sie seit dem 6. Jahrhundert v. Chr. und trieb damit Handel. Griechische und römische Reisende beschrieben ausgebaute Straßen, mit Ziegeln gedeckte Häuser, große Städte und Festungen.
Die georgische Kultur des Mittelalters war byzantinisch geprägt. Die frühen ein- und dreischiffigen Basiliken (Nekresi, Dsweli Schuamta) aus dem 4. Jahrhundert stehen auf den Fundamenten antiker Tempel, sind klein und haben einen fast quadratischen Grundriss. Im 10. und 11. Jahrhundert entstanden große Kreuzkuppelkirchen (Swetizochweli-, Alawerdi- und Bagrati-Kathedrale).
siehe auch: Kunst Georgiens
Literatur
Schota Rustaweli, Schriftsteller des Mittelalters
Die georgische Literatur gliedert sich in eine schriftlose Epoche, eine frühfeudale Literatur im 5. bis 11. Jahrhundert, eine Literatur des Hochfeudalismus im 11. bis 13. Jahrhundert, eine spätfeudale Literatur im 16. bis zur Mitte des 19. Jahrhunderts, eine Literatur der Neuzeit von der Mitte des 19. Jahrhunderts bis zum ersten Viertel des 20. Jahrhunderts und eine Literatur der Gegenwart.
Ihre Blüte erreichte die georgische Literatur im 11. und 12. Jahrhundert zur Zeit König Davids des Erbauers und Königin Tamara. Schota Rustaweli verfasste Der Recke im Tigerfell (georgisch Vepchistqaosani), ein Epos auf Ritterlichkeit und Edelmut, die sich über Religion und Nation erheben.
Zu Beginn des 18. Jahrhunderts erneuerte Sulchan-Saba Orbeliani Georgiens Literatur aus dem Geist des Erzählens. Sein Zögling, König Wachtang VI., errichtete 1709 die erste Druckerei des Landes und ließ La Fontaines Fabeln verlegen.
Prominente georgische Schriftsteller des 19. Jahrhunderts waren Ilia Tschawtschawadse (Du, meine liebste Heimat, worüber bist du so traurig – 1872, Der See von Basaleti – 1883, Die Mutter Georgiens – 1881, Der Einsiedler – 1883, Briefe eines Reisenden – 1863), Akaki Zereteli (Tornike Eristawi, Der kleine Kachetier, Natela, Suliko, Der Tutor) und Aleksandre Qasbegi (Elgudscha – 1881, Eliso – 1882, Die Vatermörderin – 1882, Der Morgen nach der Hochzeit 1882).
Wichtigste Autoren des 20. Jahrhunderts sind Galaktion Tabidse (Meri, Der Mond von Mtazminda, Ich und die Nacht, Pfirsichblüten, Falben, Heimat), Grigol Robakidse (Das Schlangenhemd – 1928, Die gemordete Seele – 1933), Konstantine Gamsachurdia (Das Lächeln des Dionysos – 1925, Goethes Lebensroman – 1934, Der Raub des Mondes – 1935, Die rechte Hand des großen Meisters – 1939, Rebenblüte – 1956, David der Erbauer – 1942–1961), Tschabua Amiredschibi (Data Tutaschchia – 1975), Otar Tschiladse (Ein Mann ging des Weges – 1973, Jeder, der mich findet… – 1976, Das eiserne Theater – 1981). Zwischen 1915 und 1921 erblühte die Avantgarde um die Gruppe Blaue Hörner, wurde jedoch nach der kommunistischen Machtübernahme unterdrückt.
Als bedeutende Gegenwartsautoren gelten Aka Mortschiladse (Die Reise nach Karabach – 1992, Hunde der Paliaschwili Straße – 1995) und Dawit Turaschwili (Merani – 1991, Jeans Generation – 2001).
Siehe auch: Liste georgischer Schriftsteller, Schota-Rustaweli-Staatspreis
Theater, Oper, Musik
Staatliches Opernhaus, Tiflis
Georgien zählt 58 professionelle Bühnen, 39 davon widmen sich dem Drama. Bereits im 3. Jahrhundert v. Chr. wurde in Georgien Theater gespielt. Das Georgische Nationaltheater wurde 1791 in Tiflis gegründet, 1851 das Staatliche Theater für Oper und Ballett. Der Bassist Fjodor Schaljapin debütierte dort als Oberpriester in Giuseppe Verdis Aida. Der Tänzer Georgi Balantschiwadse wurde unter dem Namen George Balanchine einer der international wichtigsten Choreografen. Künstlerische Leiterin des Georgischen Nationalballetts ist seit 2004 die Primaballerina des Moskauer Bolschoi-Theaters, Nino Ananiaschwili.
Die traditionelle georgische Musik ist polyphon. Die musikalische Sprache ist vielfältig und regional äußerst unterschiedlich. Die Stimmführung und Harmonik des georgischen Gesangs sind weltweit einzigartig. Die Entwicklung der georgischen Polyphonie geht der europäischen um mindestens dreihundert Jahre voraus. Nach neuen Forschungen basiert sie neben dem eigenen Notensystem auf eigenständigen theoretischen Grundlagen mit eigenem Tonlagesystem. In den in Texten alter Lieder überlieferten Wörtern vermutet man Ähnlichkeiten mit altsumerischen Sprachen, die für die Sprachwissenschaft von eminentem Interesse sind. Die georgische Musik wurde von der UNESCO in die Liste des Weltkulturerbes aufgenommen.
Wichtige georgische Komponisten des 20. Jahrhunderts sind Sachari Paliaschwili, der europäische Klassik und georgische Volksmusik miteinander verband, Otar Taktakischwili, der sich ebenfalls stark an die Volksmusik anlehnte, Sulchan Zinzadse, Sulchan Nassidse und der Avantgardist Gia Kantscheli. Außerdem ist Aleksi Matschawariani zu nennen, der eine Synthese aus Elementen neuerer Musik und georgischer Folklore anstrebte.
Die junge Generation georgischer Komponisten macht mit elektronischer Musik auf sich aufmerksam. Dazu zählen Nikakoi (gebürtig Nika Machaidse), TBA (gebürtig Tusia Beridse) und Gogi.ge.org (gebürtig Gogi Dsodsuaschwili). Seit 2004 ist die aus Georgien stammende britische Jazz- und Blues-Sängerin Katie Melua in Westeuropa erfolgreich.
Siehe auch: Liste georgischer Komponisten klassischer Musik
Film
Das Staatliche Georgische Institut für Theater und Film in Tiflis
Georgiens Filmkunst ist international angesehen. Am 16. November 1896 wurde das erste Kino in Tiflis eröffnet. Der erste georgische Film entstand 1912. Die Filmindustrie konzentrierte sich in den Grusia-Film-Studios. Internationale Preise erlangten Tengis Abuladse (Magdanas Esel – Cannes 1956, Die Reue – Cannes 1987), Otar Iosseliani (Die Weinernte – Cannes 1966, Briganten – Venedig 1997), Nana Dschordschadse (1001 Rezepte eines verliebten Kochs – Karlovy Vary 1997, 27 Missing Kisses – Brüssel 2001) und Dito Tsintsadze (Schussangst – San Sebastián International Film Festival 2003).
Mit dem Niedergang der georgischen Wirtschaft ist auch die Filmproduktion eingebrochen. Viele georgische Regisseure arbeiten inzwischen im Ausland. Seit 2001 hat ein Nationales Zentrum für Cinematografie die Filmförderung übernommen. Es untersteht dem Kulturministerium. Ein unabhängiges Expertengremium wählt jährlich zwei Spielfilmprojekte aus, die zu 75 Prozent vom Zentrum finanziert werden.
Siehe auch: Georgische Filmgeschichte
Bildung und Wissenschaft
Georgische Akademie der Wissenschaften
Bildung wird in Georgien groß geschrieben. Pro 1.000 Einwohner gibt es statistisch 27,97 Studenten. Das sind mehr als in Deutschland oder in der Schweiz. Georgiens Regierung will die in den letzten Jahren rückläufigen Bildungsausgaben (2001: 2,3 Prozent des Bruttoinlandsprodukts) drastisch steigern. Präsident Saakaschwili nannte Georgiens Reichtum nicht Gold und Erdöl, sondern unsere Begabung, unseren Intellekt, unsere Fähigkeiten, unsere Bildung und unsere gebildeten Menschen.
Die wichtigsten wissenschaftlichen Einrichtungen sind die Staatliche Universität Tiflis mit rund 30.000 Studenten an 18 Fakultäten, die Georgische Technische Universität, die Staatliche Pädagogische Universität, die Staatliche Medizinische Universität und die Staatliche Universität für Sprache und Kultur in Tiflis sowie die Akaki-Zereteli-Universität Kutaissi. Die Georgische Akademie der Wissenschaften hat zehn wissenschaftliche Abteilungen und 63 Forschungsinstitute.
Georgien besitzt knapp 5.000 Bibliotheken, rund 250 verschiedene Museen und ein Netzwerk von über 70 Archiven.
Küche
Chinkali, gefüllte Teigtaschen
→ Hauptartikel: Georgische Küche
Georgiens Küche galt als die Haute Cuisine der sowjetischen Küche. Sie ist für ihre Qualität und regionale Vielfalt bekannt. Am Wochenende treffen die Familien mit Gästen an großen Tafeln, der sogenannten Supra zusammen. Je wichtiger der Anlass oder die Gäste sind, desto traditioneller sind die Gerichte. Dabei wird stets im Überfluss serviert, wodurch die Küche Großzügigkeit symbolisiert. Obgleich es in Tiflis Hamburger-, Kebab- und Pizzarestaurants gibt, hat ausländische Küche kaum Eingang in die georgische Esskultur gefunden.
Typische Vorspeisen sind gefüllte Auberginen mit Walnusspaste (Badridschani) und luftgetrocknetes Rindfleisch (Basturma). Hauptspeisen sind Schaschlik (georgisch Mzwadi), Hähncheneintopf mit Tomaten-Zwiebelsoße (Tschachochbili), und Hammeleintopf mit Auberginen (Tschanachi). Dazu gibt es Walnusssoße (Basche), Mirabellensoße (Tkemali) und verschiedene Peperonipasten (Adschika). Beliebte Desserts sind süsse Würste aus Walnüssen in Traubensaftpüree (Tschurtschkella) oder Nüsse mit Joghurt(Matsoni) und Honig. Den kleinen Hunger stillen Teigtaschen mit Hackfleischfüllung (Chinkali), gebackenes Käsebrot (Chatschapuri) oder eine Rote-Bohnen-Suppe (Lobio).
Traditionelle Getränke sind georgischer Wein, Sekt, Weinbrand und Tschatscha, ein Tresterbrand. Die Festtafel wird von einem Tamada (dt. Tischmeister) geleitet, der während der Mahlzeit kunstvolle Trinksprüche ausbringt. Nach jedem Spruch wird das Glas vollständig geleert und nachgeschenkt. Wer nicht mehr trinken will, zeigt es, indem er das volle Glas stehen lässt. Gegen den Kater am Morgen wird Chaschi, eine starke Brühe aus Pansen mit viel Knoblauch getrunken.
Feiertage
Gesetzliche Feiertage sind der 1. Januar (Neujahr), der 7. Januar (orthodoxes Weihnachtsfest), der 19. Januar (orthodoxe Epiphanie), der 3. März (Muttertag), der 8. März (Internationaler Frauentag), der 9. April (Tag der Wiederherstellung der Unabhängigkeit Georgiens), der 9. Mai (Siegestag), der 12. Mai (St.-Andreas-Tag), der 26. Mai (Unabhängigkeitstag), der 28. August (Mariamoba, orthodoxer Mariä Himmelfahrtstag), der 14. Oktober (Mzchetoba, georgisch-orthodoxes Fest) und der 23. November (Giorgoba, St.-Georgs-Tag). Das orthodoxe Osterfest ist beweglich und ebenfalls ein gesetzlicher Feiertag (2006: 23. April; 2007: 8. April).
Siehe auch: Feiertage in Georgien
Medien, Publizistik
Printmedien
In Georgien werden 76 gedruckte Publikationen verlegt. Die Zeitungen und Zeitschriften sind unabhängig. Einzelne haben noch eine staatliche Beteiligung. Die beliebtesten Tageszeitungen sind Kwiris Palitra, Alia, Achali Taoba, Asawal Dasawali, Resonansi und die Sportzeitung Sarbieli. Die Auflagen liegen jeweils bei 10.000 bis 12.000 Exemplaren. Daneben gibt es Tageszeitungen der verschiedenen Volksgruppen: Swobodnaja Gruzija und Vetscherny Tbilisi (beide auf Russisch), Gjurdgistan (auf Aserbaidschanisch) und Wrastan (auf Armenisch).
Fernsehturm Tiflis
Elektronische Medien
Es gibt 52 von der Nationalen Kommunikationskommission Georgiens lizenzierte Fernsehstationen. Dazu gehören sieben öffentlich-rechtliche Kanäle, einschließlich des Öffentlichen Rundfunks Georgiens (SSM) und des adscharischen Fernsehens sowie zwei bis drei russische Programme. Sie werden vom Staat finanziert. Die wichtigsten privaten Stationen sind Imedi TV, Rustawi 2, Mse TV, Kawkasia und 202 TV. Der Öffentliche Rundfunk, Rustawi 2 und Mse TV sind politisch regierungsnah. Seit 2008 unterhält das georgische Militär einen eigenen, flächendeckend ausstrahlenden Fernsehsender Sakartwelo. [13]
Neben zwei Programmen des Öffentlichen Rundfunks verfügt das Land über viele private Radio-Stationen. Sie sind zumeist regional ausgerichtet. Darunter sind nicht nur Spartensender, sondern auch Sender der verschiedenen Volksgruppen. Allein in Tiflis existieren mit Stationen Ewrika und Zelenaja Volna zwei russischsprachige Radiostationen.
Der Internet-Dienst Civil Georgia bietet Nachrichten auf Englisch, Georgisch und Russisch. Allerdings spielt das Internet in Georgien noch keine große Rolle. Nur fünf Prozent der Bevölkerung besitzen einen Computer. Etwa acht Prozent der Bevölkerung nutzt das Internet, ein Prozent verfügt über einen Breitbandanschluss.[14] 27 Prozent erklärten Meinungsbefragern im Juli 2004, sie hätten noch nie vom Internet gehört.
Presseagenturen
Neben der staatlichen Agentur Sakinformi gibt es die privaten Agenturen Caucasus Press und Prime News. Alle wichtigen internationalen Agenturen beschäftigen Mitarbeiter im Land.
Ausländische Medien
Ausländische Fernsehsender werden meist über Kabel angeboten. Dazu gehören fast alle wichtigen russischen Kanäle (ORT, NTW, TWZ) und alle führenden westlichen Programme (CNN, BBC, Deutsche Welle, ESPN, Eurosport). Radio France Internationale hat Sendemasten in Georgien. Das staatliche Radio strahlt den georgischen Dienst von Radio Free Europe/Radio Liberty und der Voice of America aus. Die privaten Radiosender Ewrika und Zeljonaja Wolna übertragen die Programme des russischsprachigen Dienstes der BBC. Die ausländische Presse ist an den Kiosken hauptsächlich durch russische Titel präsent. Die wichtigsten russischen Tageszeitungen und Unterhaltungsblätter werden nach Georgien importiert. Die russischen Blätter Argumenty i Fakty und Komsomolskaja Prawda verfügen in Georgien über eigene Druckereien.
Pressefreiheit
Die georgische Verfassung vom 24. August 1995 garantiert die Pressefreiheit und verbietet Zensur. Sie verbietet zugleich, die Medien oder ihre Verbreitung zu monopolisieren. Das am 17. Juni 2004 novellierte Pressegesetz erschwert es Klägern, Journalisten wegen ihrer Berichterstattung zu belangen. Zuvor waren Redakteure wegen angeblicher Ehrverletzung zu hohen Schadensersatzbeträgen verurteilt worden.
In der Schewardnadse-Ära hatte es immer wieder staatliche Bemühungen gegeben, die Medien einzuschüchtern. Der Journalist Giorgi Sanaia, Redakteur und Anchorman der Sendung Nachtkurier auf dem privaten Fernsehsender Rustawi-2, wurde im Juli 2001 ermordet, nachdem er von einer Videokassette erfuhr, die Beamte des Innenministerium belastete, Rauschgift durch Georgien geschleust zu haben. Der Chefredakteur der regierungskritischen Zeitung Meridiani war im Februar 2001 von Unbekannten zusammengeschlagen, seine Familie telefonisch bedroht worden. Im Mai 2002 wurden die Redaktionsbüros von Rustawi-2 in Tiflis beschossen.
Im Sommer 2004 kam es erneut zu Einschüchterungen der Presse. Die Staatsanwaltschaft von Tiflis durchsuchte die Büros der Zeitung Georgian Times nachdem sie mehrere Artikel über die Herkunft des Vermögens des damaligen Chefanklägers der Hauptstadt, Waleri Grigalaschwili, veröffentlicht hatte. Grigalaschwili wurde zwei Monate später von seinem Posten abberufen.
Der Chefredakteur der Volkszeitung in Gori wurde in Untersuchungshaft genommen, nachdem sein Blatt über die Verwicklung des lokalen Polizeichefs in Schmuggelaktivitäten berichtet hatte. Die Einschüchterungen haben zu zunehmender Selbstzensur der georgischen Medien geführt. Auf dem internationalen Media Freedom Index stand Georgien im Oktober 2005 auf Platz 99, in der Rangliste von 2007 hat es sich auf Platz 66 verbessert, fiel aber im Jahr 2008 auf Rang 120 zurück.
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საქართველო
sakartwelo
Georgien
Flagge Georgiens
Wappen Georgiens
Flagge
Wappen
Wahlspruch: ძალა ერთობაშია –dsala ertobaschia („Kraft durch Einheit“)
Amtssprache GeorgischRegionale Amtssprache: Abchasisch [1]
Hauptstadt Tiflis (georgisch Tbilissi)
Staatsform Republik
Staatsoberhaupt Micheil Saakaschwili
Regierungschef Premierminister Nikolos (Nika) Gilauri
Fläche (118.) 69.700 km²
Einwohnerzahl (113.) 4.630.841 (Stand: Juli 2008)
Bevölkerungsdichte (101.) 66 Einwohner pro km²
BIP nominal (2007)[2] 10.293 Mio. US$ (115.)
BIP/Einwohner 2.355 US$ (108.)
HDI 0,754 (96.)
Währung 1 Lari (GEL) = 100 Tetri
Unabhängigkeit 9. April 1991
Nationalhymne Tawisupleba
Nationalfeiertag 26. Mai (Tag der Unabhängigkeit 26. Mai 1918)
Zeitzone UTC + 4
Kfz-Kennzeichen GE
Internet-TLD . ge
Telefonvorwahl +995
Ort-Gerogien.png
Georgia topographic map-de.svg
Georgien (georgisch საქართველო – sakartwelo; nach der russischen Bezeichnung Грузия (Grusija) früher auch Grusien oder Grusinien genannt) ist ein Staat in Vorderasien. Er liegt in Transkaukasien, östlich des Schwarzen Meeres und südlich des Großen Kaukasus. Im Norden wird er von Russland, im Süden von der Türkei und Armenien, im Osten von Aserbaidschan begrenzt. Die an der Grenze zu Russland gelegenen Konfliktzonen Abchasien und Südossetien stehen nicht unter Kontrolle der georgischen Regierung.
Das Land liegt an einer Nahtstelle Eurasiens.
Inhaltsverzeichnis
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* 1 Geografie
o 1.1 Klima
o 1.2 Flora und Fauna
o 1.3 Umwelt- und Naturschutz
* 2 Bevölkerung
o 2.1 Einwohner
o 2.2 Volksgruppen
o 2.3 Sprachen
o 2.4 Religionen
* 3 Geschichte
* 4 Politik
o 4.1 Regierung
o 4.2 Parlament
o 4.3 Verwaltungsgliederung
o 4.4 Außenpolitik
* 5 Militär
* 6 Wirtschaft
* 7 Infrastruktur
* 8 Kultur
o 8.1 Antike, Mittelalter
o 8.2 Literatur
o 8.3 Theater, Oper, Musik
o 8.4 Film
o 8.5 Bildung und Wissenschaft
o 8.6 Küche
o 8.7 Feiertage
* 9 Medien, Publizistik
o 9.1 Printmedien
o 9.2 Elektronische Medien
o 9.3 Presseagenturen
o 9.4 Ausländische Medien
o 9.5 Pressefreiheit
* 10 Einzelnachweise
* 11 Siehe auch
* 12 Literatur
* 13 Weblinks
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Geografie
Georgien liegt in Vorderasien, wird aber von seinen Bewohnern als Balkon Europas bezeichnet. Seine Fläche entspricht mit ca. 69.700 Quadratkilometern der von Bayern. Gebirge und Vorgebirge bedecken 87 Prozent des Landes. Im Norden liegt die Südabdachung des Großen Kaukasus. Im Süden befinden sich die westlichen Rücken des Kleinen Kaukasus und der Rand des vulkanischen Armenischen Hochlandes.
Über den beiden Hochgebirgen dehnt sich im Westen die Kolchische Tiefebene, im Osten die Transkaukasische Senke, die sich in die Innerkarteli-, die Unterkarteli und die Alsasani-Ebene unterteilt. West- und Ostgeorgien werden durch den Lichi-Gebirgszug getrennt, der sich von Norden nach Süden erstreckt.
Der höchste Berg ist der Schchara im Großen Kaukasus mit 5.068,9 Metern. Der längste Fluss Georgiens ist die insgesamt 1.364 km lange Kura (georgisch Mtkwari), die das Land in ihrem Oberlauf vom Süden (Kleiner Kaukasus) nach Osten auf 351 Kilometer Länge durchzieht. Weitere Flüsse sind der Alasani (351 km), der Rioni (333 km) und der Enguri (213 km). Größter See ist der auf 2.073 Metern Höhe gelegene Parawani mit einer Ausdehnung von 37,5 Quadratkilometern. Die Voronya-Höhle ist mit 2.190 Metern die tiefste bekannte Höhle der Welt.
Größte Städte sind Tiflis (georgisch Tbilissi; 1.258.085 Einwohner), Kutaissi (178.350 Einwohner), Batumi (118.297 Einwohner), Rustawi (112.624 Einwohner), Sochumi (81.546 Einwohner), Sugdidi (73.014 Einwohner), Gori (46.680 Einwohner) und Poti (46.112 Einwohner) (Stand: 1. Januar 2005).
Siehe auch: Liste der Städte in Georgien
Im Nordwesten Georgiens liegt die autonome Republik Abchasien, im Südwesten die autonome Republik Adscharien, im Norden das Gebiet Südossetien. Abchasien und Südossetien beanspruchen staatliche Unabhängigkeit und stehen derzeit nicht unter der Kontrolle der georgischen Regierung.
Klima
Der Kaukasus schützt Georgien vor Kaltluftwellen aus dem Norden und erlaubt dem Schwarzen Meer, das Land zu erwärmen. Die Klimazonen reichen von einem subtropisch-feuchten Klima im Westen bis hin zu einem trockenen und gemäßigten Kontinentalklima im Osten. Die durchschnittliche Lufttemperatur schwankt zwischen 15 °C im West- und 11 bis 13 °C im Ostteil. Der durchschnittliche Niederschlag im Westen beträgt 3.000 mm, im Osten 400 mm. Der Frühling in Georgien ist kurz mit abrupten Klimaschwankungen, der Sommer oft sengend heiß. Der Herbst ist sonnig-warm, der Winter schneearm.
Flora und Fauna
Waldgebiete im Kaukasus, Region Swanetien
Georgien hat dank unterschiedlicher Klimazonen eine hohe Artenvielfalt. Abgeschlossene Täler begünstigten die Entwicklung endemischer, nur in dieser Region beheimateter, Pflanzen und Tierarten. Der WWF zählt Georgien zu den 238 wichtigsten Ökoregionen der Erde. Die IUCN hat es als globales Zentrum der Pflanzenvielfalt benannt und BirdLife International als weltweites endemisches Vogelgebiet ausgewiesen.
44 Prozent des Landes sind mit Wald bedeckt, fünf Prozent davon sind Urwald. 40 Prozent der Wälder sind in ihrer ursprünglichen Struktur erhalten geblieben. In den niederen Berggebieten wachsen vor allem Laubwald (Eichen, Buchen), in höheren Lagen Nadelhölzer (Fichten und Tannen). Oberhalb der Baumgrenze breiten sich subalpine und alpine Wiesen aus. Das Gebirge im Süden, die Tiefebene und die Transkaukasische Senke waren früher Steppen. Heute sind sie überwiegend kultiviert.
Das Land zählt ca. 4100 Pflanzenarten. Davon sind etwa 1000 dort endemisch[3] und 1.000 im Kaukasus. Nach einer Zählung des WWF sind in Georgien allein rund 400 Baum- und Straucharten zu Hause. 61 davon sind endemisch, 60 Arten gelten als weltweit bedroht und wurden in die Rote Liste aufgenommen. Zu den endemischen Arten zählt die Pontische Buche, die in der Kolchischen Tiefebene wächst.
Georgien beherbergt rund 1.000 verschiedene Wirbeltierarten. Darunter sind etwa 330 Vogelarten, 160 Fischarten, 48 Reptilienarten und 11 Amphibienarten. In den Wäldern leben der seltene Kaukasische Leopard, Braunbären, Wölfe und Luchse. Feuchtgebiete beherbergen den selten gewordenen Fischotter, das vom Aussterben bedrohte endemische Kaukasische Birkhuhn und verschiedene endemische Eidechsenarten. Das Land ist sehr artenreich an wirbellosen Tieren. Bisher sind ca. 500 Spinnenarten nachgewiesen worden.[4]
Umwelt- und Naturschutz
Im Umweltschutz gibt es viele ungelöste Probleme. Dazu zählen die Luftverschmutzung, besonders im industriellen Umfeld von Rustawi, die starke Verschmutzung der Kura und des Schwarzen Meeres bei Poti und Batumi. Die Trinkwasserversorgung ist unzureichend. Viele Böden sind durch giftige Chemikalien verseucht.
Im südlichen Kaukasus fehlt eine übergreifende Landnutzungsplanung, die die geschützte Natur von landwirtschaftlichen und industriellen Flächen trennt. Waldgebiete werden großräumig für illegale Exporte in die Türkei abgeholzt.
Georgien hat elf staatliche Naturschutzgebiete. Das größte ist der Bordschomi-Charagauli-Nationalpark im Kleinen Kaukasus (76.000 Hektar). Er wurde mit Hilfe Deutschlands sowie des World Wide Fund for Nature errichtet und 2001 eröffnet. Er ist eines der größten zusammenhängenden Naturschutzgebiete in Asien. Der Nationalpark Tuscheti umfasst 83.007 Hektar, der Nationalpark Waschlowani 25.112 Hektar und das Schutzgebiet Tuscheti 27.903 Hektar. Ältester Nationalpark Georgiens ist der Lagodechi-Nationalpark mit 17.688 Hektar.
Bevölkerung
Einwohner
Entwicklung der georgischen Bevölkerung 1992 bis 2003
Georgien hat rund 4,5 Millionen Einwohner (2006). Seit der staatlichen Unabhängigkeit 1991 haben etwa eine Million Menschen das Land verlassen. Allein zwischen 2000 und 2005 ging die georgische Bevölkerung jährlich um etwa ein Prozent zurück. Ursache der anhaltenden Auswanderungswelle ist der wirtschaftliche Niedergang des Landes. Vor allem Einwohner mit hohem Bildungsgrad, die Arbeitsplätze zunächst in anderen Staaten der GUS – später auch in Westeuropa und den USA – finden konnten, verließen Georgien. Die größte georgische Gemeinschaft außerhalb des Landes existiert in Moskau, nach russischen Angaben rund 300.000 Menschen.
Bis zum Zweiten Weltkrieg war Georgien ein landwirtschaftlich geprägtes Land. Der Politiker Karl Kautsky nannte Georgien 1921 eine sozialdemokratische Bauernrepublik. Mit der von Stalin verfügten Industrialisierung zogen immer mehr Menschen in die großen Städte. Heute leben 52 Prozent der Einwohner in den städtischen Ballungsgebieten, 48 Prozent in Dörfern und ländlichen Gebieten.
Bürgerkriege in Abchasien und Südossetien führten dazu, dass etwa 250.000 Menschen aus ihrer Heimat flohen oder vertrieben wurden. Georgien beherbergte 2004 rund 230.000 Vertriebene aus Abchasien und 12.200 aus Südossetien. Hinzu kamen etwa 3.000 Flüchtlinge aus Tschetschenien.
Volksgruppen
Georgien ist traditionell ein multiethnisches Land. Es beherbergt über 26 Volksgruppen: 83,8 Prozent der Einwohner sind Georgier, 6,5 Prozent Aserbaidschaner, 5,7 Prozent Armenier, 1,5 Prozent Russen, 0,9 Prozent Osseten, 2,66 Prozent Abchasen 0,1 Prozent Aramäer und 1,51 Prozent gehören weiteren Volksgruppen wie z. B. Pontos-Griechen, Kurden, Juden und andere an (Volkszählung 2002). Nach dem Zerfall der Sowjetunion und der Öffnung der Grenzen ist ein Großteil der Griechen nach Griechenland und ein großer Teil der georgischen Juden nach Israel ausgewandert.
In den Phasen des Nationalismus von 1918 bis 1921, während des Zweiten Weltkrieges und zu Beginn der 1990er Jahre wurden viele Volksgruppen in Georgien diskriminiert. 1941 ließ der sowjetische Diktator Stalin 40.000 Kaukasiendeutsche deportieren und 1944 die Mescheten aus Georgien vertreiben. Die Ausgrenzung nach 1990 richtet sich vor allem gegen die nach Unabhängigkeit strebenden Volksgruppen der Abchasen und Osseten. Georgien hat inzwischen ein Rahmenabkommen zum Schutz der nationalen Minderheiten ratifiziert, das jedoch nicht optimal greift. Davon ausgenommen sind allerdings die Artikel 10 und 11, in denen das Recht nationaler Minderheiten auf die Verwendung der Muttersprache anerkannt wird.
In einzelnen Regionen Georgiens bilden nicht-georgische Volksgruppen die Mehrheit. In Kwemo-Kartlien leben etwa genau so viele Aserbaidschaner wie Georgier. In der Region Samzche-Dschawachetien, die an Armenien angrenzt, sind die Armenier sogar etwas in der Mehrheit. Dort kam es im Oktober 2005 zu Protesten. Die Demonstranten forderten wirtschaftliche Gleichberechtigung und politische Autonomie. Der Protestzug wurde von der Polizei gewaltsam mit Gummiknüppeln und Warnschüssen aufgelöst.
Seit 1989 haben viele Russen das Land verlassen. Der Anteil der russisch-stämmigen Bevölkerungsgruppe an der georgischen Bevölkerung sank innerhalb von 13 Jahren um 4,8 Prozent. Ursache dafür war hauptsächlich die schon zu Zeiten der UdSSR zumindest unterschwellig vorhandene Diskriminierung, die in den späten achtziger Jahren deutlich zunahm. Die soziale Mobilität der russischen Diaspora und ihr hoher Bildungsgrad machte es relativ leicht, mit einem russischen Pass das wirtschaftlich besser gestellte Russland zu erreichen.
Sprachen
→ Hauptartikel: Sprachen Georgiens
Amtssprache ist das Georgische, das von etwa 4 Millionen Menschen gesprochen wird. Es gehört zur südkaukasischen Sprachfamilie und besitzt ein eigenes Alphabet, das seit dem 5. Jahrhundert n. Chr. belegt, wahrscheinlich aber wesentlich älter ist.
Darüber hinaus werden in Georgien 23 Sprachen aus sechs verschiedenen Sprachfamilien gesprochen. Zu den wichtigsten gehören Aserbaidschanisch (ca. 300.000 Sprecher), Armenisch (ca. 250.000 Sprecher), Abchasisch (ca. 100.000 Sprecher), Ossetisch (ca. 100.000 Sprecher), und Russisch.
Religionen
Metechi-Kirche in Tiflis
Georgien ist ein christlich geprägtes Land, schon 327 wurde das Christentum zur Staatsreligion Iberiens erklärt. Seit dem Früh-Mittelalter ist die Orthodoxie ein Symbol der Nation. 84 Prozent der Bevölkerung gehören der autokephalen Georgischen Orthodoxen Apostelkirche an. Patriarch der Kirche ist Ilia II. Am Unabhängigkeitstag steht er mit der Regierung auf dem Podium und segnet das Parlament zu Beginn der Legislaturperiode. Das georgische Parlament lehnt es ab, mit anderen Konfessionen einen Staatskirchenvertrag abzuschließen. Diese unterliegen dem Privatrecht und müssen sogar auf Hilfsleistungen Steuern zahlen.
Zugleich leben in Adscharien rund 376.000 Georgier, die unter osmanischer Herrschaft zum muslimischen Glauben konvertiert sind. 9,9 Prozent der Einwohner Georgiens sind Muslime.
3,9 Prozent verteilen sich auf die Religionsgemeinschaften der Armenier (200.000 Menschen Armenische Apostolische Kirche), der Katholiken (insgesamt 0,8 Prozent der Bevölkerung, davon 60.000 Menschen Armenisch-Katholische Kirche, 50.050 Römischer Ritus, 3.000 Chaldäisch-Katholische Kirche), der Protestanten (Baptisten, Lutheraner und Pfingstler), der Jesiden, Juden und der Zeugen Jehovas.
In den 1990er Jahren wurden Kirchenbauten religiöser Minderheiten, unter anderem der Katholiken, enteignet und der Georgischen Orthodoxen Apostelkirche übergeben. Immer wieder kommt es zu religiös motivierten Ausschreitungen gegen Minderheiten, darunter gegen die Zeugen Jehovas und gegen die Baptisten. Georgien stand bis 2004 auf einer Liste der US-Kommission zur Religionsfreiheit in der Welt (USCIRF), die jene Länder nennt, in denen die Religionsfreiheit am wenigsten gewährleistet ist. Erst nachdem Georgiens Strafverfolgungsbehörden handelten, ließ die Zahl der Überfälle nach und Georgien wurde aus der Liste entfernt.
Geschichte
→ Hauptartikel: Geschichte Georgiens
Unabhängigkeitserklärung Georgiens, Mai 1918
Aus dem Gebiet des heutigen Georgien stammen frühe Hominidenfunde aus dem Paläolithikum (Dmanisi). Das Neolithikum beginnt bereits im 8. Jahrtausend. Metallbearbeitung setzt mit der frühbronzezeitlichen Kura-Araxes-Kultur ein. Man geht davon aus, dass die erste Eisenbearbeitung durch die Chaliben, einem Stamm, der durch seine geschickten Schmiede bekannt wurde, stattfand.
Im 6. Jahrhundert v. Chr. entstanden die Staaten Kolchis (West-Georgien) und Iberien (Ost-Georgien).
Später unterwarfen die Römer das Land. Im Jahre 327 wurde das Christentum Staatsreligion. Auf die Römer folgten als Eroberer die Perser, die Byzantiner und die Araber.
Am Ende des 10. Jahrhunderts wurde Georgien im Goldenen Zeitalter vereint. Die langjährige Abhängigkeit vom Byzantinischen Reich wurde abgeschüttelt. Unter David dem Erbauer und Königin Tamara wurde Georgien zwischen dem 11. und 13. Jahrhundert die stärkste Macht in Transkaukasien. Es folgte eine mongolische Invasion unter Timur Lenk. Im 16. Jahrhundert zerfiel Georgien in die Königreiche Imeretien, Kachetien und Kartlien sowie fünf Fürstentümer, die unter osmanischem und iranischem Einfluss standen.
1783 schloss Ostgeorgien (Kartlien-Kachetien) einen Schutzvertrag mit Russland. 1801 wurde Kartlien-Kachetien per Dekret des Zaren annektiert und sein Königshaus entthront. Die Regionen im Westen des Landes blieben noch ein Jahrzehnt lang staatlich unabhängig. Erst 1810 eroberte Russland das georgische Königreich Imeretien. Russland brauchte weitere 54 Jahre, um die vollständige Kontrolle über Westgeorgien zu gewinnen. Die Region Gurien wurde 1828 abgeschafft, Mingrelien 1857. Die Region Swanetien wurde zwischen 1857 und 1859 annektiert, das Fürstentum Abchasien 1864.
Nach der Oktoberrevolution erklärte sich Georgien am 26. Mai 1918 unabhängig. Am 16. Februar 1921 wurde die Demokratische Republik Georgien von der Roten Armee besetzt und in die Sowjetunion eingegliedert, zunächst, von 1922-1936 als Teilgebiet der Transkaukasischen SFSR, dann, nach deren Auflösung, als Georgische SSR, die bis zum Ende der UdSSR im Jahre 1991 bestand.
Während der späten 1980er Jahre entwickelte sich eine starke georgische Unabhängigkeitsbewegung. Am 9. April 1991 erklärte sich Georgien erneut unabhängig. In Abchasien und Südossetien kam es zu Sezessionskriegen. Wegen der starken Militärpräsenz Russlands hat die georgische Regierung noch heute keine Kontrolle über weite Teile ihres Territoriums.
Georgiens Rosenrevolution 2003
Georgiens erster Präsident nach der Wiedererlangung der Unabhängigkeit, Swiad Gamsachurdia, wurde durch einen Putsch abgelöst. Sein Nachfolger wurde der frühere georgische KP-Chef und sowjetische Außenminister Eduard Schewardnadse. Er leitete demokratische Reformen ein. Die Wirtschaft stagnierte jedoch auf niedrigem Niveau. Hinzu kamen eine weitverzweigte Korruption und regelmäßige Wahlfälschungen.
Im November 2003 wurde Schewardnadse in der von jungen Reformpolitikern initiierten Rosenrevolution von der Macht verdrängt. Im Januar 2004 wurde Micheil Saakaschwili zum neuen Präsidenten gewählt. Premierminister wurde Surab Schwania. Die Korruption wurde energisch verfolgt. Für wichtige Reformfelder wurden erfolgreiche Auslandsgeorgier als Minister ins Land geholt. Die Privatisierung des staatlichen Sektors wurde vorangetrieben. Die Staatsschulden gingen 2004 erstmals zurück. Es gelang Saakaschwili, den adscharischen Machthaber Aslan Abaschidse zu vertreiben und Adscharien mit Georgien wiederzuvereinen.
Am 3. Februar 2005 verstarb Premierminister Schwania. Das Amt übernahm Finanzminister Surab Noghaideli. Nach Massenprotesten gegen die Regierung vom 2. bis 7. November 2007 wurde Lado Gurgenidse neuer Premier. Präsident Saakaschwili trat am 25. November zurück, um den Weg für Präsidentschafts-Neuwahlen am 5. Januar 2008 frei zu machen. Das amtliche Endergebnis dieser Wahlen erklärte den bisherigen Amtsinhaber Saakaschwili mit 53.47 Prozent der ausgezählten Wählerstimmen zum Wahlsieger. [5]
Im August 2008 eskalierte der Südossetien-Konflikt erneut und es kam zum offenen Krieg (Kaukasus-Konflikt 2008) mit Russland. Kurz darauf erkannte Russland die Unabhängigkeit Abchasiens und Südossetiens an, wenig später folgte Nicaragua.
Politik
Georgiens Präsident Micheil Saakaschwili
Georgien ist eine demokratische Republik mit einem starken Präsidialsystem und zentralisierter Verwaltung. Es wird zugleich von Kritikern als defekte Demokratie angesehen. Zwar sei der Zugang zur Politik formell durch freie und geheime Wahlen gesichert, doch würden politische und bürgerliche Rechte sowie die Gewaltenkontrolle oft eingeschränkt. Präsident Saakaschwili wurde von seinem Ex-Verteidigungsminister Irakli Okruaschwili, der im Herbst 2007 in Berlin festgenommen worden war,[6] beschuldigt, Morde in Auftrag gegeben zu haben.[7] Die Oppositionsparteien boykottierten aus Protest gegen die ihrer Ansicht nach gefälschten Wahlen vom Mai 2008 das Parlament. Internationale Wahlbeobachter stellten jedoch nur geringfügige Unregelmäßigkeiten fest.
Regierung
Staatsoberhaupt ist Micheil Saakaschwili. Er wurde am 4. Januar 2004 mit 96 Prozent der Stimmen zum Präsidenten gewählt. Premierminister war bis zum Herbst 2007 Surab Noghaideli. Er wurde am 17. Februar 2005 auf Vorschlag des Präsidenten vom Parlament zum Premierminister ernannt, nachdem sein Vorgänger Surab Schwania gestorben war, und steht einem 14-köpfigen Reformkabinett vor. Am 16. November 2007 schlug der Präsident Lado Gurgenidse dem Parlament als Nachfolger vor. Erklärte Ziele der Regierung bis 2009 sind der Kampf gegen die Korruption, Förderung des wirtschaftlichen Wachstums und, neben dem Streben nach NATO- und EU-Beitritt, entspannte Beziehungen zu Russland.
Parlament
Bei den Parlamentswahlen am 21. Mai 2008 konnte die Vereinte Nationale Bewegung (ENM) von Präsident Saakaschwili ihre Mehrheit verteidigen. Die ENM erhielt 59,3 Prozent der Stimmen, der aus neun Parteien bestehende Rat der geeinten Opposition kam auf nur 17,7 Prozent.[8] Die Wahlen waren überschattet von Manipulationsvorwürfen gegen die Regierung, unmittelbar nach der Bekanntgabe der Wahlergebnisse drohten die Oppositionsparteien mit einem Boykott des neuen Parlaments. Nach Ansicht internationaler Beobachter vor Ort und Einschätzung des Auslands sind die Wahlen aber insgesamt trotz einiger Beanstandungen fair und bemerkenswert geordnet abgelaufen.[9][10][11]
Verwaltungsgliederung
Die 9 Regionen Georgiens und die Hauptstadt Tiflis
→ Hauptartikel: Verwaltungsgliederung Georgiens
Georgien gliedert sich in neun Regionen (Mingrelien - Semo-Swanetien, Gurien, Ratscha-Letschchumi – Kwemo-Swanetien, Imeretien, Samzche-Dschawachetien, Mzcheta-Mtianeti, Schida Kartlien, Kwemo Kartlien, Kachetien), die Hauptstadtregion Tiflis sowie die zwei autonomen Republiken Abchasien und Adscharien. Das Gebiet von Südossetien gehört verwaltungstechnisch überwiegend zur Region Schida Kartlien.
Außenpolitik
→ Hauptartikel: Außenpolitik Georgiens
Die Außenpolitik Georgiens ist von dem Wunsch geprägt, seine Unabhängigkeit von Russland unumkehrbar zu machen. Demgegenüber stehen starke Gruppen in der russischen Politik, die Georgien als Vasallenstaat betrachten. Sie stützen sich auf die Geschichte der vergangenen 200 Jahre, in denen Georgien bis auf eine kurze Unterbrechung zum Russischen Reich, später zur Sowjetunion gehörte.
Unmittelbar nach der Gründung Georgiens 1991 unterstützte Russland separatistische Bewegungen in Abchasien, Südossetien und Adscharien. Die in der Folgezeit entstandenen, von Russland abhängigen Staaten sind ein Druckmittel, mit dem jederzeit Einfluss auf die georgische Innenpolitik ausgeübt werden kann. Der Druck kann beliebig verstärkt werden, da Russland eigenes Militär in Abchasien, Südossetien und bis 2008 in Batumi sowie Achalkalaki stationiert hat. 1993 vermochte Russland Georgien zum Beitritt in die Gemeinschaft Unabhängiger Staaten (GUS) zu drängen. Die Beziehungen zu Russland verschlechterten sich im Verlauf des Jahres 2006 erneut. Anfang 2007 schloss Russland sämtliche Grenzübergänge und verstärkte damit die Embargopolitik. Schließlich kam es im August 2008 zum militärischen Konflikt mit Russland („Georgienkrieg“), in dessen Folge Georgien aus der GUS austrat.
George W. Bush (2. v. links) zu Besuch in Georgien
Der Westen kümmerte sich bis 1995 wenig um Georgien. Verstärkte Ölförderungen in Turkmenistan und Aserbaidschan rückten den Staat im südlichen Kaukasus als Transitland zur Verschiffung des schwarzen Goldes Mitte der 1990er Jahre wieder in den Blickpunkt. Die NATO schloss mit Georgien eine strategische Partnerschaft ab. Seit 2004 ist Georgien mit der NATO durch einen Individual Partnership Action Plan (IPAP) verbunden. 2006 wechselte Georgien auf eine neue Stufe der Zusammenarbeit mit der NATO, den Intensiven Dialog (ID). Georgien plant langfristig der Europäischen Union beizutreten. Es wurde Mitglied im Europarat und gehört zu den EU-Programmen Europäische Nachbarschaftspolitik (ENP) sowie TRACECA. Im Mai 2009 trat Georgien der Östlichen Partnerschaft bei.
Die USA haben sich 1999 im Silk Road Strategy Act darauf festgelegt, starke politische, wirtschaftliche und sicherheitspolitische Bindungen zwischen den Ländern des Südkaukasus … und dem Westen zu entwickeln. Seit 1994 erhält Georgien US-amerikanische Militärhilfe und ab 2002 sind US-Militärausbilder für verschiedene Programme in Georgien tätig. Seit 2004 ist es mit 2500 Soldaten im Irak vertreten.
Ein besonderes Verhältnis pflegt Georgien neben der Ukraine und Aserbaidschan mit der Gruppe der Neuen Freunde Georgiens: Estland, Lettland, Litauen, Polen und Rumänien. Seit 2006 baut Georgien seine Verbindungen zum Iran und zur arabischen Welt aus. Es knüpft dabei an seine traditionelle Rolle als Mittler zwischen Orient und Okzident an.
Ende September 2006 verschlechterten sich die georgisch-russischen Beziehungen dramatisch, als die georgischen Behörden vier Offiziere der Spionage für die russische Föderation verdächtigte, verhaftete und einem OSZE-Vermittler übergab.
Georgien ist seit 1992 Mitglied der UNO und gehört folgenden internationalen Organisationen an: GUAM, OSZE, IWF, Weltbank, EBRD, WTO, Europarat sowie der Schwarzmeer-Wirtschaftskooperation.
Militär
Die Streitkräfte Georgiens umfassen knapp 33.000 Mann in den Teilstreitkräften Heer, Luftwaffe, Marine und Nationalgarde.
Wirtschaft
→ Hauptartikel: Wirtschaft Georgiens
Bereits im 3. Jahrhundert v. Chr. war Georgien die Waffenschmiede der Antike. Im Kaukasus wurden Gold, Silber, Kupfer und Eisen abgebaut. Georgische Handwerker stellten die Schwerter her, mit denen Griechen und Trojaner kämpften. Eine lange Tradition besitzt der Weinbau in Georgien.
Hafen von Batumi
Im 20. Jahrhundert konzentrierte sich die Wirtschaft Georgiens auf den Tourismus im Kaukasus und am Schwarzen Meer, den Anbau von Zitrusfrüchten, Weintrauben und Tee sowie den Abbau von Steinkohle, Mangan und Kupfer. Im Westen wurden Rinder, im Osten Schafe gezüchtet. Es gab einen kleinen industriellen Sektor, der Metalle, Maschinen, Chemikalien und Textilien produzierte.
Nach dem Zusammenbruch der Sowjetunion erlitt Georgien im Vergleich zu anderen Nachfolgestaaten der Sowjetunion einen außerordentlich schweren Wirtschaftskollaps. Im Dezember 1990 verhängte Russland eine Wirtschaftsblockade über Georgien. Bürgerkriege und Unabhängigkeitskämpfe in Abchasien, Adscharien, Südossetien und Westgeorgien verschärften die Krise. Die Produktion in Industrie und Landwirtschaft ging zurück. Das Produktionsvolumen rutschte bis 1994 auf ein Viertel des Niveaus von 1989. Die Arbeitslosigkeit in der Hauptstadt Tiflis stieg auf 40 Prozent.
Hilfe vom Westen kam erst 1995, als Weltbank und Internationaler Währungsfonds (IWF) Georgien Kredite in Höhe von 206 Millionen US-Dollar und Deutschland in Höhe von 50 Millionen D-Mark gewährten. Zwischen 1995 und 1997 stieg das Produktionsvolumen auf etwa 30 Prozent des Niveaus zu Sowjetzeiten; bis 2001 erreichte es etwa 35 Prozent. 32 Prozent der Bevölkerung lebt unterhalb der Armutsgrenze, 13 bis 15 Prozent der Haushalte leben in extremer Armut (Statistik 2001). Die Gehälter halten mit der Inflation nicht Schritt, Alterspensionen liegen bei rund 19 Euro monatlich, Bürgerkriegsflüchtlinge erhalten maximal 6 Euro monatliche Unterstützung.
Nach der samtenen Revolution 2003 sind positive Entwicklungen in der georgischen Wirtschaft erkennbar. So ist der Staatshaushalt von 350 Millionen auf 3.1 Milliarden US-Dollar und das Außenhandelsvolumen um mehrfaches gestiegen. Die Höhe der Direktinvestitionen in Georgien stieg 2005 auf 447,8 Millionen US-Dollar und 2006 schon auf mehr als 1 Milliarde USD. Das Kreditportfolio der georgischen Banken belief sich 2007 auf mehr als 1,5 Milliarden US-Dollar. 2006 würdigte IWF in seinem Bericht positiv die Regierungsmaßnahmen zur Bekämpfung der Armut, das ökonomische Wachstum und strukturelle Reformen des Landes.
Baku-Tiflis-Ceyhan-Pipeline
Georgiens größter Außenhandelspartner ist die Türkei, gefolgt von Russland, Aserbaidschan und Deutschland (Stand 2002). Nach den USA ist Deutschland Georgiens zweitwichtigster Partner bei der Entwicklungshilfe.
Georgiens Auslandsschulden betrugen Anfang 2006 1,75 Milliarden US-Dollar. Ein Großteil des Geldes stammte von der Weltbank [über 600 Millionen], dem Internationalen Währungsfond (IWF) und der Europäischen Bank für Wiederaufbau und Entwicklung. Weitere Kreditoren sind die Staaten der GUS, vor allem Turkmenistan und Russland.
Im Oktober 1995 wurde der Lari (GEL) mit Unterstützung des IWF und der Weltbank als neue Währung Georgiens eingeführt. Bis zur Abwertung 1998 war die Währung stabil zum US-Dollar (1:1). Der Lari ist frei konvertierbar.
Georgien setzt seine Hoffnungen für eine wirtschaftliche Erholung auf die Entwicklung eines internationalen Transport-Korridors durch die Schwarzmeerhäfen Poti und Batumi, eine große Ölpipeline vom aserbaidschanischen Baku über Tiflis nach Ceyhan in der Türkei, die Baku-Tiflis-Ceyhan-Pipeline (BTC) und eine parallel dazu verlaufende Gaspipeline, die Südkaukasus-Pipeline. Diese Pipelines machen Georgien für die Europäische Union und die USA geostrategisch bedeutsam, da sie es ermöglichen, das Öl und das Gas aus den Feldern am Kaspischen Meer an Russland vorbei in den Westen zu transportieren, und sie so die Abhängigkeit von russischen Exporten verringern.
Georgiens wirtschaftspolitische Reformen im Beobachtungszeitraum 2007/08 wurden im Bericht „Doing Business 2008“ der Weltbank ausdrücklich gelobt. Das Land konnte sich von Rang 112 auf 18 verbessern und liegt damit zwischen der Schweiz (16.) und Deutschland (20.).[12]. Im Beobachtungszeitraum 2008/2009 konnte sich Georgien im Bericht "Doing Business2010" der Weltbank nochmals verbessern, von Rang 18 auf Rang 11 und liegt nun zwischen der Saudi Arabien (13) und Norwegen (10).
Infrastruktur
Georgisches Fernstraßennetz
Wie in den meisten Nachfolgestaaten der Sowjetunion ist auch in Georgien das Straßennetz relativ gering ausgebaut. Vierspurige Strecken sind so die Ausnahme und vornehmlich in der Metropolregion Tiflis anzutreffen. Das Schienennetz der georgischen Eisenbahngesellschaft Sakartwelos Rkinigsa hat eine Gesamtlänge von über 1600 km und ist vollständig elektrifiziert. Entsprechend den geographischen Gegebenheiten verläuft die Hauptverkehrsachse im Straßen- wie im Schienenverkehr in West-Ost-Richtung.
Kultur
→ Hauptartikel: Georgische Kultur
Antike, Mittelalter
Bereits in der Antike wurden auf dem Gebiet des heutigen Georgien goldene Kelche und kunstvolle Schwerter hergestellt. Das Land war reich an metallenen Bodenschätzen, verarbeitete sie seit dem 6. Jahrhundert v. Chr. und trieb damit Handel. Griechische und römische Reisende beschrieben ausgebaute Straßen, mit Ziegeln gedeckte Häuser, große Städte und Festungen.
Die georgische Kultur des Mittelalters war byzantinisch geprägt. Die frühen ein- und dreischiffigen Basiliken (Nekresi, Dsweli Schuamta) aus dem 4. Jahrhundert stehen auf den Fundamenten antiker Tempel, sind klein und haben einen fast quadratischen Grundriss. Im 10. und 11. Jahrhundert entstanden große Kreuzkuppelkirchen (Swetizochweli-, Alawerdi- und Bagrati-Kathedrale).
siehe auch: Kunst Georgiens
Literatur
Schota Rustaweli, Schriftsteller des Mittelalters
Die georgische Literatur gliedert sich in eine schriftlose Epoche, eine frühfeudale Literatur im 5. bis 11. Jahrhundert, eine Literatur des Hochfeudalismus im 11. bis 13. Jahrhundert, eine spätfeudale Literatur im 16. bis zur Mitte des 19. Jahrhunderts, eine Literatur der Neuzeit von der Mitte des 19. Jahrhunderts bis zum ersten Viertel des 20. Jahrhunderts und eine Literatur der Gegenwart.
Ihre Blüte erreichte die georgische Literatur im 11. und 12. Jahrhundert zur Zeit König Davids des Erbauers und Königin Tamara. Schota Rustaweli verfasste Der Recke im Tigerfell (georgisch Vepchistqaosani), ein Epos auf Ritterlichkeit und Edelmut, die sich über Religion und Nation erheben.
Zu Beginn des 18. Jahrhunderts erneuerte Sulchan-Saba Orbeliani Georgiens Literatur aus dem Geist des Erzählens. Sein Zögling, König Wachtang VI., errichtete 1709 die erste Druckerei des Landes und ließ La Fontaines Fabeln verlegen.
Prominente georgische Schriftsteller des 19. Jahrhunderts waren Ilia Tschawtschawadse (Du, meine liebste Heimat, worüber bist du so traurig – 1872, Der See von Basaleti – 1883, Die Mutter Georgiens – 1881, Der Einsiedler – 1883, Briefe eines Reisenden – 1863), Akaki Zereteli (Tornike Eristawi, Der kleine Kachetier, Natela, Suliko, Der Tutor) und Aleksandre Qasbegi (Elgudscha – 1881, Eliso – 1882, Die Vatermörderin – 1882, Der Morgen nach der Hochzeit 1882).
Wichtigste Autoren des 20. Jahrhunderts sind Galaktion Tabidse (Meri, Der Mond von Mtazminda, Ich und die Nacht, Pfirsichblüten, Falben, Heimat), Grigol Robakidse (Das Schlangenhemd – 1928, Die gemordete Seele – 1933), Konstantine Gamsachurdia (Das Lächeln des Dionysos – 1925, Goethes Lebensroman – 1934, Der Raub des Mondes – 1935, Die rechte Hand des großen Meisters – 1939, Rebenblüte – 1956, David der Erbauer – 1942–1961), Tschabua Amiredschibi (Data Tutaschchia – 1975), Otar Tschiladse (Ein Mann ging des Weges – 1973, Jeder, der mich findet… – 1976, Das eiserne Theater – 1981). Zwischen 1915 und 1921 erblühte die Avantgarde um die Gruppe Blaue Hörner, wurde jedoch nach der kommunistischen Machtübernahme unterdrückt.
Als bedeutende Gegenwartsautoren gelten Aka Mortschiladse (Die Reise nach Karabach – 1992, Hunde der Paliaschwili Straße – 1995) und Dawit Turaschwili (Merani – 1991, Jeans Generation – 2001).
Siehe auch: Liste georgischer Schriftsteller, Schota-Rustaweli-Staatspreis
Theater, Oper, Musik
Staatliches Opernhaus, Tiflis
Georgien zählt 58 professionelle Bühnen, 39 davon widmen sich dem Drama. Bereits im 3. Jahrhundert v. Chr. wurde in Georgien Theater gespielt. Das Georgische Nationaltheater wurde 1791 in Tiflis gegründet, 1851 das Staatliche Theater für Oper und Ballett. Der Bassist Fjodor Schaljapin debütierte dort als Oberpriester in Giuseppe Verdis Aida. Der Tänzer Georgi Balantschiwadse wurde unter dem Namen George Balanchine einer der international wichtigsten Choreografen. Künstlerische Leiterin des Georgischen Nationalballetts ist seit 2004 die Primaballerina des Moskauer Bolschoi-Theaters, Nino Ananiaschwili.
Die traditionelle georgische Musik ist polyphon. Die musikalische Sprache ist vielfältig und regional äußerst unterschiedlich. Die Stimmführung und Harmonik des georgischen Gesangs sind weltweit einzigartig. Die Entwicklung der georgischen Polyphonie geht der europäischen um mindestens dreihundert Jahre voraus. Nach neuen Forschungen basiert sie neben dem eigenen Notensystem auf eigenständigen theoretischen Grundlagen mit eigenem Tonlagesystem. In den in Texten alter Lieder überlieferten Wörtern vermutet man Ähnlichkeiten mit altsumerischen Sprachen, die für die Sprachwissenschaft von eminentem Interesse sind. Die georgische Musik wurde von der UNESCO in die Liste des Weltkulturerbes aufgenommen.
Wichtige georgische Komponisten des 20. Jahrhunderts sind Sachari Paliaschwili, der europäische Klassik und georgische Volksmusik miteinander verband, Otar Taktakischwili, der sich ebenfalls stark an die Volksmusik anlehnte, Sulchan Zinzadse, Sulchan Nassidse und der Avantgardist Gia Kantscheli. Außerdem ist Aleksi Matschawariani zu nennen, der eine Synthese aus Elementen neuerer Musik und georgischer Folklore anstrebte.
Die junge Generation georgischer Komponisten macht mit elektronischer Musik auf sich aufmerksam. Dazu zählen Nikakoi (gebürtig Nika Machaidse), TBA (gebürtig Tusia Beridse) und Gogi.ge.org (gebürtig Gogi Dsodsuaschwili). Seit 2004 ist die aus Georgien stammende britische Jazz- und Blues-Sängerin Katie Melua in Westeuropa erfolgreich.
Siehe auch: Liste georgischer Komponisten klassischer Musik
Film
Das Staatliche Georgische Institut für Theater und Film in Tiflis
Georgiens Filmkunst ist international angesehen. Am 16. November 1896 wurde das erste Kino in Tiflis eröffnet. Der erste georgische Film entstand 1912. Die Filmindustrie konzentrierte sich in den Grusia-Film-Studios. Internationale Preise erlangten Tengis Abuladse (Magdanas Esel – Cannes 1956, Die Reue – Cannes 1987), Otar Iosseliani (Die Weinernte – Cannes 1966, Briganten – Venedig 1997), Nana Dschordschadse (1001 Rezepte eines verliebten Kochs – Karlovy Vary 1997, 27 Missing Kisses – Brüssel 2001) und Dito Tsintsadze (Schussangst – San Sebastián International Film Festival 2003).
Mit dem Niedergang der georgischen Wirtschaft ist auch die Filmproduktion eingebrochen. Viele georgische Regisseure arbeiten inzwischen im Ausland. Seit 2001 hat ein Nationales Zentrum für Cinematografie die Filmförderung übernommen. Es untersteht dem Kulturministerium. Ein unabhängiges Expertengremium wählt jährlich zwei Spielfilmprojekte aus, die zu 75 Prozent vom Zentrum finanziert werden.
Siehe auch: Georgische Filmgeschichte
Bildung und Wissenschaft
Georgische Akademie der Wissenschaften
Bildung wird in Georgien groß geschrieben. Pro 1.000 Einwohner gibt es statistisch 27,97 Studenten. Das sind mehr als in Deutschland oder in der Schweiz. Georgiens Regierung will die in den letzten Jahren rückläufigen Bildungsausgaben (2001: 2,3 Prozent des Bruttoinlandsprodukts) drastisch steigern. Präsident Saakaschwili nannte Georgiens Reichtum nicht Gold und Erdöl, sondern unsere Begabung, unseren Intellekt, unsere Fähigkeiten, unsere Bildung und unsere gebildeten Menschen.
Die wichtigsten wissenschaftlichen Einrichtungen sind die Staatliche Universität Tiflis mit rund 30.000 Studenten an 18 Fakultäten, die Georgische Technische Universität, die Staatliche Pädagogische Universität, die Staatliche Medizinische Universität und die Staatliche Universität für Sprache und Kultur in Tiflis sowie die Akaki-Zereteli-Universität Kutaissi. Die Georgische Akademie der Wissenschaften hat zehn wissenschaftliche Abteilungen und 63 Forschungsinstitute.
Georgien besitzt knapp 5.000 Bibliotheken, rund 250 verschiedene Museen und ein Netzwerk von über 70 Archiven.
Küche
Chinkali, gefüllte Teigtaschen
→ Hauptartikel: Georgische Küche
Georgiens Küche galt als die Haute Cuisine der sowjetischen Küche. Sie ist für ihre Qualität und regionale Vielfalt bekannt. Am Wochenende treffen die Familien mit Gästen an großen Tafeln, der sogenannten Supra zusammen. Je wichtiger der Anlass oder die Gäste sind, desto traditioneller sind die Gerichte. Dabei wird stets im Überfluss serviert, wodurch die Küche Großzügigkeit symbolisiert. Obgleich es in Tiflis Hamburger-, Kebab- und Pizzarestaurants gibt, hat ausländische Küche kaum Eingang in die georgische Esskultur gefunden.
Typische Vorspeisen sind gefüllte Auberginen mit Walnusspaste (Badridschani) und luftgetrocknetes Rindfleisch (Basturma). Hauptspeisen sind Schaschlik (georgisch Mzwadi), Hähncheneintopf mit Tomaten-Zwiebelsoße (Tschachochbili), und Hammeleintopf mit Auberginen (Tschanachi). Dazu gibt es Walnusssoße (Basche), Mirabellensoße (Tkemali) und verschiedene Peperonipasten (Adschika). Beliebte Desserts sind süsse Würste aus Walnüssen in Traubensaftpüree (Tschurtschkella) oder Nüsse mit Joghurt(Matsoni) und Honig. Den kleinen Hunger stillen Teigtaschen mit Hackfleischfüllung (Chinkali), gebackenes Käsebrot (Chatschapuri) oder eine Rote-Bohnen-Suppe (Lobio).
Traditionelle Getränke sind georgischer Wein, Sekt, Weinbrand und Tschatscha, ein Tresterbrand. Die Festtafel wird von einem Tamada (dt. Tischmeister) geleitet, der während der Mahlzeit kunstvolle Trinksprüche ausbringt. Nach jedem Spruch wird das Glas vollständig geleert und nachgeschenkt. Wer nicht mehr trinken will, zeigt es, indem er das volle Glas stehen lässt. Gegen den Kater am Morgen wird Chaschi, eine starke Brühe aus Pansen mit viel Knoblauch getrunken.
Feiertage
Gesetzliche Feiertage sind der 1. Januar (Neujahr), der 7. Januar (orthodoxes Weihnachtsfest), der 19. Januar (orthodoxe Epiphanie), der 3. März (Muttertag), der 8. März (Internationaler Frauentag), der 9. April (Tag der Wiederherstellung der Unabhängigkeit Georgiens), der 9. Mai (Siegestag), der 12. Mai (St.-Andreas-Tag), der 26. Mai (Unabhängigkeitstag), der 28. August (Mariamoba, orthodoxer Mariä Himmelfahrtstag), der 14. Oktober (Mzchetoba, georgisch-orthodoxes Fest) und der 23. November (Giorgoba, St.-Georgs-Tag). Das orthodoxe Osterfest ist beweglich und ebenfalls ein gesetzlicher Feiertag (2006: 23. April; 2007: 8. April).
Siehe auch: Feiertage in Georgien
Medien, Publizistik
Printmedien
In Georgien werden 76 gedruckte Publikationen verlegt. Die Zeitungen und Zeitschriften sind unabhängig. Einzelne haben noch eine staatliche Beteiligung. Die beliebtesten Tageszeitungen sind Kwiris Palitra, Alia, Achali Taoba, Asawal Dasawali, Resonansi und die Sportzeitung Sarbieli. Die Auflagen liegen jeweils bei 10.000 bis 12.000 Exemplaren. Daneben gibt es Tageszeitungen der verschiedenen Volksgruppen: Swobodnaja Gruzija und Vetscherny Tbilisi (beide auf Russisch), Gjurdgistan (auf Aserbaidschanisch) und Wrastan (auf Armenisch).
Fernsehturm Tiflis
Elektronische Medien
Es gibt 52 von der Nationalen Kommunikationskommission Georgiens lizenzierte Fernsehstationen. Dazu gehören sieben öffentlich-rechtliche Kanäle, einschließlich des Öffentlichen Rundfunks Georgiens (SSM) und des adscharischen Fernsehens sowie zwei bis drei russische Programme. Sie werden vom Staat finanziert. Die wichtigsten privaten Stationen sind Imedi TV, Rustawi 2, Mse TV, Kawkasia und 202 TV. Der Öffentliche Rundfunk, Rustawi 2 und Mse TV sind politisch regierungsnah. Seit 2008 unterhält das georgische Militär einen eigenen, flächendeckend ausstrahlenden Fernsehsender Sakartwelo. [13]
Neben zwei Programmen des Öffentlichen Rundfunks verfügt das Land über viele private Radio-Stationen. Sie sind zumeist regional ausgerichtet. Darunter sind nicht nur Spartensender, sondern auch Sender der verschiedenen Volksgruppen. Allein in Tiflis existieren mit Stationen Ewrika und Zelenaja Volna zwei russischsprachige Radiostationen.
Der Internet-Dienst Civil Georgia bietet Nachrichten auf Englisch, Georgisch und Russisch. Allerdings spielt das Internet in Georgien noch keine große Rolle. Nur fünf Prozent der Bevölkerung besitzen einen Computer. Etwa acht Prozent der Bevölkerung nutzt das Internet, ein Prozent verfügt über einen Breitbandanschluss.[14] 27 Prozent erklärten Meinungsbefragern im Juli 2004, sie hätten noch nie vom Internet gehört.
Presseagenturen
Neben der staatlichen Agentur Sakinformi gibt es die privaten Agenturen Caucasus Press und Prime News. Alle wichtigen internationalen Agenturen beschäftigen Mitarbeiter im Land.
Ausländische Medien
Ausländische Fernsehsender werden meist über Kabel angeboten. Dazu gehören fast alle wichtigen russischen Kanäle (ORT, NTW, TWZ) und alle führenden westlichen Programme (CNN, BBC, Deutsche Welle, ESPN, Eurosport). Radio France Internationale hat Sendemasten in Georgien. Das staatliche Radio strahlt den georgischen Dienst von Radio Free Europe/Radio Liberty und der Voice of America aus. Die privaten Radiosender Ewrika und Zeljonaja Wolna übertragen die Programme des russischsprachigen Dienstes der BBC. Die ausländische Presse ist an den Kiosken hauptsächlich durch russische Titel präsent. Die wichtigsten russischen Tageszeitungen und Unterhaltungsblätter werden nach Georgien importiert. Die russischen Blätter Argumenty i Fakty und Komsomolskaja Prawda verfügen in Georgien über eigene Druckereien.
Pressefreiheit
Die georgische Verfassung vom 24. August 1995 garantiert die Pressefreiheit und verbietet Zensur. Sie verbietet zugleich, die Medien oder ihre Verbreitung zu monopolisieren. Das am 17. Juni 2004 novellierte Pressegesetz erschwert es Klägern, Journalisten wegen ihrer Berichterstattung zu belangen. Zuvor waren Redakteure wegen angeblicher Ehrverletzung zu hohen Schadensersatzbeträgen verurteilt worden.
In der Schewardnadse-Ära hatte es immer wieder staatliche Bemühungen gegeben, die Medien einzuschüchtern. Der Journalist Giorgi Sanaia, Redakteur und Anchorman der Sendung Nachtkurier auf dem privaten Fernsehsender Rustawi-2, wurde im Juli 2001 ermordet, nachdem er von einer Videokassette erfuhr, die Beamte des Innenministerium belastete, Rauschgift durch Georgien geschleust zu haben. Der Chefredakteur der regierungskritischen Zeitung Meridiani war im Februar 2001 von Unbekannten zusammengeschlagen, seine Familie telefonisch bedroht worden. Im Mai 2002 wurden die Redaktionsbüros von Rustawi-2 in Tiflis beschossen.
Im Sommer 2004 kam es erneut zu Einschüchterungen der Presse. Die Staatsanwaltschaft von Tiflis durchsuchte die Büros der Zeitung Georgian Times nachdem sie mehrere Artikel über die Herkunft des Vermögens des damaligen Chefanklägers der Hauptstadt, Waleri Grigalaschwili, veröffentlicht hatte. Grigalaschwili wurde zwei Monate später von seinem Posten abberufen.
Der Chefredakteur der Volkszeitung in Gori wurde in Untersuchungshaft genommen, nachdem sein Blatt über die Verwicklung des lokalen Polizeichefs in Schmuggelaktivitäten berichtet hatte. Die Einschüchterungen haben zu zunehmender Selbstzensur der georgischen Medien geführt. Auf dem internationalen Media Freedom Index stand Georgien im Oktober 2005 auf Platz 99, in der Rangliste von 2007 hat es sich auf Platz 66 verbessert, fiel aber im Jahr 2008 auf Rang 120 zurück.
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